Non Una Di meno lancia lo sciopero femminista 'Un giorno non ci basta ce ne prendiamo due: l'8 marzo lotto, il 9 sciopero!'
Martedi, 11/02/2020 - Riceviamo e pubblichiamo Non Una Di meno lancia lo sciopero femminista Un giorno non ci basta ce ne prendiamo due: l'8 marzo lotto, il 9 sciopero!
Il prossimo 8 e 9 marzo Non una di meno proclama due giornate di mobilitazione per il quarto sciopero femminista e transfemminista. Raddoppiamo la sfida aperta dallo sciopero femminista in questi ultimi 4 anni.
Ad un mese dall'8 marzo, inizia il countdown e le iniziative di avvicinamento!
A Sanremo sabato 8 febbraio alle ore 16.30 il Flash-mob "Un violador en tu camino" che nasce dalle sorelle cilene e ha raggiunto le donne in tutto il mondo diventando propulsivo. Lo abbiamo già portato nelle piazze di tutta Italia e vogliamo portarlo al Festival "del passo indietro" rivolgendoci anche a tutte le musiciste, cantanti, giornaliste, lavoratrici dello spettacolo, artiste che sanno quanto il settore del mondo dello spettacolo (come del resto tutto il mondo del lavoro) sia un percorso in salita, tra molestie, ricatti, bassi redditi e fatica ad affermarsi. Per questo non vogliamo che nessuna faccia passi indietro, ma solo passi in avanti e al ritmo di un grido globale che arrivi fino allo sciopero di marzo. L’8 marzo sarà una giornata di mobilitazione diffusa nelle città con azioni performative, piazze tematiche, iniziative, manifestazioni. Il 9 marzo sarà sciopero generale, interromperemo ogni tipo di lavoro nelle case e nei luoghi di lavoro, senza distinzioni di categoria e di contratto, la marea femminista occuperà di nuovo le piazze con presidi e cortei per uno sciopero politico, sociale e vertenziale.
Diversi sono i sindacati che hanno già indetto lo sciopero del 9 marzo 2020 accogliendo l'appello a tutti sindacati rivolto da Non Una Di Meno per garantire la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro salariato.
Ma molteplici sono le forme di adesione per la parte di lavoratrici di cura, del lavoro precario e informale, nero e autonomo che non vedono riconosciuto il diritto allo sciopero. Il numero sempre più crescente di femminicidi - solo nell’ultima settimana di gennaio se ne contano 7 - denuncia l’urgenza della nostra lotta. Una lotta che sin dall’inizio ha puntato il dito contro una violenza sistematica e strutturale che è violenza sessuale, domestica, istituzionale, economica, mediatica e giuridica.
Le donne sono retribuite in media il 23% in meno rispetto ai colleghi uomini. Più di 1.400.000 donne ha subito molestie sul luogo di lavoro. Molestie e discriminazioni che, una volta di più, quando riguardano le soggettività Lgbtqia+ vengono taciute e invisibilizzate. I percorsi di fuoriuscita dalla violenza non prevedono alcuna forma di sussidio, i finanziamenti pubblici per i centri antiviolenza sono pari a 0,76 centesimi per ogni donna che vi si è rivolge. Il tasso di medici obiettori di coscienza è pari al 70% medio nazionale mentre sono più di un milione le donne che dal 2003 a oggi denunciano di aver subito pratiche mediche violente o degradanti in sala parto.
L’8 e il 9 marzo ci riprenderemo lo spazio e il tempo che ci è negato.
Perché lo abbiamo detto e non finiremo di ripeterlo: se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!
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