YOUTH Giovinezza, l’ultimo film di Sorrentino, è un film “maschile” come nel mio articolo del 20 aprile scorso ho provato a definire anche il bellissimo romanzo Stooner di J.Williams. Anche in questo caso ne scrivo in questa rubrica perché mi sembra che il nuovo e bellissimo film del regista napoletano sia davvero un film al “maschile” che racconta in un modo raffinato e sognatore i temi intrecciati della vecchiaia, della paternità, dell’eros, della coppia, della professione, della passione artistica, dal punto di vista di un Uomo : l’autore-scrittore-regista, Sorrentino. Ripensando al film e a questa ipotesi interpretativa, ho ricordato un altro bel film di alcuni anni fa, Lezioni di Piano ( 1993 ) della grande regista australiana J.Champion. Quel film, che aveva una forza simile di visionarietà, di raffinatezza, era al “femminile”, e inoltre per caso, aveva anche fra gli attori protagonisti lo stesso grande H. Keitel, che nel film di Sorrentino interpreta l’amico del protagonista principale recitato dal grande M.Caine.
Ma se questa analisi fosse veritiera, in cosa consisterebbe la “maschilità” del regista Sorrentino e la “femminilità” della regista Champion ?
In Youth i protagonisti sono due uomini anziani, un musicista e un regista, e lo stesso Sorrentino in diverse interviste ha precisato che la sua stessa vita di figlio maschio, di padre, di artista, sono all’origine del film. Ma oltre a questo dato quasi scontato, tutto il suo film propone una particolare descrizione della condizione maschile matura del personaggio principale, come fredda, distaccata, analitica, anche se ironica e autoironica, immersa in un forte respiro malinconico, comunicato dalla scelta del luogo e della situazione, ma soprattutto raggiunta e ottenuta dalla capacità del regista di tradurre in immagini, suoni, musiche e parole e gesti e corpi la sua sensibilità. L’anziano Uomo Musicista protagonista è si freddo e distaccato ma in realtà è fragilissimo emotivamente, in particolare nelle sue relazioni con la moglie ormai morta e con la figlia adulta. Il suo amico, altrettanto anziano ma ancora attivo come regista, sembra forte e ancora creativo: invece crolla pietosamente verso la fine. Per Noi Uomini Youth è un film che sostituisce una seduta di psicoanalisi e di autocoscienza, è cinema filosofico, poetico, fotografico, musicale: un’opera d’arte “maschile”.
In Lezioni di Piano la giovane protagonista femminile e il maturo protagonista maschile erano raccontati con altrettanta maestria poetica, immaginifica, con le musiche di M.Nyman che rafforzavano molto la potenza drammatica della storia e le emozioni sgorgavano impetuosamente: quel film vibrava e travolgeva. Ma non voglio riprodurre la banale differenziazione fra Uomo freddo forte e analitico e razionale ( Sorrentino ) e Donna calda fragile e istintiva ed emotiva ( Champion ) : credo proprio che la fragilità dell’Uomo-Regista Sorrentino sia molto maggiore di quella della Donna-Regista Champion !
Forse la differenza profonda fra i due film e i loro registi sta nel tema del Controllo.
Sorrentino-Uomo in Youth sembra cercare continuamente di controllare le sue emozioni, di domarle, gestirle, trasformarle continuamente in immagini “perfette” fino ad ottenere che lo spettatore rifletta e pensi più che emozionarsi e commuoversi : e invece per sua fortuna riesce sia a far pensare che ad emozionare.
Champion-Donna in Lezioni di Piano punta diritto allo stomaco, al respiro, pur facendo un lavoro straordinario di creazione d’immagini e di ritmi cinematografici altrettanto elaborati, e per sua fortuna riesca anche a far pensare.
Comunque da vedere Youth, anche se non ha preso alcun premio al festival di Cannes, e da rivedere Lezioni di Piano.
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