Domenica, 12/01/2014 - Con assoluta serietà d’intenti, chiediamo alle e ai firmatari di tutti i Ddl sul cognome della famiglia e dei figli, già esistenti in Parlamento e di cui si calendarizzerà la discussione, di includere nei loro progetti un emendamento che andiamo adesso a specificare.
Ci riferiamo alla necessaria modifica di una regola presente in diversi progetti e totalmente priva di credibilità logica e umana, che affida la priorità nella scelta del cognome o nella sequenza dei cognomi a ordini alfabetici e sorteggi, che allo stato attuale appaiono solo per quel che in sostanza sono: la continuazione nascosta della rimozione infinita del ruolo particolare della donna nella generazione dei figli. Questa rimozione volontaria, che ha condotto al sistema patriarcale della patronimia, è la radice del male sociale che induce altre discriminazioni più profonde, fondando occultamente il presunto diritto di sopraffazione dell’essere maschile sul femminile.
Noi riteniamo che una riforma debba fare qualcosa di più che garantire il legittimo desiderio di dare ai figli il proprio cognome solo alle donne più forti o fortunate (quelle cioè che hanno un cogenitore immune da vizi ideologici); riteniamo che debba contribuire a modificare un sistema sociale bacato e ciò può accadere solo col riconoscimento di una parità che non neghi la diversità, ovvero di una parità basata su un pari contributo in termini di impegno psicofisico e relazione tra genitori e figli.
La registrazione anagrafica di un figlio avviene in concomitanza con la nascita e poiché il cognome sancisce la relazione di appartenenza a un’area familiare e questa è inizialmente configurabile ESCLUSIVAMENTE mediante la relazione psicofisica col genitore gravido che partorisce, chiediamo che PER PROSSIMITÀ NEONATALE il cognome di quel genitore sia il primo dei cognomi del figlio, senza che tale posizione possa incidere sulla futura libertà del figlio di scegliere quale dei suoi cognomi attribuire alla propria discendenza.
Ci si dirà: ma quel genitore è sempre e soltanto la donna. Verissimo e ce ne dispiace. Ove pertanto si voglia evitare di sopraffare nuovamente benché tacitamente le donne e al tempo stesso scongiurare il rischio che i padri possano ritenere non equa per loro tale norma, dichiariamo che riterremo per parte nostra accettabile la regola dell’ordine alfabetico o del sorteggio, a condizione che tale sistema sia stato posto in essere anche prima ovvero nell’assegnazione di gravidanze e parti tra i due genitori, ricorrendo a tutte le procedure biologiche del caso.
Certe del favorevole accoglimento di quest’ultima richiesta, auguriamo alle e ai parlamentari interessati un sereno e proficuo lavoro.
Milano, 10 gennaio 2014
Iole Natoli 

e coloro che hanno firmato o firmeranno la petizione
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