Corpus Hominis - "il corpo sarà sempre sconfitto nella sua battaglia fintanto che l’uomo si accanisce contro i suoi simili"
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006
“Tra santi e prostitute, tra dio e il mondo, la danza”, ha detto Nietzsche, citando l’ambiguità e l’immensa potenzialità di questa espressione dell’arte che con il silenzioso messaggio del movimento del corpo penetra lo spazio e il suo mistero. A questa riflessione risponde 'Corpus Hominis', una coreografia costruita da Paola Bianchi, sul corpo di tre uomini che in una scena spoglia, in mutande e calzini, sulla musica originale di Fabio Barovero del gruppo dei Mau Mau, svelano gli esseri umani e loro stessi, il dualismo fra anima e materia fisica, la condizione del corpo nell’eclissi dello spirito. Gli interpreti – Alessandro Bedosti, Matteo Bologna, Matteo Garattoni - emergono fra suoni stridenti e in assenza di immagini dal nero profondo dei tempi per illuminarsi dei bagliori cupi dell’oggi. Dapprima i corpi appaiono belli e orgogliosi, flessibili, modellati e addestrati con l’esercizio sportivo e la palestra, esposti tutta la loro prestanza, celebrati nel loro potere, agitati nella frenesia e nell’euforia della disco-music. Ma progressivamente si insinua il disagio, la repressione e la fuga, la degenerazione e la vulnerabilità, la caducità e la pulsione di morte. E allora, eccolo, il corpo: umiliato e vilipeso, indifeso a testa bendata, trascinato nel fango dei lager, nell’oscurità delle prigioni e nell’infamia delle gabbie, sottoposto a torture indicibili. Le immagini evocano Abu Graib, le persecuzioni, le atrocità che si consumano nel mondo e che calpestano fino ad annientarla la dignità umana. Efficace per la forza espressiva accentuata da violenti tagli di luce, questo lavoro infonde un senso di paura perché nega la bellezza e l’armonia, le capacità durevoli e le certezze e lascia filtrare il messaggio che il corpo sarà sempre sconfitto nella sua battaglia fintanto che l’uomo si accanisce contro i suoi simili. Bravi i protagonisti e brava Paola Bianchi, figura già nota nei festival internazionali di teatro e di danza di ricerca, che con questo lavoro si è inserita nell’XI Focus di TorinoDanza accanto a nomi famosi come Philippe Decouflé.
(13 novembre 2006)
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