Giunte alla terza edizione, Le Notti di Cicerone, hanno avuto, il 16 settembre 2011, una magistrale apertura con il concerto della cantante israeliana Noa. L’artista porta a Formia la sua esperienza di vita, di chi, a 17 anni, a seguito di una profonda crisi d'identità e alla ricerca di chi fosse Achinoam Nini, decise di tornare in Israele dove prestò servizio militare obbligatorio per due anni. La sua carriera da cantante coincide con la nascita del suo terzo figlio, nel 2010, quando debuttò come cantante, divenendo presto celebre anche all'estero per i numerosi concerti dal vivo e tournée. Artista poliedrica ed impegnata è stata presente in vari eventi ed occasioni come, nel settembre 2011, nell'ambito dell'Annuale meeting “United Artists for Peace” promosso dai Frati Francescani di Assisi, durante il quale venne insignita del premio “Artista per la Pace”. Il 16 ottobre 2003 Noa fu nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO). Dal 2007 è Cavaliere della Repubblica Italiana, onorificenza disposta dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
Nel 2011 pubblicherà un album, dal titolo Noapolis nel quale canta in napoletano alcuni brani famosi della canzone classica napoletana. Ha proposto in anteprima a Napoli (il 6 dicembre 2010) : Santa Lucia Luntana e I' te vurria vasà. L'8 marzo 2011 a Catanzaro, in avvio del nuovo tour, riceve il "Riccio d'Argento" di Fatti di Musica proprio per "Noapolis.” E sono solo alcuni esempi della sua eccezionale carriera.
Accolta a Formia Noa si esibisce su uno sfondo unico e suggestivo: il mausoleo di Marco Tullio Cicerone e lo spazio verde annesso. L’affluenza è stata oltre le più rosee aspettative e la capienza del luogo di 2000 persone è stata finanche superata, visto che numerose erano le persone in piedi, rimaste anch’esse fino all’ultimo bis, incantati da una voce magica, suadente e da un’eccezionale presenza scenica.
Accompagnata dagli archi del Solis String Quartet, con dei superbi arrangiamenti, e dal chitarrista Gil Dor (che l’accompagna da ben 22 anni) Noa canta e coinvolge il pubblico per circa due ore di concerto. Stabilire in quale lingua canti è utopia visto che passa dal parlare in italiano con il pubblico, al cantare in inglese e persino in napoletano, riuscendo mirabilmente a sostenere il confronto con testi e musicalità che non appartengono alle sue culture, essendo lei un’ebrea yemenita vissuta in America e tornata solo a 17 anni in Israele.
Poliedrica e professionale artista, si cimenta anche nelle percussioni mentre il pubblico, catturato, la vede muoversi come una danzatrice con una leggiadria che, sapientemente, accompagna le parole.
Tante le canzoni, tra le quali una yemenita, della nonna, che parla di una donna la quale : “volle rompere le sue catene”, afferma Noa “volle esser libera. La cultura e la lingua sono differenti dalla vostra ma la donna è la stessa.” Dopodiché Noa usa il suo stesso petto come “percussione” per scandire il tempo di questa coinvolgente canzone.
Ancora non ci si è ripresi da questo turbinio di note ed emozioni che canta, letteralmente, i saluti al pubblico per essere poi richiamata a gran battito di mani per un bis, ed è uno scroscio di applausi che accoglie il tema principale della colonna sonora de La vita è bella (Beautiful that way scritta da Nicola Piovani).
E sulle note di un capolavoro italiano la cantante cosmopolita esce di scena, lasciando spazio ad un piacevole riecheggiamento interiore della musica appena ascoltata. Nata a Tel Aviv da una famiglia di ebrei yemeniti costretti a fuggire dal loro paese a causa dell'ostilità seguente alla proclamazione dello stato d'Israele, a due anni si trasferì con la famiglia a New York dove il padre, docente universitario, aveva ottenuto un incarico.
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