Martedi, 10/12/2019 - Il centro antiviolenza Galatea, associazione di volontariato che da anni opera a Catania a supporto delle donne e dei minori vittime di violenza di genere, ritiene gravissimo quanto accaduto all’indomani della docufiction Rai andata in onda il 5 dicembre sulla figura di Nilde Iotti, prima donna a rivestire la carica di Presidente della Camera nel nostro Paese.
Il tono dell’articolo apparso su Libero a firma di tale Giorgio Carbone che si riferisce a Nilde Iotti, con le seguenti espressioni: "grande a letto e in cucina, come tutte le emiliane. Simpatica e prosperosa, che è il massimo che in Emilia si chiede a una donna" è altamente offensivo, sessista e diffamatorio.
Il fatto non può rimanere senza conseguenze.
Occorre intanto che l’ordine dei giornalisti provveda a sanzionare quella condotta e a segnare una discontinuità rispetto a una certa stampa che continua a trattare le donne senza alcuna considerazione. Molta parte di quella ci ha abituati a una narrazione distorta oltre che violenta ed aggressiva e pretendiamo che ciò non si ripeta ancora.
Non esiste giustificazione alcuna perché una testata riservi alla memoria di una grande rappresentante politica di questa Repubblica, una madre costituente, parole piene di disprezzo e di scherno, volgarità gratuite e offese che ledono la dignità della persona umana.
Il Paese, e le donne in particolare, devono a Nilde Iotti moltissimo. Ed è il momento, questo, di difendere la sua immensa memoria e con essa il nostro stesso patrimonio.
L’assoluto squilibrio nelle relazioni affettive che conduce a una morte per femminicidio ogni 2 giorni, alle costanti violenze agite contro le donne e confermate da dati di cronaca in continua progressione, affonda le sue radici in una questione prettamente culturale.
Come donne e come operatrici avvertiamo l’indifferibile esigenza di un’azione netta e inequivocabile che vada nella direzione della prevenzione. E ciò a ogni livello istituzionale.
C’è oggi più che mai assoluta necessità di dire BASTA davanti a condotte sessiste, discriminatorie, prodotto del maschilismo più becero.
L’articolo apparso su Libero impone che la magistratura appuri senza ritardo la sussistenza di una o più fattispecie di reato. In quel caso, andrà punito chi è penalmente e civilmente responsabile per quei fatti.
Che si cominci ad affrontare il tema della parità di genere impegnandoci tutti in un lavoro serio di decostruzione degli stereotipi e ricostruzione dell’uguaglianza, declinata nella quotidianità del vivere sociale! È questo l’obiettivo verso cui tendere senza ripensamenti.
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