Ci siamo lasciati alle spalle mesi inediti di “chiusura” nelle case, nei confini regionali e nazionali durante i quali abbiamo esorcizzato le paure cantando insieme e a distanza da finestre e balconi, appendendo bandiere arcobaleno e striscioni con “Andrà tutto bene” dipinti da mani di bambine e bambini.
Un virus con la corona, un sovrano crudele ha mascherato i nostri volti e smascherato, reso visibili ed acuito problemi antichi, locali e globali. Povertà, fragilità, disuguaglianze, ingiustizie.
No, non è andato tutto bene.
La violenza fisica e psicologica su donne, bambine e bambini ha continuato indisturbata ad essere agita da uomini di casa. Sono infatti aumentate in maniera esponenziale le chiamate come emerge dai dati dei Centri Antiviolenza nazionali e locali e dalla relazione della Commissione d'inchiesta sulla violenza di genere del Senato.
Sono continuati i femminicidi e, orrore e dolore insopportabili, un padre uccide i figli gemelli, un ragazzo e una ragazza, e poi si suicida per punire la donna, madre e moglie, colpevole a suo parere di voler porre fine a un rapporto. Un figlicidio, secondo noi, frutto di un'idea patriarcale della famiglia espressione di dominio maschile.
E non potrà andar bene per le donne dell'Umbria obbligate da una delibera regionale a tre giorni di ricovero in ospedale per l'interruzione farmacologica di gravidanza invece che in day hospital o in regime ambulatoriale. Come se non bastassero tutte le difficoltà ad applicare la legge 194.
E non è andata bene a tutte noi donne escluse o sottorappresentate nelle numerose commissioni e task force istituite durante e dopo la pandemia, molte delle quali costituite rigorosamente da soli uomini.
E non è andata bene con lo smartworking perchè il peso maggiore della conciliazione tra lavoro e cura della prole è stato sostenuto dalle donne, salvo nicchie di uomini nuovi che condividono la conduzione della famiglia. E se nel 2019, in assenza di covid, 37mila lavoratrici madri nella fascia d'età 29-44 anni hanno lasciato volontariamente il lavoro, possiamo immaginare cosa possa succedere se si continua a non investire in servizi a partire dalla scuola.
Il virus con la corona ha smascherato anche l'antistorica “rimozione” del pensiero delle donne e la sottovalutazione del valore della loro presenza nella sfera pubblica consapevolmente agita o frutto di stereotipi difficili da scardinare. Riemergono come normale l'idea e l'azione che il potere delle decisioni possa ancora essere appannaggio di soli uomini. In presenza di saperi e competenze che le donne hanno ampiamente dimostrato di possedere in tutti i campi, nella scienza, nella medicina, nell'economia, nei servizi di cura, nell'insegnamento, nel governo di città e di Stati.
Tocca a noi donne agire affinchè Tutto possa andare meglio.
Dobbiamo far sentire le nostre voci, fare cerchio, immaginare, costruire e pretendere un DOPO governato anche dalle donne. Abbiamo risorse ed intelligenze. Potrebbe essere questo il momento dell'azione per ripensare, riprogettare il tempo nuovo e scongiurare il tentativo già attivato da molti uomini di potere in varie parti del mondo di utilizzare il virus e la pandemia in chiave autoritaria, partendo dalle donne intanto...
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