Martedi, 16/04/2019 - Non passa la doppia preferenza di genere, vincono gli astenuti della minoranza del centrodestra, e un voto contrario in seno alla maggioranza del PD del Presidente Oliviero.
“Oggi è stata scritta una pagina buia e triste per la Calabria, - dice Oliviero - perché è stata rappresentata non al passo con i cambiamenti che a livello nazionale ed europeo sono già ampiamente in atto”. Ma tant’è, la pagina buia e triste è stata scritta, eccome.
Un’odissea di rinvii, battaglie e appelli accorati fino agli ultimi minuti prima della votazione, che potevano dare un po’ di fiato e di orgoglio, non solo alle donne della Calabria, ma a una regione intera.
A proporre la legge la consigliera Flora Sculco, unica donna eletta in Regione grazie ad una lista civica che ha parlato di «pagina buia per la Calabria e per il regionalismo calabrese, perché ci si è nascosti dietro un voto di astensione».
Forti sono state le pressioni dalle associazioni femministe che in tutti questi anni hanno sostenuto una battaglia di civiltà come quella della doppia preferenza, voci che restano completamente inascoltate.
Bastava rispondere alla legge 20 del 2016 che chiede alle regioni di inserire norme a tutela della parità tra i generi, che avrebbe dato una spinta alla modernizzazione e un’apertura alle donne che chiedono di entrare nel mondo della politica chiuso e maschilista.
C’è da dire che ci sono altre regioni che non si sono adeguate alla legge Tatarella, pensiamo al Piemonte, al Friuli Venezia Giulia al Veneto e Liguria, Puglia e Valle D’Aosta, proprio per questo la Calabria avrebbe dato una bella risposta di civiltà e progresso. Peccato.
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