Martedi, 24/10/2023 - Domenica 22 Ottobre 2023, a Martina Franca in piazza Roma si è svolta una manifestazione per il contrasto alla violenza di genere, una settimana dopo l’accoltellamento nella cittadina della Valle D’Itria, di una donna di 48 anni. Tra gli organizzatori Rompiamo il Silenzio, Commissione Pari Opportunità, Amministrazione comunale. Tante le donne (e alcuni uomini) a manifestare in piazza con il grido di “Tutte siamo Mina, se toccano una rispondiamo tutte, si tocan a una respondemo todas”. Chi con un fermaglio, una gonna, un vestito rosso. Una macchia rossa da lontano che faceva da contrasto allo striscione, sapientemente sistemato da Cinzia Santoro, con scritto: “Non sei sola!”.
Una donna non deve essere mai lasciata da sola di fronte alla violenza. La violenza non è mai un fatto privato, non è solo una questione di relazione. Spesso si sente dire anche tra donne che la violenza è un fatto di relazione, che magari al di fuori di te quella persona funziona. Non può essere così. La violenza rimane sempre violenza. E quando è tale non è un fatto privato, è reato, quindi è un fatto pubblico. Mangiare nella ciotola del cane per punirti, come denuncia l’avvocata Zaccaria in piazza, o costringerti a prendere il piatto dalle immondizie, e poi mangiare, non può e non deve essere mai un fatto privato. In questi ultimi tempi alcune sentenze del foro di Taranto sulle separazioni giudiziali, e in alcuni processi penali di Taranto e Brindisi, hanno riconosciuto il maltrattamento, l’umiliazione, le diffamazioni subite dalle donne, con la condanna del reo. Tanti corsi di formazione presso i Tribunali portano a riconoscere maggiormente, rispetto agli anni precedenti, le dinamiche della violenza.
Emozionante l’intervento della psicologa del Cav a cui Mina si era rivolta per essere aiutata. E per fare quel passo ci vuole tanto coraggio, anche perché chi ti sta intorno tende a farti dubitare e tu stessa non vorresti mai accettare di essere una vittima, non riesci a dirlo neanche a te stessa. È una lacerazione.
Ma i campanelli di allarme di un rapporto violento sono tanti: se non posso gestire il mio denaro è già violenza, se non posso vedere mia madre, nascondere di avere preso il caffè con le amiche è violenza.
Mentre parliamo con tanta foga e denunciamo le nostre situazioni di prevaricazioni, nel cerchio umano della piazza passa una farfalla bianca, un grande messaggio di speranza senza parole; e intanto si prepara la rappresentante dell’ANPI a intervenire: la violenza vedrà sempre la nostra resistenza partigiana, perché la radice è sempre fascista, è quella della sopraffazione della persona.
Messaggio chiarissimo.
Ci prepariamo a tornare a casa, io come “Donnainfermento” torno a Carosino, con la contentezza nel cuore di aver vissuto con le mie amiche la sorellanza. Faccio la strada lunga, quella del bosco per poter avere più tempo per pensare, e perché no, per sognare un mondo migliore.
Elena Manigrasso
Foto da https://www.facebook.com/?locale=it_IT
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