Novembre 2015 contro la violenza le buone pratiche del CLES
In occasione del mese che ci vede tutte e tutti impegnate/i a contrastare la violenza di genere è importante la pubblicazione del report dei dati quali/quantitativi del fenomeno a Lamezia Terme.
Domenica, 15/11/2015 - Il CLES, quale partner, svolge nell’ambito del Centro Antiviolenza Demetra attività di consulenza psicologica ed attivazione di percorsi individualizzati e personalizzati per aiutare le donne ad uscire dalla situazione di violenza denunciata e riappropriarsi della propria vita.
Dall’osservazione diretta e dai contenuti emersi nello svolgimento dei percorsi individuali attivati nello sportello, si sono evidenziati dei tratti peculiari che caratterizzano la situazione e la personalità delle donne che si sono affidate e fidate del servizio. Per ciascuna di esse, la violenza è agita all'interno di un rapporto di coppia, nella famiglia ed ha come caratteristica prevalente la violenza verbale, psicologica e morale; frequenti sono le botte, le minacce e l'imposizione del rapporto sessuale. La violenza domestica registrata ed agita è stata sempre ripetuta e tende alla cronicità, per tali caratteristiche è stata da ciascuna di loro meno riconosciuta non solo dalla stessa ma anche dal contesto familiare e sociale, che ha sminuito l’importanza e creato spesso gravi problemi di salute, di tipo ansioso e depressivo.
Il ciclo della violenza a spirale, sono spesso scaturite una serie di fattori che di fatto hanno impedito alla donna di uscire da una relazione, in cui ha nella maggior parte dei casi ha inciso un negativo concetto di sé con scarsa autostima; la “fiducia e la speranza” che il partner potesse cambiare; ragioni economiche di mancata occupazione; presenza di figli, spesso molto critici nei confronti della madre.
La conseguenza è stata spesso che è solo la donna a sentirsi responsabile della situazione violenta, attribuendo ai suoi comportamenti sbagliati la reazione violenta del compagno.
Frequentemente è stato riferito che i contesti amicali e familiari si sono dimostrati sordi alla richiesta di aiuto, facendo erigere un muro di isolamento ed esclusione.
Per molte delle situazioni seguite si è reso necessario intervenire per fronteggiare le risposte sociali non adeguate, indice di una società che ancora non riesce a delegittimare pienamente l’abuso contro le donne e che, per converso, tende a sviluppare strategie al fine di mantenere la relazione. Di contro alcune delle donne seguite hanno intrapreso percorsi con una alta motivazione ed affiancate dai partner attuali, disponibili al dialogo ed a rapporti di genere improntati al rispetto ed alla non violenza. Le storie osservate sono state diverse ed uniche, caratterizzate da più forme di violenza che hanno sempre generato stress e/o carichi di tensione elevati.
E’ un percorso molto delicato quello che ha accompagnato le donne vittime di violenza e maltrattamenti .
Per tutte le donne giunte a consulenza è stato applicato il protocollo diagnostico violence focused che indaga sul contesto di vita della persona in modo di far emergere, se nascoste, le condizioni di violenza e le loro interconnessioni con eventuali patologie.
Le aree indagate sono state: il tipo di relazione con il partner, con riferimento alla presenza o meno di confidenza, rispetto dei diritti, parità, condivisione del lavoro e delle responsabilità, livelli di autonomia e di indipendenza economica, presenza di dinamiche impositive nei confronti della donna con ricorso ad una delle violenze più frequenti: denigrazione, criticismo, ingiuria, lesioni, abuso o imposizione sessuale, ecc.
Per tutte si è proceduto a far loro registrare in una breve cronologia gli effetti della violenza in termini di modifiche della percezione di sè, dello stile comportamentale , della vita quotidiana.
In questa registrazione, ogni effetto viene ben visualizzato e correlato alla violenza subita, in modo che non sia possibile attribuirli alla donna come effetto delle caratteristiche di personalità preesistenti alla violenza.
L’iter psicologico ha previsto di:
-destrutturare ed interrompere la dipendenza dal partner , lavorando sul superamento dell’isolamento e sul recupero di risorse sociali presenti nella vita della donna ma accantonate, e proseguire inserendo nuove risorse esterne di supporto.
-individuare strategie di alleggerimento del carico di lavoro e della pressione dei compiti di ruolo, condizione materiale primaria per il costituirsi di una situazione di isolamento e dipendenza.
-strutturare spazi personali di investimento e su questi sperimentare il dissenso con il partner e l’affermazione di sé.
-formare la donna nell’apprendimento di strategie personali di contrasto all’interno della relazione di coppia.
-elaborare una percezione di sé più realistica, rivedendo e riscoprendo le proprie risorse e capacità ( non perse, ma accantonate), confermandole in relazioni con altre persone più positive e meno critiche, e sperimentandole in attività al di fuori dell’ambito familiare.
-rivedere un progetto di vita più a lungo temine con la possibilità di pensare e programmare anche la vita senza il partner (superamento della paura di stare sola) da ogni punto di vista (affettivo, relazionale, economico).
La metodologia complessiva è stata volta ad accogliere la sofferenza, nell’aiutare la donna-vittima ad accettare il proprio dolore, a com-prendere il proprio vissuto, attivando processi di elaborazione e riparazione del trauma.
Il supporto verso le donne prese in carico ha perseguito obiettivi di Empowerment miranti all’accrescimento della fiducia nella propria idoneità, diminuendo l’autocritica, implementando emozioni positive, attivando strategie di risoluzione dei problemi, la ricostruzione dell’autostima e la presa in consegna della propria vita e la facoltà di riprogettare il proprio futuro.
Il C.L.E.S. ha collaborato ai percorsi attivati insieme a tutti i soggetti partner che ha previsto un’azione di pianificazione, organizzazione, supervisione e coinvolgimento attivo.
In occasione del 25 novembre 2014, Giornata internazionale contro la violenza alle donne, ha partecipato al Convegno”Educhiamo al rispetto” tenutosi al Teatro Umberto di Lamezia Terme come rappresentante delle associazioni partner del Centro relazionando, alla presenza di un folto pubblico di studenti e docenti sui percorsi attivati per le donne vittime di violenza ed essere così vicine a tutte quelle donne che lottano per i propri diritti, nelle loro case, per le strade, in qualsiasi contesto e paese. Donne spesso lasciate sole a difendere la propria sicurezza e i/le propri figli/e, colpevolizzate perché subiscono o perché “non fanno abbastanza”, perché vengono ritenute responsabili delle discriminazioni e della violenza agìta contro di loro, perché “hanno amato l’uomo sbagliato” che alla fine le ha uccise dedicando a tutte loro, a chi ce l’ha fatta, a chi non ce l’ha fatta e a chi ce la farà, questa importante giornata. Di tale iniziativa è stata anche curata la redazione e pubblicazione sulla Rivista Nazionale Noi Donne.
Ha partecipato attivamente, con una propria relazione al convegno “Percorsi e Prospettive contro la violenza di genere”. Il convegno è stato realizzato dal Centro Antiviolenza di Lamezia Terme “Demetra” venerdì 6 marzo a Palazzo Nicotera, alle 15:00, sede della Biblioteca Comunale con il contributo e il sostegno del Comune, della Regione e di una serie di associazioni e realtà sociali cittadine.
Demetra rappresenta una importante realtà di riferimento non solo per i 21 comuni che ricadono nell’ambito del lametino ma anche per i comuni di Serrastretta (nell’ambito montano del Reventino) e di Pizzo (nell’ambito del litorale tirrenico. L'offerta di supporto sociale, psicologico, legale e medico, si è realizzato in un intenso lavoro di rete con le istituzioni e i servizi del territorio affiancando le donne in difficoltà, nella garanzia dell’anonimato e rispetto della privacy. E’ attivo un numero verde a disposizione dell'utenza 24 ore su 24. E’ stato costituito l'osservatorio sulla violenza alle donne al fine di rilevare l'incidenza del fenomeno per un'analisi sociologica del fenomeno, raccogliendo informazioni ed elaborando dati rilevanti per l’analisi e lo studio delle modalità che declinano la violenza di genere con lo scopo di definire ed attivare un’adeguata politica di intervento, contrasto, inclusione delle vittime e prevenzione, da realizzare congiuntamente agli attori del territorio.
Esso è raggiungibile direttamente o per contatto al numero telefonico: 0968/207604- GRATIS e al NUMERO VERDE: 800550403 attivo 24 ore su 24.
Dai dati raccolti, nell'ultimo periodo di riferimento (anno solare 2014) il centro ha trattato 44 casi. Il contatto con lo sportello è avvenuto per il 50% numero verde, 36% contatto diretto allo sportello, il restante 14 % da altri enti istituzionali, forze dell'ordine e il numero 1522 . Tra le diverse tipologie di violenze esistenti la più frequente è quella fisica, effettuata tra le mura domestiche, in situazioni di reiterati episodi di violenza. E’ emersa una prevalenza di donne che accedono al servizio di nazionalità italiana (75%). Il 25% delle donne rientra nella fascia età 31-40; 11% fascia età 41-50; 5% circa fascia età 18-25; purtroppo il 47% del dato non è conosciuto.
Lascia un Commento