Domenica, 16/02/2025 - Alcune persone si vantano di non vedere mai il Festival di Sanremo ma le “canzonette” fanno parte della nostra storia, della nostra Anima. Narrano da sempre ciò che accade nel mondo e in quello più complesso dei nostri sentimenti. Siamo alla ricerca dell’Anima cosciente e non ci si può arrivare senza dolore.
In questo caso, “Balorda nostalgia” del vincitore Olly, narra un percorso di coscienza e non solo la storia di un amore perduto. Canta la comprensione attraverso una forma di saudade per l’assenza dell’oggetto d’amore. Forse è un cammino verso la conquista della propria identità. Un percorso che non proietta sentimenti di disprezzo su nessuno, soprattutto su un presunto colpevole, come può accadere nella maggior parte delle volte. E se c’è un colpevole purtroppo si tratta spesso di una donna! C’è sovente una figura quasi materna cattiva che lascia il partner “bambino” disperato. Nella composizione del giovane cantautore genovese non ci sono colpevoli ma una ricerca, una nostalgia… Balorda solo perché inevitabile ma nessuno è colpevole se le anime non s’incontrano più.
Si deve sempre passare attraverso un percorso dell’Anima per arrivare a comprendere il senso dell’Io. Per tornare alle facili critiche contro la musica leggera rispetto alla classica, in questa canzone si può capire una differenza: nelle composizioni sinfoniche è come se l’armonia partisse dall’universo per arrivare al singolo, mentre nelle “canzonette” è l’Anima che si mette a nudo per arrivare a una nuova coscienza. La separazione è quasi una tappa obbligata dell’essere umano per focalizzare la propria identità. Il rischio è di bastarsi senza mai comprendere il mondo dell’Altro.
Ogni canzone del Festival ha portato un mondo interiore variegato attraverso armoniche vocalità con delle belle melodie accompagnate da una magnifica orchestra. Ognuna ha raccontato la fragilità dell’essere umano puntando essenzialmente sul bisogno di ritrovare una parte del proprio Sé. Commovente, veramente toccante quando quella parte è la propria madre da accudire o la propria anima molto ferita. Il punto di partenza può riflettere la condizione sociale con la brutalità dell’ambiente puntualizzando la lotta per diventare Signori della propria storia e del proprio destino. Una sfida continua anche quando offre momenti di infinita gioia nel ruolo di padre. Due aspetti di tappe diverse nel cammino dei vincitori del secondo e terzo premio, Lucio Corsi e Brunori Sas: senza “amore intorno” ma con una visione chiara della durezza e complessità sociale, mentre per Brunori le responsabilità di un amore familiare lo conducono all’accettazione dei ruoli scelti con una rinnovata coscienza. Entrambi accumunati dalla coscienza di una lotta continua per la propria evoluzione. Lucio ritrova sé stesso accettando le sue fragilità e Brunori immergendosi nella relazione abbracciando i nuovi ruoli con la potenza del cuore.
Tra tutte le bravissime e bellissime donne che hanno partecipato al Festival, Serena Brancale con “Anema e core”, comunica la sua lotta dando il giusto significato al quotidiano con uno spiccato senso artistico e originalità. La fine di una storia d’amore può ferire meno, quando una tazzina di caffè o una chiacchierata valgono almeno quanto un amore perduto o no! Il quotidiano può essere molto importante se a schivare la sua potenziale banalità è il senso artistico della vita!
Così tanti cuoricini potrebbero essere molto carini come significante di un amore vero! La sfida di tutte le donne è stata comunque vincente a prescindere dalla posizione in classifica, così come le donne che hanno collaborato accanto al conduttore e nel dopo Festival. A volte la “normalità” può sorprenderci positivamente anche se non si è più abituati a ritenerla un valore!
Non era facile scegliere la canzone che rappresentasse l’anima di popolo e di un Festival, perché tutte valide e variegate ma la potenza del web ancora una volta ha mostrato la sua logica.
Con tutto il rispetto per la nuova scenografia è mancata la grande originalità artistica di Gaetano Castelli. L’armonia dello spazio incide anche sul senso di libertà e sul sentirsi al posto giusto nel mondo.
Lascia un Commento