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NOI DONNE DI HOPPER

NOI DONNE DI HOPPER

"Penso che le donne oggi facciano fatica. Una grande fatica. Si sono proprio stremate, anche se poche lo ammettono. ..."

Martedi, 18/04/2017 - Penso che le donne oggi facciano fatica. Una grande fatica.

Si sono proprio stremate, anche se poche lo ammettono. Sembrano piene di grinta, paiono determinate e decise, ma schiacciate tra i figli e il lavoro che richiede sempre più energia, rapidità, efficienza.

Oggi non si lavora più solo a ore ma con la necessità di un’ integrale presenza mentale.

Cioè bisogna esserci con la testa, concentrarsi, riuscire a finire i compiti. Anche se si hanno mille pensieri di altro tipo e preoccupazioni di altro genere.

Tutto sommato, credo che le donne siano più sole che in passato.

Tra la crisi economica, il boom migratorio, i desideri di famiglia e di espressione personale al femminile, dato che anche il dialogo tra generazioni di donne si è praticamente annebbiato, oggi si è molto più sole di un decennio fa.

Non esiste più la famiglia di una volta, il branco con nonne e parenti che alla fine era insidiosamente pedante e prevaricatore ma reggeva agli urti della vita e conteneva ogni dolore.

Quindi se non puoi permetterti baby sitter o aiuti domestici, se non ti crei una rete di sicurezza, non ne esci.

Un corollario di amiche, di vicini compiacenti, di genitori disponibili che possano rappresentare una terza mano sacra e preziosa.

“In una società che ha ribaltato i ruoli, la donna è una figura diversa che ha esigenze diverse e che vuole affermare la propria individualità, la propria autonomia e la propria professione”, sottolinea una rampante assessora emiliana. “Ma al tempo stesso la società esige e richiede loro due quesiti fondamentali: quando ti sposi? Quando avrai dei figli? La tendenza ad essere autonome ed indipendenti va a scontrarsi con il ruolo ancestrale della donna, che è moglie e madre”.

L’autonomia vuole esigenze diverse anche e soprattutto nei confronti del partner: e un compagno per essere tale deve diventare autosufficiente perché non può più cercarsi la moglie-mamma. E le donne? Sono divenute più emancipate, più aggressive, fino ad incutere diffidenza; di fatto il gioco dei ruoli nella seduzione è stato ribaltato, denaturato, delegittimato: non si sa più chi è chi, chi è il cacciatore e chi la preda. Ora le cacciatrici sono loro e in alcune situazioni sembrano addirittura sfacciate.

Un ruolo che spaventa l’uomo che tende a tirarsi indietro e che condanna alla solitudine la donna, perché focalizza la sua vita più su aspetti narcisistici: “Guardandosi indietro spesso trovano solo quanto seminato, lavoro e affermazione personale, ma non un rapporto interpersonale duraturo: il problema è che in un rapporto di coppia c’è da mediare e condividere e loro non ci stanno, si sentono strette e si ritirano. Però è l’orologio biologico che si fa sentire: riemerge il desiderio ‘arcaico’ di essere moglie e madre: la paura è quella di non poter trovare un compagno con il quale avere un figlio. E il mondo crolla come fosse un castello costruito sulla sabbia per quelle che programmano la loro vita, perché il figlio deve arrivare, per forza, perché pianificato come tutto il resto e non più come desiderio d’amore e di coppia”.

Sole e organizzate. Dure e altere, ma fragilissime. Narcisiste e paurose, alla ricerca di un compagno che non c’è più ma che mostrano di non volere. Come si potrebbe invertire questa rotta?

“Difficile cambiare rotta, senza cambiare le variabili in gioco. Forse è necessaria la consapevolezza che uno sviluppo armonico avviene quando esiste la possibilità di vivere anche le emozioni, di comprendere i nostri limiti e quindi che, in qualche caso, non è possibile ‘avere tutto’, che le situazioni passano e non sempre si possono rimandare. E quando sono passate l’importante è non rimpiangerle.

Sono queste le riflessioni scaturite dal guardare le protagoniste della mostra di Edward Hopper, icona dell’arte americana del XX secolo, in programma al Complesso del Vittoriano a Roma, un mese fa. Immagini di donne sole e in interni, affaccendate o contemplative che esprimono immagini di solitudine più che di tristezza, di forza più che di vulnerabilità, caratteristiche che le rendono sempre drammaticamente attuali.

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