Il 9 settembre alle ore 15,30 alla Casa del Cinema di Roma incontro con la regista e scrittrice Gabriella Romano e commento dei suoi lavori
ROMA VISIVA / Casa del Cinema - 9 settembre 2021
Intervento di Elisabetta Colla
Ringrazio Costanza Fanelli, presidente di NoiDonne 3.0, per la sua introduzione e voglio ringraziare anche Tiziana Bartolini, che è qui in sala, la Direttora della Testata NOIDONNE, la storica rivista femminista che molti di voi conoscono e che fino a pochi anni fa era ancora cartacea, oggi è online ma mantiene il suo status di testata giornalistica.
Per questa rivista ho avuto il piacere e l’onore, negli ultimi 20 anni circa di curare la rubrica dedicata al cinema, nelle sue varie declinazioni al femminile: documentari, lungometraggi, cortometraggi, festival, dialogando con autrici e registe o con presidenti donne di giurie e direttrici di festival o all’interno di altre manifestazioni al femminile.
NOIDONNE negli anni ha sostenuto, con gli articoli sulla cinematografia al femminile e sulle arti visive in genere (anche mostre ad esempio), artiste di mondi lontani dove alle donne era ed è ancora proibito o estremamente difficile trovare una collocazione creativa (come anche lavorare o esprimersi in genere), come l’Arabia Saudita o l’Afghanistan, per toccare un dolente tasto di attualità, con questo Paese abbiamo avuto un rapporto particolare accogliendo in Italia nel 2008 ad esempio due registe afghane, Roya e Alka Sadat, attraverso un progetto specifico di NoiDonne ed offrendo loro incontri ed opportunità di mostrare e vendere un loro documentario sui matrimoni forzati e sulla violenza alle donne. Le due sorelle sono riuscite a creare, con l’aiuto dell’associazione Pangea, anche un loro Festival, di cui ad oggi non abbiamo più notizie.
Al tempo stesso NOIDONNE, nel corso degli anni, ha mantenuto costante lo sguardo sulle correnti, le tendenze e le artiste ed autrici indipendenti, come Gabriella, che hanno cercato con le loro opere di decostruire i repertori estetici e narrativi ‘dominanti’, così come anche le dicotomie banalizzanti, valorizzando invece i diversi modi di percepire immaginari e visioni di un femminile molteplice, e lasciando affiorare la molteplicità delle identità di genere e ‘post-genere’ (LGBTQplus, transgenderismo, approccio non binario, e altro ancora), emergenti negli ultimi due decenni.
Gabriella Romano, alla quale ora vi lasciamo, è pertanto un’artista completa, documentarista, scrittrice ed esperta di storia orale delle donne e dell’omosessualità, temi ai quali si è dedicata dagli anni Novanta, nonché ricercatrice raffinata di storie spesso inascoltate o di punti di vista originali, di testimonianze di persone rese invisibili, di protagoniste e protagonisti di ‘vite vissute’ omesse o non intercettate dalla storia con la S maiuscola. Grazie e diamo la parola alla nostra Gabriella.
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