Neos: la casa editrice composta da donne che parla alle donne
Un concorso “Scrivere donna”, un’antologia “Comunque bella” pubblicata dalla Neos edizioni composta da donne con autrici donne con libri pensati per le donne.
Venerdi, 14/06/2013 - Un concorso “Scrivere donna” presentato al Salone del Libro di Torino nel maggio scorso insieme ad una antologia “Comunque bella” in cui sono stati pubblicati i racconti selezionati per il concorso, da una casa editrice la Neos composta da donne, con autrici donne e con libri pensati per le donne. Un concorso nato nel 2009 con l’intento di mettere in evidenza figure femminile che invece sarebbero rimaste nell’ombra. Il tema di quest’anno: la bellezza femminile visto con gli occhi delle protagoniste “comunque belle”, ma non solo “solamente belle”. Nell’antologia queste figure femminili hanno tutte il loro percorso e un loro vissuto, con le loro qualità, difetti e imperfezioni che le rendono uniche. Sono donne che combattono contro gli stereotipi e contro i canoni stabiliti da società e dalle tradizioni. Madri, compagne, adolescenti, donne in carriera tutte si misurano con il proprio destino, con l’insicurezza dell’età per l’adolescente, per lo scorrere del tempo della donna più matura. Tutti i personaggi si misurano con la bellezza fisica che diventa per tutte un nodo critico dell’esistenza. Ma tutte conservano consapevolmente o no dentro di sé un angolo di poesia che è il vero motore e centro propulsivo dell’esistenza che è la bellezza spirituale, che illumina gli occhi e l’anima e che rende migliori e disposti sempre a migliorarsi. Dunque seguono tutte le loro strade da sole o insieme alle loro compagne o a coloro che amano. Tutte accettano se stesse con le proprie imperfezioni al di là dei pregiudizi e dei giudizi di chi rifiuta il confronto con l’altro, scrivendo così la propria storia unica e irripetibile. Il nuovo bando per la quinta edizione del concorso “Scrivere donna” per l’anno 2013/14 ha per tema “Donne venute da lontano”, dedicato a tutte le donne che incontriamo sulle nostre strade che arrivano da paesi stranieri e che hanno una propria storia di guerra, fame, solitudine, dittature, tutte portano dentro la propria cultura, il ricordo delle proprie famiglie, e tutti si confrontano con il senso dell’estraneità e della differenza. Raccontare le loro storie significa raccontare culture e valori che ogni donna tiene gelosamente con se e tramanda al di la di là delle idee, dello spazio e del tempo.
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