Nawal Soufi, quando la speranza passa attraverso anche una voce amica
E' tra i vincitori del Premio del Cittadino Europeo 2016 che verrà consegnato ufficialmente il 23 settembre prossimo nella sala degli Archivi storici dell’Ue a Firenze.
Bruxelles. Nata in Marocco 28 anni fa, Nawal si trasferisce quando ancora è una bambina insieme a tutta la famiglia a Catania. Interprete e mediatrice culturale, la giovane Nawal inizia ad aiutare i migranti nel 2012, quando decide di partire per Homs ed Aleppo con un convoglio di viveri e indumenti da destinare ai profughi ospitati nelle tendepoli. Ma non si tratta del suo primo impegno in ambito sociale. Da anni aiuta le migliaia di uomini e donne che tentano di approdare sulle coste siciliane con barconi fatiscenti. Da anni Nawal viene considerata da chi è salvo per miracolo “un angelo” perchè è lei che una volta ricevuti i messaggi SOS, comunica alla guardia costiera e alla marina militare italiana la posizione geografica dei barconi in balia delle onde per poi permettere il loro salvataggio.
Le chiamate arrivano ad ogni ora del giorno e della notte senza mai spaventarla, perchè è questo che vuole fare Nawal. Lei vuole aiutare chi abbadona guerre e disperazione anche rischiando la propria vita. E proprio per il suo impegno Nawal è stata invitata a parlare di fronte alla Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza a marzo scorso in occasione dell'incontro voluto dal Comitato del Parlamento europeo per i diritti della donna incentrato sul tema delle donne rifugiate e delle loro famiglie.
Davanti ai rappresentati dei Paesi europei, Nawal ricorda che quando si parla di migranti o profughi si parla sempre e comunque di persone che tentano una impresa quasi impossibile pur di vivere un futuro migliore. Nawal parla della tristezza di chi abbandona la propria casa, ma anche della speranza di chi vuole vivere una vita migliore. Ricorda come sia ingiusto pensare che “tutti quelli che approdano sulle nostre coste siano criminali. Non sono terroristi. Sono persone normali che vivono in condizioni disastrose. Sono loro i primi ad essere le vittime innocenti della guerra e del terrorismo” riferendosi chiaramente alla distruzione portata avanti dall'Isis.
Nawal Soufi con il suo discorso si preoccupa soprattutto per quell'Europa che definendosi paladina dei diritti umani in realtà sta chiudendo i suoi confini. "Io non temo per i migranti, non temo per i cosiddetti rifugiati o per i cosiddetti migranti economici. Io temo per l’Europa. Siamo tutti qui perchè noi tutti crediamo nei valori per cui è nata l’Europa unita. Ecco io non temo per i rifugiati perché un giorno torneranno nella loro terra, perché amano la loro terra come noi amiamo la terra dove siamo nati. Queste persone amano la Siria, amano l’Afghanistan, amano l’Iraq. È lì che un giorno torneranno” dice.
Quello che l'Europa sta vivendo è una vera e propria emergenza umanitaria. per questa ragione Nawalricorda l'importanza di aprire i corridoi umanitari attraverso i quali i migranti possono entrare legalmente, senza essere considerati illegali. Secondo i recenti dati del Ministero dell'Interno i centri d’accoglienza italiani sono al collasso. Se nel 2015 sono arrivati in Italia più di diecimila migranti. Nei primi mesi del 2016 il numero è salito a diciottomila persone. E le cifre sono destinate a salire nei prossimi mesi.
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