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NO AL FEMMINICIDIO. Un video contro la violenza di genere

NO AL FEMMINICIDIO. Un video contro la violenza di genere

Il video della giovane Benedetta Michelangeli sul femminicicio. L'abbiamo intervistata...

Giovedi, 30/05/2013 - Benedetta Michelangeli ha 23 anni e con lo sguardo di una giovane giornalista ha realizzato un video sul tema della violenza di genere postandolo sul suo blog http://benedettamichelangeli.wordpress.com/2013/05/29/no-al-femminicidio-3/

Abbiamo raccolto dalla sua viva voce il filo dei sentimenti e le ragioni che l'hanno portata a voler comunicare attraverso le immagini.



Perché hai pensato di parlare di violenza contro le donne con questo linguaggio?

L’idea del video ha unito due necessità con le quali mi sono scontrata al mio ritorno a Roma dopo mesi prima a New York e poi a Bruxelles: quella di filmare ogni dettaglio, ogni aspetto di questa città che mi è mancata profondamente. E in questo senso il murales in Via dei Sardi è stato un’apparizione: bella da lontano ma lacerante da vicino. Quelle che sembravano sagome di bambine avevano invece scritto sul petto i nomi e l’età di ognuna delle donne uccise dal proprio compagno nel 2012. La seconda necessità è stata quella di voler contribuire al grido di allarme nei confronti di una realtà terribile come quella del femminicidio, per un impulso che nasce quando torni a casa e ti accorgi che il progresso che ci si aspetta dalla nostra società tarda ad arrivare e a volte è del tutto fermo. Gli omicidi di adolescenti e donne accavallatisi in questi ultimi mesi, uno dietro l’altro, sono uno di questi momenti immobili dell’Italia di oggi. Allora ho ripreso il video che avevo fatto, pensando che mai come ora sarebbe stato utile diffondere quelle sagome stilizzate che nella loro semplicità sono cariche di significato.



Secondo il tuo punto di vista di giovane donna, e in base alle tue esperienze, che spiegazione dai alla violenza di genere e al femminicidio ?

La violenza di genere esiste e continuerà ad esistere fino a quando il rispetto della donna non sarà ben radicato nella nostra società. Spesso questo rispetto è calpestato: c’è chi nega sia così, chi sostiene che la violenza tocchi tutti, il diverso, l’emarginato. Verissimo; ma le donne di ogni età uccise oggi dal proprio fidanzato adolescente, compagno o marito che sia, testimoniano che in questo momento in Italia c’è un problema e un’emergenza che riguarda il genere femminile. C’è bisogno di un’educazione al rispetto e all’uguaglianza che evidentemente ancora oggi manca. E questo nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi cinquant’anni per quanto riguarda i diritti delle donne, la loro condizione, il loro ruolo all’interno della famiglia, al lavoro. Il femminicidio è il culmine della distorsione che si può avere della donna. Una deformazione del suo ruolo di moglie, fidanzata, amante. Poi accanto a questo ci sono tante altre distorsioni che sono comunque violenze, e dalle quali una donna oggi deve potersi tutelare. Quando una donna non si sente sicura, non si sente tutelata, ha paura, vuol dire che un problema c’è. Quando una donna viene eletta Presidente della Camera e poi è vittima di insulti atroci, insensati e bassi che si ripetono e che sembrano non diminuire, come è accaduto a Laura Boldrini, lo Stato deve starci accanto e lasciarci vivere aiutando la società tutta a riconoscere queste forme di violenza, senza sottovalutarle.



Nelle scuole si affronta in modo adeguato questo tema, secondo te?

Credo profondamente nell’influenza del percorso scolastico di ciascuno di noi: quello che si studia nei banchi dalle elementari al liceo, che a farlo sia uno studente modello o no, resta più o meno profondamente nella memoria, destinato a riaffiorare negli anni successivi. Credo che affrontare una questione come quella della violenza di genere a scuola sia fondamentale: discuterne, confrontarsi, riflettere. La scuola è anche questo, e mi auguro che in un triste panorama in cui si dà sempre meno peso e valore al nostro sistema scolastico, continuino ad esserci professori in grado di insegnare questo: il confronto e il rispetto di tutti.

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