Alcune associazioni femministe unite contro l'annullamento della sentenza Roe vs. Wade del 1973 da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti. Il documento
Riceviamo e pubblichiamo
Assistiamo con orrore all’ennesimo attacco con cui si consuma, sui corpi delle donne e gestanti, la peggiore delle ingiustizie messa in atto da un sistema patriarcale e reazionario che punta all’arretramento dei diritti delle donne. Con l’annullamento della sentenza Roe vs. Wade del 1973 da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti si infligge un durissimo colpo alla salute, alla libertà, e si mette drammaticamente in discussione il diritto all’autodeterminazione e la tutela della salute di ogni donna e gestante.
Ciò che è recentemente avvenuto negli Usa colpisce tutte noi.
Ancora una volta assistiamo alla messa in atto di una strategia che cerca di colpire i diritti sessuali e riproduttivi da parte di organizzazioni che si muovono a livello internazionale in maniera coordinata.
Il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza è un diritto alla salute che deve essere garantito in tutto il mondo e rispetto al quale vanno maggiormente tutelate le persone più vulnerabili: le persone a basso reddito, migranti o persone in transizione.
L’OMS nel marzo di quest’anno ha emanato le linee guida per la gestione dell’interruzione volontaria di gravidanza e tra le principali raccomandazioni ci sono la decriminalizzazione dell’aborto, la facile accessibilità, la preferenza per le metodiche farmacologiche, l’evitare periodi di attesa dopo la prima richiesta e correttivi per eventuali obiezioni di coscienza.
L’interruzione volontaria di gravidanza è una prestazione medica che va erogata utilizzando le tecniche più sicure e meno invasive: nel nostro paese è necessario che venga potenziata e sostenuta la rete dei consultori, che venga praticata l’interruzione di gravidanza mediante l‘utilizzo del metodo farmacologico in consultorio e in telemedicina, così che l’obiezione di coscienza non rappresenti un ostacolo per le donne che scelgono di interrompere una gravidanza.
Vediamo come in alcune regioni (che sono state diffidate alla Magistratura!) non sono state ancora recepite le linee di indirizzo ministeriali di agosto 2020 sull’utilizzo dell’aborto farmacologico.
Reagire collettivamente per sostenere la lotta delle donne e corpi gestanti a livello internazionale e pretendere una ampia e diffusa applicazione della legge 194 e il rispetto delle indicazioni dell’OMS a livello nazionale è urgente e necessario. Vogliamo avanzare con un Europa dei Diritti ! Non arretreremo mai!
Firmato da
Centro di cultura delle donne Hannah Arendt – Teramo (TE)
Molto+di194 – Rete Femminista Marche
Più di 194 voci - Piemonte
RU2020-Rete umbra per l'autodeterminazione
UDI PESCARA
Collettivo zona fucsia – Pescara
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