Politica/ Intervista a Caterina Liotti - Parla la neo-presidente della Conferenza provinciale delle elette di Modena, un importante punto di riferimento per il riequilibrio della rappresentanza
Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2005
Quando, come, dove nasce questo organismo?
Questo nuovo organismo è stato istituito nel novembre del 2003 con una modifica statutaria all’articolo 34 dello Statuto della provincia di Modena in cui si legge: “È istituita, presso il Consiglio provinciale, la Conferenza provinciale delle elette. La Conferenza svolge funzioni propositive in materia di partecipazione attiva delle donne alla vita politica e amministrativa, al fine di accrescere la presenza ed il ruolo delle donne nelle istituzioni e negli organismi di rappresentanza sociale, economica e culturale. Un apposito regolamento disciplinerà la composizione, le attribuzioni e le modalità di funzionamento della Conferenza” È una proposta nata come?
La proposta di istituire una Commissione delle elette era arrivata in Commissione Garanzia dal consigliere Cesare Falzoni di A.N. che aveva visto tale organismo citato nello Statuto del Comune di Bologna, allora governato da Guazzaloca, quale commissione consiliare composta dalle donne elette nel Consiglio comunale e nelle circoscrizioni È stata ripresa pedissequamente oppure c’è stata un’elaborazione critica che ha portato ad una formulazione più articolata?
Ci siamo messe subito al lavoro come consigliere della maggioranza e della minoranza per accogliere questa proposta e adattarla alla nostra realtà provinciale e per darle i nostri contenuti. La stesura del regolamento, che prevede che la Conferenza sia un organismo che riunisce in forma plenaria tutte le elette e le nominate nei consigli e nelle giunte della provincia modenese e delle modenesi con ruoli di rappresentanza politica nei consigli e nelle giunte regionali o elette al Parlamento, è stata possibile solo in questa nuova legislatura. Che cosa ha significato in termini di tempi ?
Pochi giorni fa finalmente il percorso per l’istituzione della Conferenza ha preso avvio con la nomina da parte del Consiglio provinciale della presidente e della vice-presidente: la presidente, espressione dei partiti della maggioranza, sono appunto io; la vice-presidente per i partiti di minoranza è Claudia Severi, capogruppo di F.I. Qual è la struttura organizzativa?
Ora ci aspetta un lavoro complesso di definizione di una proposta di Esecutivo della Conferenza da sottoporre alla Conferenza stessa in occasione della prima convocazione che avverrà alla ripresa dei lavori dopo l’estate. L’Esecutivo dovrà essere composto da 21 rappresentanti con criteri che tengano in considerazione elementi territoriali (3 donne per ognuno dei 7 distretti) e elementi di appartenenza partitica (2 della maggioranza e 1 della minoranza per ogni distretto). Il tutto deve anche essere composto tenendo in considerazione che per evitare che l’Esecutivo fosse composto solo dalle assessore che già nei loro comuni hanno la delega alle Pari opportunità, abbiamo inserito il vincolo che le nominate non potessero essere più del 30% del totale delle componenti l’Esecutivo. Su quali punti è maggiore l’esigenza di ricerca di equilibrio?
Sarà complicato far combaciare tutte le questioni, ma alla fine sono certa che avremo un organismo che proprio per la sua trasversalità politica e territoriale potrà essere un importante punto di riferimento per le politiche di riequilibrio della rappresentanza Esistono progetti assimilabili a quello intrapreso a Modena?
Dalla ricerca che abbiamo fatto al momento della stesura del regolamento ci siamo rese conto che non ne esiste un’altra identica. Ma d’altra parte credo sia importante che questi organismi per le pari opportunità evolvano rapidamente sperimentando anche nuove formule che consentano di adattarsi ai cambiamenti della società e per rispondere alle emergenze del momento. E il deficit di rappresentanza delle donne è a mio avviso il tema fondamentale da cui derivano tutti gli altri: politica sempre più lontana dai bisogni delle persone, scarsa partecipazione ai processi decisionali, difficoltà di comunicazione tra classe politica e cittadine e cittadini, ecc. In qualità di Presidente ha un programma di lavoro e, diciamo, di governo della “cosa”?
Le prime attività verranno naturalmente definite sulla base del confronto nell’Assemblea plenaria e nell’Esecutivo. Io credo che sarebbe utile iniziare dall’analisi degli statuti degli enti locali per proporre regole precise sul tema dell’equilibrio della rappresentanza. Ci confronteremo sul tema delle quote per la composizione delle giunte e per gli enti di II livello di competenza degli enti locali. Quote?
Innanzitutto a mio parere bisogna che le donne impegnate in politica raggiungano quel famoso 30% che permetta loro di fare “massa critica” come ci dice da tanto tempo Alisa Del Re con le sue bellissime ricerche sui temi della cittadinanza delle donne.
(22 luglio 2005)
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