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Non chiamiamola sicurezza

Non chiamiamola sicurezza

Violenza sulla donne - Riflessioni della Sottosegretaria di Stato Linguiti e dell'associazione Telefono Rosa a seguito del Rapporto Istat sulla criminalità. Diminuiscono i reati ma aumentano le violenze sulle donne.

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2007

Il Rapporto Istat sulla criminalità in Italia, presentato al Viminale dal ministro dell'Interno Giuliano Amato, parla chiaro: tantissime donne sono vittime di atti di violenza.

“Il rapporto del Viminale disegna uno scenario dagli effetti sconvolgenti, come ha avuto modo di sottolineare il Ministro Amato, e il suo sincero sconcerto ci sembra un buon segnale; è necessario accelerare il dibattito sulla legge contro la violenza, pur consapevoli che la democrazia ha i suoi tempi e quelli parlamentari vanno in ogni caso rispettati. Al di là della legge, però - sostiene la Sottosegretaria ai Diritti e alle Pari Opportunità Donatella Linguiti - è urgente un Piano di Azione Nazionale contro la violenza che possa restituire alle donne la speranza e il coraggio di sottrarsi alla violenza. Le cittadine italiane, quel milione e 150 mila che hanno subito violenza nel nostro Paese negli ultimi 12 mesi, non possono più aspettare. E non possono aspettare neanche le altre donne, che chiedono giustizia per le vittime e risposte concrete per tutte. Ci chiediamo ancora quante donne, ragazze e bambine debbano restare invisibili, inascoltate, ostaggio di partner prepotenti, sequestrate in quella prigione senza sbarre in cui troppo spesso si trasforma la casa, dove il filo spinato invisibile ti fa sanguinare dentro, toglie fiato, sonno, dignità. Dove la chiave della cella si chiama ricatto sentimentale e familiare”.

Un Piano Nazionale che dovrebbe prevedere, secondo Donatella Linguiti, politiche e interventi efficaci che consentano l’emersione del fenomeno, la prevenzione, l’informazione e formazione nei servizi sociali, nei centri antiviolenza, nella scuola, coinvolgendo anche i mass media.
Il punto è di lavorare in sinergia con Regioni ed enti locali, promuovendo e sostenendo i centri antiviolenza e le case rifugio, realizzando politiche di prevenzione e campagne sul territorio che tocchino la sensibilità degli uomini, insomma che“incidano profondamente sul modello identitario maschile, costringendo gli uomini ad una ammissione di estraneità, a dire: ‘no, io non sono così!’.” La Linguiti ha sottolineato l’urgenza di un intervento con queste parole “Siamo di fronte ad una emergenza che riguarda tutti, non solo le donne, e bisogna avere la buona disponibilità per reperirle già da ora. È un processo complesso, ma non abbiamo davvero altro tempo da perdere”.

Anche la Presidente del Telefono Rosa Lella Mencio ha parole incisive in merito al Rapporto: “Siamo nel 2007, i progetti sulla sicurezza si moltiplicano, ma nulla viene segnalato di particolarmente allarmante nei riguardi della violenza contro le donne. Eppure una occasione ci sarebbe stata. Dopo anni nei quali vengono rinnovati gli appelli a creare condizioni nelle quali la violenza possa emergere dal limbo che la avvolge, anche quest’anno i temi dell’esame di maturità perdono una nuova occasione. Proprio nel luogo educativo che, a parere di molti, sarebbe il posto giusto per promuovere rispetto e tolleranza. Sarebbe stato bello poter promuovere nei giovani un pensiero riflessivo sulla violenza. Ci sarebbe piaciuto che un momento così importante potesse promuovere la cultura della legalità, del racconto, magari dell´autobiografia con interpreti anonimi. – sostiene Lella Mencio – Invece no: la cultura di Dante, i temi sociali del neocolonialismo, il problema della conoscenza della nostra costituzione. Elementi di enorme importanza: ma che sembrano tendere alla intellettualizzazione dei problemi e al distacco dai veri temi della convivenza civile.” Ancora una volta, la violenza e il maltrattamento vengono sorvolati, ancora una volta, dice la Presidente del Telefono Rosa, “il più grande tema dell’odierna società viene accantonato: proprio mentre si pensa che dall’educazione debba venire il rispetto e la cultura delle pari opportunità”.
(26 giugno 2007)

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