Giovedi, 04/08/2022 - Nel segno delle donne, è la mostra che si è appena aperta a Palazzo San Francesco di Domodossola (VB).
Ospita oltre settanta opere provenienti da prestigiose collezioni private e da vari musei italiani, nel Segno della Bellezza dedicata all’eterno femminino.
Oltre agli Autori di cui al sottotitolo – 'in primis' il ferrarese Giovanni Boldini presente con opere ‘parigine’ tra cui la Signora in bianco della Galleria degli Uffizi – quali il sodale ed amico Federico Zandomeneghi, in parete grandi artisti emblematici della ‘fin de siècle’ come Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Giovanni Pellizza da Volpedo, Carlo Carrà, Vittorio A. Corcos ed i piemontesi Giacomo Grosso e Giovanni B. Carpanetto.
Il percorso si snoda attraverso il tempo, la moda e gli eventi storici che accadono tra l’Italia e la Francia, incrociando anche il capoluogo ossolano.
Non si tratta di una semplice evocazione di volti e di corpi, perché le protagoniste narrano, attraverso lo scorrere dei decenni, tra la fine dell’Ottocento e gli anni Quaranta del Novecento, dei cambiamenti e dei nuovi modelli femminili che convivono con quelli più tradizionali, a volte intellettuali, altre lavoratrici, giovani o anziane, madri o figlie. Queste figure si fanno testimoni dei tempi che evolvono e del mutare del gusto estetico, dai ritratti in tulle e crinoline dalla fine dell’Ottocento a venire.
L’altro grande artista intitolato è Mario Sironi sul quale è concentrato un 'focu' sulla visione della donna a cavallo della Seconda Guerra Mondiale; dell’artista si possono ammirare circa dodici dipinti, alcuni di grande formato, come la Figura femminile con libro e moschetto. I fasti della Belle Époque con Sironi sono ormai lontani, i venti del Nuovo Secolo e le due guerre hanno condotto gli artisti e la società verso un’immagine della Donna più egualitaria. La figura femminile prende forme sempre meno voluttuose, con Modigliani, lo stesso Sironi e Picasso.
La mostra Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso vuole essere, dunque, una riflessione sulla figura dell’artista in quanto tale: è l’artista che con la particolare sensibilità del suo sguardo, 'eyes wide shut', si accorge dei mutamenti della società fino a divenire il testimone dell’evoluzione della modernità.
Piace ri-sottolineare, essenziale ultima notazione, che l’iter espositivo dà una particolare rilevanza alla moda, segno di cultura, di civiltà nei tempi, sempre più importante ed imprescindibile, nel Tempo.
La curatela dell’esposizione è affidata ad Antonio D’Amico e Federico Troletti.
Lascia un Commento