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NOIUOMINI / Migranti : uomini e donne.

NOIUOMINI / Migranti : uomini e donne.

... sempre più Donne protagoniste delle migrazioni...

Lunedi, 15/06/2015 -
In questi ultimi giorni credo che molti-e di noi siano sempre più angosciati o arrabbiati o perplessi di fronte all’acuirsi del problema Migranti : problema innanzi tutto per queste centinaia di migliaia di persone che lasciano i loro paesi in cerca di vita e sperano di ricevere una prima accoglienza umana, problema per l’Europa e il Mondo “benestante” occidentale che non sa affrontare un problema sempre più complesso (né i governanti né i cittadini).



Oltre venti anni fa in un convegno nazionale sulla Cultura che il PCI-PDS organizzava ogni tanto per ascoltare pareri di intellettuali e artisti italiani, Umberto Eco fece un bellissimo intervento in cui sostenne che la sfida più difficile e importante che la sinistra italiana ed europea avrebbe dovuto affrontare nel prossimo futuro sarebbe stata quella delle Migrazioni e delle società multi o inter etniche. Purtroppo non fu ascoltato bene dai dirigenti del Partito e neanche dai militanti perché a distanza di tanti anni il problema è sempre più ampio e difficile da affrontare ed in generale le diverse componenti della Sinistra italiana e del Centro Sinistra (partiti, governi locali e nazionali, teorici e intellettuali) oscillano fra una solidarietà troppo generica, un iper-realismo amministrativo, e tentazioni xenofobe non tanto celate.



Non è questa la sede per analizzare il grande tema delle migrazioni, delle società multietniche e della inadeguatezza delle sinistre italiane (ma anche europee) nell’affrontarlo.



Vorrei accennare invece ad un aspetto più coerente a questa rivista e a questa rubrica : che “genere” di Migranti arrivano sempre più in Europa dai diversi Paesi in crisi? Per molti decenni si sono mossi in cerca di una vita migliore soprattutto Uomini Giovani. Negli anni 2000, ormai da 15 anni, sono sempre più aumentate le donne, in arrivo non solo dall’America Latina, dalle Filippine e dall’Est, per svolgere lavori di assistenti in Famiglia (Colf e Badanti), ma anche dall’Africa, dall’Asia e dal MediOriente, assieme ai propri mariti (o parenti) ma anche da sole e spesso con i propri figli. I dati più recenti sulla composizione di Genere degli Stranieri-Immigrati che vivono in Italia indicano che su oltre 5 milioni di persone di tutte le età quasi il 55 % sono femmine. Sempre più spesso leggiamo o vediamo scene di arrivi in Italia di molte giovani donne con i loro bambini.



La migrazione maschile e quella femminile mi pare che indichino aspetti diversi della storia contemporanea di un mondo in drammatico movimento. Le donne che si spostano e partono lasciando pur provvisoriamente il loro paese, portando sempre più spesso con sé figli piccoli o addirittura in pancia, raccontano di una condizione negativa e disperata delle loro vite che le porta a non delegare più al proprio compagno di vita o al proprio fratello o cugino o zio la ricerca di soluzioni all’estero per poi essere chiamate con le pratiche del ricongiungimento familiare. Queste centinaia di migliaia di donne “migranti” ( soprattutto dall’Africa e dal MediOriente ) manifestano anche il loro protagonismo femminile, la loro presa in carico di una responsabilità diretta sulla loro vita e su quella delle nuove loro generazioni e dimostrano nello stesso tempo una sfiducia nel ruolo degli uomini della loro famiglia. Le crisi ambientali che provocano fenomeni “naturali-innaturali” come siccità o inondazioni, le crisi economiche e le loro disuguaglianze estreme, le crisi sociopolitiche con relative dittature, le guerre e i conflitti locali, il fondamentalismo religioso, stanno provocando un aggravamento delle condizioni di vita di centinaia di milioni di persone, mentre la diffusione travolgente delle comunicazioni via rete e telefonia mobile avvicinano in tempo reale le diversità e opportunità di un’altra vita nei paesi del mondo più benestante spingendo quei milioni di esseri umani ad abbandonare le proprie città o paesi o villaggi senza speranze per provare a raggiungere altre città di altre nazioni e continenti. Chi parte da quelle condizioni lascia la morte per la vita e se è donna è sempre più consapevole che deve salvare non solo se stessa ma anche i suoi figli e a volte anche i suoi genitori più anziani e magari i suoi uomini (mariti, fratelli, cugini, zii) sempre più disoccupati, demotivati, spesso ubriachi e sfatti da droghe locali o coinvolti in attività militari o criminali o estremiste e fondamentaliste.

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