“Non è più tempo di certezze. Nel Pleistocene i maschi facevano i maschi e le femmine facevano le femmine, o almeno così ci hanno raccontato. Adesso è tutto più complicato e si affaccia il sospetto che, in natura, il sesso debole sia quello maschile. In alcuni pesci, i maschi sono diventati “nani parassiti”: la loro funzione è solo quella di contribuire alla fecondazione in cambio di cibo. In altri, il maschio si è trasformato in un’appendice penzolante dal corpaccione della femmina: un mero serbatoio di spermatozoi. Neanche in un fanta-horror femminista si sarebbero spinti a tanto. In altri casi ancora, le femmine fanno tutto da sole o cambiano sesso all’occorrenza..” ( Da “Il maschio è inutile” di Telmo Pievani e Federico Taddia- Ed. Rizzoli nov. 2014 ).
Il 25 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne indetta dalle Nazioni Unite dal 1999 in memoria della uccisione delle sorelle Mirabal nel 1960. Sono passati quindi 54 anni dall’episodio originario e 15 anni dalla prima giornata mondiale. In tutti questi anni nel mondo ed in Italia parallelamente abbiamo vissuto sia il protrarsi di uccisioni di donne da parte di uomini e di violenze molto diffuse, sia il lento processo di riflessioni, autoanalisi individuali e collettive, iniziative, e soprattutto comportamenti quotidiani da parte di molti uomini di età diverse, e non solo i pochi “impegnati”.
L’annuale ricorrenza della giornata mondiale contro la violenza sulle Donne, che assieme all’8 marzo è diventata la coppia di appuntamenti annuali di iniziative e pubbliche sul ruolo delle Donne, potrebbe e dovrebbe essere occasione per far emergere oltre ad un NO necessario e fortissimo (No alla Violenza sulle Donne) anche un SI speculare e sempre più necessario al cambiamento degli Uomini, ad una loro maturazione che vada oltre il rispetto delle Donne (essenziale comunque ma non sufficiente).
Il nuovo libro di Pievani propone a donne e uomini una informazione scientifica e storica sul processo di adattamento animale che in molti casi ha portato all’annullamento di fatto del ruolo del maschio di una specie. Io credo che il ruolo del maschio della nostra specie possa avere futuro se noi uomini riusciremo a cambiare pur lentamente in un “riposizionamento” che una mia anziana parente pochi giorni fa ha sintetizzato benissimo in una frase apparentemente banalissima ma molto profonda nella sua estrema sintesi : noi uomini dobbiamo capire, renderci conto, che siamo “uno dei due”, di una coppia, della vita umana in generale, con tutte le ulteriori differenziazioni di genere nei diversi tipi di coppie possibili (eterosessuali, omosessuali…). Noi Uomini siamo solamente “uno dei due” , nulla di più e nulla di meno. Ma l’impegno a capire e soprattutto a vivere, praticare coerentemente ed emotivamente, questa parità nella differenza , non è affatto scontato e facile, dobbiamo ammetterlo. Oltre un anno fa questa rivista ha ospitato un mio articolo “ViolentaMente” che ho riletto prima di scrivere questo, in cui mi sforzavo di descrivere la difficoltà di questo impegno. Oggi sono sempre più convinto che mentre pur lentamente anche noi uomini ci stiamo “muovendo” ( forse ancora troppo pochi ) è necessario fare emergere pubblicamente questi cambiamenti anche solo raccontandoli nella loro quotidianità. Due esperienze personali recentemente mi hanno colpito positivamente. Un sabato mattina in una piscina della città dove andavo a nuotare mi sono ritrovato circondato a poco a poco da giovani padri con i propri piccoli -e figli-e, che entravano in acqua per condividere un primo corso di approccio al galleggiamento. Tranne una donna madre tutti gli altri erano padri ( e non per indicazione ufficiale del Corso ). Un altro giorno in un convegno una pediatra anziana ma ancora attiva professionalmente ha raccontato con stupore e con molto piacere che negli ultimi venti anni circa sono aumentati moltissimo i padri che portano i loro figli-e piccoli-e alle visite di controllo. Uno dei cambiamenti in atto evidenti anche per le strade è l’aumento di responsabilità maschile nella relazione con i figli-e : la paternità rivissuta, in parte riscoperta, da ritrovare cambiandola.
Proviamo a rilanciare il 25 novembre come giornata dedicata anche al cambiamento di chi è all’origine della violenza sulle donne: noi uomini. ( Scrivere a: gianguidopagi@gmail.com )
Lascia un Commento