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NOIUOMINI / 8 marzo Festa delle Donne: Lui per Lei ?

NOIUOMINI / 8 marzo Festa delle Donne: Lui per Lei ?

Responsabilità e Coinvolgimento degli Uomini nel cambiamento.

Sabato, 07/03/2015 -
HeforShe? In questi giorni è scoppiata la polemica sull’invasione progressiva in Italia di termini in Inglese. Eppure è interessante ricordarsi che l’etimologia inglese di WOMAN risale ai termini accoppiati dell’Inglese antico con MAN che voleva indicare “Essere Umano” e WIF “Donna”, termini abbinati e diventati nei secoli WOMAN per indicare una Donna. Al plurale WO rimane come radice e MEN indica appunto la pluralità: la relazione Uomo Donna rimane forte in questa parola inglese. Quest’anno l’8 marzo ( occidentale americano ed europeo ) è caratterizzato dalla proposta dell’attrice inglese Emma Watson che, dopo il suo ormai famoso discorso alle Nazioni Unite di pochi mesi fa, ha coerentemente proceduto nel suo impegno di coinvolgimento degli Uomini con uno slogan efficace e sintetico diventato proposta, campagna di comunicazione e di azione in tutto il mondo : LuiperLei HEFORSHE. La festa delle Donne ed il resto dei 364 giorni di ogni anno dovrebbero così coinvolgere maggiormente NoiUomini nel cambiare le società a favore delle Donne, del loro ruolo reale, del loro riconoscimento culturale, sociale, politico ed anche economico, molto più di quanto non lo sia ancora oggi. Sta di fatto che in questi ultimi mesi e settimane in alcuni Paesi del Mondo stanno avvenendo iniziative maschili nuove e a volte molto particolari dal punto di vista simbolico : in INDIA finalmente molti uomini di ogni età stanno manifestando pubblicamente contro gli stupri di ragazze e loro uccisioni; in AFGANISTAN alcuni uomini sono scesi in piazza coperti da Burka contro l’oscurantismo e lo sfruttamento delle donne; in TURCHIA alcuni ragazzi hanno manifestato in gonna contro stupri, sfruttamenti, uccisioni di donne.



Su La Repubblica del 6 marzo è stato pubblicato un supplemento di sei pagine dedicato all’8 marzo con nove articoli scritti da quattro Donne e cinque Uomini. Sono nove pezzi interessanti per la varietà delle loro sfumature al femminile e al maschile : dalla comprensibile rabbia feroce e per niente “collaborativa” di C. DeGregorio al parallelo scetticismo critico di un coinvolgimento maschile di A.Sofri; dalla denuncia di ipocrisia sociale – fuori casa con e per le donne, in casa tradizionalisti- di N. Aspesi alla parallela autocritica autocosciente di V.Zucconi; dall’entusiasmo ottimistico di E. Stancanelli all’asettico tecnicismo linguistico di S.Battezzaghi; dall’orgoglio e scoramento per la penalizzazione sociale delle donne di A.Ginori alla denuncia di omertà maschile di Romagnoli per finire con la dotta ma fredda e distaccata analisi statistica su istruzione e lavoro fra Uomini e Donne del quinto uomo, M.Ricci.



Io credo nella positività dell’impegno maschile diffuso ( non di piccole elite di uomini ) per cambiare noi stessi. Un impegno senza ipocrisie, senza presunzioni, senza esibizioni, e non per “proteggere” o “accontentare” le giuste richieste delle Donne. Non mi convince né mi piace di molti intellettuali italiani e non, la loro freddezza distaccata e disincantata anche se autocritica né la loro rinuncia all’impegno con la motivazione che sarebbero le Donne a dovere e potere provocare il cambiamento della società. Noi Uomini siamo di fatto l’origine della loro sofferenza sociale e individuale e Noi dobbiamo impegnarci a cambiare ( fuori casa e in casa ) innanzi tutto per Noi stessi e per i nostri figli maschi e di conseguenza anche per le Donne e le giovani generazioni femminili. Tutto il resto sono alibi teorici semplicemente convenienti.



Nel 2008, scrivendo “Teresina, una storia vera” avevo provato con estrema sintesi a tracciare qualche linea di identificazione maschile ancora fragile ma forse utile che ancora oggi dopo sette anni mi sembra interessante: “E’ possibile riscoprire una Mascolinità in cui: la Forza non coincida con la Violenza, la Tenacia con la testardaggine, la Grinta con la Cattiveria, la Convinzione con la Rigidità , l’Intelligenza con la Furbizia, la Passione con la Patologia, il Desiderio con la Cecità, l’Immaginazione con la Follia, il Coraggio con l’Incoscienza, il Piacere con l’Ossessione ?”



Provavo ad definire delle coppie di valori-disvalori tradizionalmente insiti nello stereotipo e nella verità dell’essere uomini-maschi ipotizzando di provare a riconsiderarli nelle loro potenzialità positive neutralizzando o eliminando le degenerazioni storiche. Se non andiamo oltre i NO ( alla violenza, all’egoismo, al disinteresse, alla prevaricazione, alla sordità ) e non proviamo a definire dei SI dei nuovi SI con qualche caratterizzazione positiva del maschile non cambieremo molto noi e la società stessa.



Ma per cambiare come Uomini credo proprio che dovremo farlo in qualche modo assieme alle Donne, in uno scambio di stimoli ed anche di buone provocazioni. Alla Biennale Teatro di Venezia del 1999 vidi uno spettacolo sperimentale di messa in scena del Re Lear di Shakespeare e per la prima volta mi trovai a riflettere criticamente sullo stereotipo tradizionale : UOMO Forte e Razionale DONNA Debole ed Emotiva. Ho rielaborato questa riflessione fino a renderla una ipotesi quasi opposta cui mi aveva portato un uomo del ‘600 inglese : UOMO folle e fragile DONNA concreta e forte. Nel mio ultimo libro “UBUN Uomo Bianco Uomo Nero dialoghi sulla vita fra un Europeo e un Africano” ho provato a trascriverla pur con il timore di non essere capito ed invece essere frainteso.



“Forse abbiamo creato nei secoli una banalizzazione della Donna come più emotiva, più debole, più fragile dell’uomo e l’Uomo come più forte, quando probabilmente è esattamente l’opposto. La vera emotività incosciente e in parte immatura è proprio quella dell’uomo che irresponsabilmente rischia anche troppo, credendosi libero di vivere e morire per sé e per gli altri, credendosi forte. (....) Ma la forza della Donna sta anche nel suo “potere generativo” nelle sue capacità di reazione, resistenza, responsabilità, tenacia, sensibilità, intelligenza. Tutto ciò rende la Donna più “potente” ( che può ), più forte, e quindi tutto ciò che è successo, un potere maschile che ha represso e che ha impostato la vita a suo vantaggio, è stata proprio una reazione “folle” dell’Uomo di fronte al “potere”, al poter essere e fare della Donna. “Tu hai un potere che io sento, ti riconosco e non accetto, mi fa sentire inferiore e quasi inutile, sminuito e allora reagisco, reprimendoti, asservendoti fisicamente e psichicamente facendo anche finta di proteggerti.” Da questa interpretazione consegue che la differenza vitale e positiva fra Uomini ed Donne anziché portare alla collaborazione, alla convivenza umana, civile, all’amore, ha portato gli Uomini allo sfruttamento, allo scontro, alla difficoltà. Credo proprio che lo schema tradizionale occidentale Uomo Forte Razionale - Donna Debole Emotiva sia quasi da ribaltare. E sarebbe bello e fruttuoso se le coppie e le società si basassero sul piacere e la necessità di relazioni che riscoprissero e riconoscessero con intelligenza reciproca, la Forza, la Razionalità, la Responsabilità vitale delle Donne accanto alla Follia, l’Emotività, l’Energia, pur rischiosa degli Uomini.” Altro che “Uomini tutti d’un pezzo” di cui si scriveva nel dialogo fra Galimberti e un suo lettore nella rubrica di D Donna del 21 feb scorso in cui però si accennava proprio a questo tema della fragilità maschile. Per finire vi cito una recente e bellissima battura di una giovane cassiera in un supermercato romano: rivolgendosi a mia moglie ridendo le ha detto: “Signora, e faccia pagare Lui : sti uomini di oggi, poverini, vanno tirati un po’ su, se no ci crollano addosso…..anche se non rendono più come una volta“.

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