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Nota della RACMI all’occasione della Festa della donna 8 Marzo

Nota della RACMI all’occasione della Festa della donna 8 Marzo

Celebrando la festa della donna, affianchiamo all’omaggio rivolto al gentil sesso, la celebrazione di quei fondamentali traguardi storici, economici, sociali e culturali che, particolarmente nel secolo scorso, la donna ha raggiunto ed intenzionata al se

Sabato, 09/03/2013 - Celebrando la festa della donna, affianchiamo all’omaggio rivolto al gentil sesso, la celebrazione di quei fondamentali traguardi storici, economici, sociali e culturali che, particolarmente nel secolo scorso, la donna ha raggiunto ed intenzionata al sentire comune nel mondo, ma a Tindouf c’è una altra situazione niente diritti, niente libertà...

In questa ricorrenza la Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) rende omaggio alle donne nei campi di Tindouf in Algeria, private di diritti elementari dell’essere umano, vittime dell’esclusione, le aggressioni sessuali e il schiavismo. Donne che subiscono quotidianamente, nel silenzio, atroci crimini perpetrati dai separatisti del polisario e l’Esercito algerino, paese che “ospita” le tendopoli di Tindouf.

Le donne in questo carcere a cielo aperto sono il bersaglio facile perché sono vulnerabili , subiscono violenza sessuale e non possono denunciarla, separate dai loro figli perché deportati dall’età di sei anni a Cuba per il rieducazione ideologica, privati dal diritto di lavoro, la sanità e l’educazione.

Le uniche donne nel mondo, come tutta la popolazione, che non hanno identità e censimento, perché l’Algeria rifiuta ogni contatto diretto dell’Alto Commissariato per i rifugiati dell’ONU con la popolazione malgrado le numerosi risoluzione dell’ONU per censire e registrare i presenti.

I campi di Tindouf militarizzati dalle milizie del polisario e l’Esercito algerino terrorizzano la popolazione e impediscono ogni tentativo di scappare verso il loro paese, il Marocco.

Ma il polisario non perde occasione per servirsi delle popolazioni dei campi – quali che siano le loro età e le loro sensibilità – per utilizzarli a fini politici, militari e soprattutto sfruttare le loro sofferenze ed il dramma che vivono per ottenere più aiuti e fondi.

L’otto marzo è un’occasione essenziale che legittima e ricorda alla nostra coscienza collettiva, battaglie e percorsi di crescita imprescindibili per la costruzione del domani.

Decifrare oggi il tasso di libertà delle donne equivale a definire il grado di progresso generale di una società, battersi per una costruzione sostanziale dei diritti e delle opportunità corrisponde ad accrescere le connotazioni di qualità della vita.

Denunciamo questa ignobile situazione, chiedendo al mondo di far pressione sull’Algeria per assumere la sua responsabilità di tutte le aberrazioni che accadano in questi campi.

La libertà e la liberazione della donna e di tutta la popolazione sequestrata a Tindouf !!



08 marzo 2013



Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI)

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