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Non solo veline a Milano Marittima

Non solo veline a Milano Marittima

Figlie d’arte - Intervista a Makaziwe Mandela, unica figlia ancora in vita di Nelson Mandela

Melchiorri Cristina Lunedi, 05/07/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2010

“Nuove tendenze” tema ispiratore, promettente, del Mi.Ma Show 2010 che ha inaugurato a fine maggio l’estate romagnola nella località di Milano Marittima, perla del turismo della costa adriatica con cantanti di livello internazionale, moda spettacolo e impegno sociale fusi in modo straordinario, grazie alla direzione artistica di Roberto Vecchi.



Quello che ha distinto questa iniziativa da altre di intrattenimento estivo è stata la scelta dei personaggi considerati campioni “di nuove tendenze”. Fra questi ha spiccato Makaziwe Mandela, detta Maki, unica figlia ancora in vita di Nelson Mandela, padre del Sud Africa, leggenda vivente per la sua battaglia di legalità contro l’apartheid.



Nata dal primo matrimonio dell’ex presidente, è stata scelta per questo pubblico riconoscimento grazie alla sua capacità e tenacia nel rappresentare una delle tendenze più forti di questo secolo: lo sviluppo delle donne nel mondo economico e politico.



Alla domanda “Combatte per gli stessi valori di suo padre?” risponde ”Idealmente sì. Lui, però, ha cambiato davvero la storia del mio Paese, ha messo fine a un’epoca in cui noi neri vivevamo segregati. Io, invece, mi batto soprattutto per i diritti civili e sociali delle donne. C’è una grande forza dentro le donne, un potere esclusivamente femminile, da dea. Molte non lo sanno! Sono convinta che ogni azione e ogni momento vissuti nel modo giusto possono cambiare qualcosa, per noi e per gli altri. Ho imparato anche, prosegue, che, se si vuole aiutare qualcuno a crescere, bisogna prima osservare il suo ambiente, le tradizioni della sua terra, le sue origini. Sono convinta che le analogie fra i popoli siano più numerose delle differenze. In fondo, tutti vogliamo la stessa cosa: un mondo migliore”.



Parlando del padre dice “Lui ripeteva sempre a noi figli: ‘quello che devi fare deve essere utile, non soltanto per te e per la famiglia, ma per tutti i neri’. Mia madre Evelyn era una donna tranquilla che ha evitato le luci della ribalta, ma ha continuato a ricordare ai suoi figli che il padre li ha sempre amati. Era importante questo, perché mio padre è andato via di casa per vivere in clandestinità che avevo solo sei anni. Lei ci raccontava che quando eravamo bambini e piangevamo, lui le diceva ‘tu dormi, mi prenderò io cura di loro’. Da bambina e da adolescente mi è molto mancata la sua presenza e ne ho sofferto. Ma oggi, che sono in grado di capire le grandi cose che ha fatto e i grandi ideali per cui ha combattuto, sono molto orgogliosa di lui. Ha fatto cose straordinarie per il suo popolo ed è stato in grado di lasciare il potere dietro di sé facilmente. Lui è testardo, ma un grande credente. La sua vita è stata una lotta, ma è stata una lotta di speranza. Quando i suoi compagni di partito vengono da lui per un consiglio dice loro di fare un respiro profondo e riflettere attentamente prima di agire. E’ un uomo tradizionale, ma anche divertente e irriverente. Quando la Regina gli ha telefonato per invitarlo ad un incontro lui l’ha chiamata Elisabetta.  "Perché no? - ha detto agli ospiti scioccati - Dopo tutto lei mi chiama Nelson”.

 

(5 luglio 2010)

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