NOIUOMINI / D.Lui, di Noi?

Un mese fa esattamente, il 18 ottobre, con La Repubblica e con il settimanale D.Donna è uscito il primo numero di una nuova proposta editoriale del Gruppo: il mensile “D.Lui”. Nel 2008, durante il mio pieno impegno con l’Associazione Nazionale MASCHILE PLURALE, avevo pensato che in Italia stesse crescendo una domanda potenziale di una rivista, un periodico “popolare” dedicato agli Uomini, con un taglio innovativo, e avevo scritto alla Direttrice di D.Donna ed a Repubblica proponendolo e rendendomi disponibile a collaborare. Non ho ricevuto alcuna risposta. Dopo sei anni ecco la risposta. Ero molto curioso di leggere la novità anche perché in D.Donna erano stati pubblicati più di una volta articoli interessanti sulla crisi del “maschile” e sulle tendenze socioculturali di un rinnovo delle “identità maschili”.

D.Lui: direttrice una donna, la stessa di D.Donna, Daniela Hamaui; curatori un uomo e un’altra donna; redattori due uomini e due donne; Art Director un’altra donna; Fashion Director un’altra donna. Maggioranza assoluta femminile.



L’editoriale firmato dalla Direttrice è interessante parte dal pianto degli uomini pubblici e potenti, cita Obama e l’intervento antistupro all’ONU dell’attrice Emma Watson che si rivolge agli uomini, e poi scrive: ”Gli Uomini sono tornati, avevano perso identità (…) ma ora sono pronti a dialogare con le donne.(…) Per questo nasce D.Lui un giornale rivolto ai nuovi uomini, sensibili, emotivi, intelligenti, che non hanno paura delle loro fragilità..(…). Uomini rotondi….”. Rotondi? Non è male come aggettivo anche se un po’ buffo. Nuovi, sensibili, emotivi, intelligenti, fragili, senza paura di esserlo. E’ una bella sfida di definizioni cui confrontarsi e scambiare idee. E quindi proviamo a leggere gli articoli che forse propongono alcune articolazioni di queste “immagini del nuovo maschile”.

L’indice della rivista e alcune firme? In questo primo numero scrivono anche Federico Rampini, Michele Serra, Antonio Cianciullo, Federico Fubini, Alberto Flores D’Arcais, ed altri accanto a firme femminili. Gli articoli parlano di alcuni temi come la Filantropia di alcuni personaggi molto ricchi del mondo; di Ambiente e inquinamento; di Economia globale e disuguaglianze; di Consumismo; di Natura e rapporto con gli Animali; di Relazioni umane nelle aziende; di Single ; di nuovi Personaggi dello Spettacolo; di Viaggi; di Case; di Letteratura ; di Moda.

Nel suo complesso D.Lui ricalca la struttura editoriale di D.Donna. Ma ciò che mi ha colpito negativamente e mi sembra proprio un forte incoerenza con lo stesso editoriale, è la assenza assoluta almeno di una Rubrica fissa sull’identità, sulle crisi del maschile, sulle riflessioni relative, sui libri, persino film, piece teatrali, iniziative, che ormai in Italia esistono e crescono da anni e in parte sono proprio uno dei motori della trasformazione sociale contemporanea. E invece almeno nel primo numero nulla di tutto ciò. Il paradosso aumenta se si pensa che poche settimane prima proprio D.Donna aveva pubblicato un bell’articolo sulle “figure” maschili, e che sul parallelo numero di D Donna venduto con D.Lui vi erano articoli che avrebbero potuto stare nel secondo e che da anni alla fine di D.Donna una delle pagine fisse più interessanti è quella di risposta alle lettere scritta dal filosofo Umberto Galimberti. Forse il massimo del contrasto in questo primo numero D.Lui è raggiunto dal retro della rivista, inevitabilmente dedicato ad una pubblicità di moda (ma non è questo il problema): una famosissima casa francese propone due completi da sera per uomo indossati da due giovanissimi modelli che sembrano proprio …due manichini! Dalla Donna oggetto all’Uomo oggetto? L’editoriale e le 250 pagine di rivista non “dicono” questo ma quella pagina finale è proprio... una caduta di stile. Vedremo il prossimo numero.