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NO all'Arte che non dice la verità

NO all'Arte che non dice la verità

No ad una statua che non ricorda le donne che subiscono violenza

Martedi, 26/03/2013 - NO. E non perché è una figura femminile svestita e quindi ancora una volta un corpo violato e non una persona nella sua integrità.

NO. E non perché il tocco realistico della borsetta circoscrive la violenza allo stupro di passaggio quando il femminicidio è cosa domestica soprattutto.

NO. E non perché la posa e la fierezza dello sguardo rimandano a eroine dei videogiochi e non al dolore reale dell'offesa e dell'impotenza.

Se l'artista avesse copiato l'Urlo di Munch sarebbe stato appena appena vicino alla realtà di questo dolore.

Se l'artista avesse scolpito tante figure femminili nella posa finale della danza Masai sarebbe stato appena appena vicino alla fierezza di una reazione collettiva.

Se l'artista avesse rinunciato alla figuratività forse sarebbe stato appena appena vicino al Senso che l'Arte dovrebbe testimoniare:

"Il mondo abitato, fin dove ci era noto, si era rivoltato contro di noi, sempre più crudelmente, sempre più velocemente. Contro noi donne, disse Pentesilea. Contro noi esseri umani, ribattè Arisbe." (Cassandra, Christa Wolf).

Perché per ogni donna uccisa, violata, offesa, maltrattata è il Mondo intero che perde valore.

Ricoprite questa statua.

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