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Novità in vista per la Rete

Novità in vista per la Rete

Parità/ Intervista a Isabella Rauti - Le anticipazioni della Consigliera nazionale di parità in vista dei tre giorni di incontri a Roma tra le consigliere provinciali e regionali

Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2005

A Roma, i tre giorni di incontri, di confronti e di intenso lavoro per le Consigliere di parità, saranno dal 5 al 7 dicembre. La così detta “Rete delle Consigliere” (che di solito si organizza minimo due volte l’anno, ma ultimamente è stata almeno tre o quattro volte l’anno) si riunisce infatti in questo scorcio pre-natalizio, con una serie di novità. Noidonne ne parla in anteprima con la Consigliera Nazionale di Parità, Isabella Rauti.

Ci saranno delle novità rispetto ai precedenti incontri, in breve quali saranno?
Stiamo organizzando una rete in forma seminariale, diversa dalla forma plenaria finora adottata. Sarà una rete diversa perché, accanto ai lavori tradizionali della plenaria, abbiamo introdotto workshop e laboratori. Le consigliere sceglieranno tra i workshop che si svilupperanno in tempi paralleli. Il nostro scopo è di riuscire a rilevare tutte le criticità e magari anche le eventuali proposte, che saranno di certo le benvenute. Sarà poi compito dei rapporteurs dei workshop portare all’attenzione della seduta plenaria i punti salienti emersi. Il laboratorio che seguirà sarà un momento di riunione collettiva, tratterà temi riguardanti tutte e sarà quindi importante per tutte parteciparvi. La rete seminariale ha anche una valenza formativa per tutte – e in particolare per le Consigliere di nuova nomina – in quanto momento di dibattito, di confronto e di scelte condivise. Se questa nuova formula proverà la sua validità potremo anche replicarla in futuro. Il mio intento è quello di poter riuscire a stilare alla fine dei tre giorni un documento che rappresenti le linee guida della rete, cioè quali sono le priorità e, perché no, anche le linee di vetta. Perché ci siamo rese conto che le tradizionali plenarie hanno una funzione di incontro e dibattito sulle questioni più urgenti, ma non c’è mai spazio per una riflessione più approfondita. Inoltre la rete darà l’opportunità di riunirsi ai gruppi delle consigliere (i gruppi di lavoro che analizzano questioni su temi specifici) che sono stati rifondati di recente, così come avviene ogni anno. I gruppi avranno modo di riunirsi affinché facciano la loro programmazione annuale fornendo alla rete le loro proposte ma anche ricevendo dalla rete le indicazioni di massima intorno alle quali agire.

Quali i principali temi oggetto di workshop?
Con i workshop affronteremo il tema della “Responsabilità sociale delle imprese”, le applicazioni concrete della “Legge 53 del 2000”, i rapporti con il Comitato nazionale del Ministero del Lavoro, che sarà quindi una riflessione sulla Legge 125 del 1991, e ancora introdurremo il tema del “follow up” rispetto alla Strategia di Lisbona, con riferimento al Pico, il Piano per l’innovazione, la crescita e l’occupazione. Ci occuperemo anche delle discriminazioni di genere che è una nostra specifica competenza

E i temi del laboratorio?
Il laboratorio affronterà l’argomento della campagna di comunicazione sulla figura della consigliera, il rapporto tra lavoro e maternità: “Una sfida per la conciliazione possibile”, così lo abbiamo intitolato. E ancora l’istituto del part-time, ma anche una campagna di comunicazione sull’istituto del part-time che noi stiamo appunto sostenendo.

Tra le questioni che lei ha citato, c’è qualcosa che sta emergendo in particolare?
Un elemento nuovo sul quale a mio parere è necessario riflettere con attenzione, è la “Responsabilità sociale delle imprese”. Nell’ambito di questo grande tema, ciò che chiaramente a noi interessa di più è la questione della Conciliazione come responsabilità sociale assunta e condivisa. Sul Pico (il Piano per l’innovazione, la crescita e l’occupazione, in relazione alla strategia di Lisbona elaborata nel 2000, riconsiderata nel 2005, con obiettivo al 2010) dobbiamo sicuramente riflettere con il dovuto tempo ed attenzione. Anche sul part-time, che è un istituto nuovo, rivisitato dalla riforma del mercato del lavoro dalla legge 30, dobbiamo fare delle riflessioni. E ancora sulla questione “Lavoro e maternità”, per la quale abbiamo commissionato un’indagine all’Isfol. L’indagine peraltro conferma le tendenze sconcertanti già emerse nell’analisi curata dal Cnel due anni fa, secondo le quali la maternità continua a rappresentare, non dico un fattore di esclusione dal mondo del lavoro, ma di sicuro un elemento sempre poco conciliabile con il mondo del lavoro. Quindi se ricorre questa percentuale di neomamme che abbandonano il posto di lavoro per maternità, noi dobbiamo cercare di capire fino in fondo le dimensioni del problema e trovare delle soluzioni. Inoltre abbiamo anche inserito un workshop sui differenziali retributivi, perché ormai è stato appurato che la differenza salariale tra uomini e donne esiste, anzi si va consolidando, e vorremmo quindi anche ragionare sulla necessità di stilare bilanci e statistiche di genere.

Le consigliere oltre ad occuparsi di parità in ambiti lavorativi, organizzano attività di diffusione della cultura di parità, sia nelle scuole che in diversi tessuti sociali del loro territori. È anche questo di loro competenza?
La consigliera di parità deve promuovere le politiche di pari opportunità e di parità., deve monitorare l’attuazione ed il rispetto dei principi di parità, e si occupa anche delle discriminazioni di genere nell’ambito del lavoro. Quindi al di là della sua funzione di pubblico ufficiale, che può adire azioni in giudizio in relazione alle eventuali discriminazioni basate sul genere nell’ambito del lavoro, la consigliera ha anche un ruolo di promozione delle politiche di parità. Quindi io ritengo che nell’ambito delle competenze, che non sono poche, attribuite loro dal decreto 196 del 2000, le consigliere facciano benissimo ad allargare il raggio delle loro attività proprio per favorire l’attuazione di quanto previsto dal decreto 196. Ritengo quindi che essendo la rete un organismo di parità, faccia bene anche a fare un’attività di promozione dei principi. Io stessa, pur sapendo che questo esce un po’ fuori dal nostro compito istituzionale, mi sono impegnata, e tuttora mi sto impegnando, nell’ambito della questione della rappresentanza femminile nelle istituzioni. E non credo che questo esuli dalla nostra preparazione.

Appunto su questo, quali le ultime iniziative il suo ufficio?
Abbiamo seguito, aderito e partecipato a tutte le iniziative prese a livello nazionale da parte delle associazioni femminili, dalle consulte regionali e dai comitati prima del 12 ottobre, data della votazione alla Camera sulla modifica della legge elettorale e sugli emendamenti detti delle “quote rosa”. Abbiamo continuato, dopo la delusione del voto di bocciatura delle quote, partecipando ai vari appelli che sono stati lanciati al Capo dello Stato, noi li abbiamo sottoscritti tutti. Ed ora siamo in attesa, visto che lo scenario è diverso, per vedere se passerà o no il nuovo disegno di legge votato dal Consiglio dei ministri lo scorso 18 novembre. In questo senso mi sono impegnata in prima persona come Consigliera nazionale di parità, ed ho scritto a tutte le consigliere pregandole di prendere ogni iniziativa possibile su questo tema sul loro territorio, pur precisando che questo non rientra tra i nostri compiti principali, tuttavia ho ricevuto un riscontro positivo da tutte o quasi le consigliere. Questo lo faccio, non perché insegno Storia delle istituzioni politiche all’Università, e quindi mi impegno sui meccanismi di rappresentanza, lo faccio perché ritengo che ci siano due fondamentali deficit in questo Paese sulla rappresentanza femminile, uno nelle istituzioni politiche, l’altro nel mondo del lavoro. Non dobbiamo mai considerarli come problemi separati perché - sebbene siano in contesti diversi, con percentuali diverse e con criticità diverse - sono due problemi che rappresentano i due risvolti di una stessa medaglia. Io non credo agli interventi settoriali, né alle dicotomie, anzi ritengo che le sinergie, le trasversalità, le condivisioni, siano le uniche in grado di produrre cambiamenti e la rete delle consigliere, anche in questo, può svolgere un’importante funzione.

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