- La Giornata Mondiale della Prematurità è occasione per affrontare una realtà di cui si conosce poco. E per parlare della rete di solidarietà delle famiglie
Silvia Vaccaro Lunedi, 22/09/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2014
Ogni anno nel mondo sono 15 milioni i bambini nati da parti prematuri, più di 1 su 10 (fonte Save the Children). Di questi, un milione e centomila non riesce a sopravvivere perdendo la vita poco dopo la nascita, e sono tantissimi quelli che riportano comunque danni permanenti a livello fisico, neurologico o mostrano deficit d’apprendimento. Novembre è un mese particolarmente importante per chi si occupa di questo tema poiché verrà celebrata, il giorno 17, la Giornata Mondiale della Prematurità – World Prematurity Day. Quando si parla di parto “pretermine” ci si riferisce ad una nascita che avviene prima della 37ª settimana di età gestazionale. Normalmente il prematuro tra la 32ª e la 36ª settimana si definisce “lieve prematuro”, proprio per distinguerla dalla prematurità sotto le 32 settimane. I bambini al di sotto delle 28 settimane sono definiti “estremi prematuri”. In Italia, nel 2012 sono nati 534.186 bambini, di questi il 7,2 % sono prematuri, l'1% ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi.
La frequenza del parto pretermine è aumentata negli ultimi anni e tende ancora a crescere e questo si associa ad una progressiva diminuzione della natimortalità, rappresentata in gran parte da decessi in epoca pretermine. Il 98,2% dei nati prematuri non ha problemi né complicazioni e grazie alle cure ricevute nei reparti di Terapia Intensiva Neonatali viene dimesso in buona salute (fonte il Sole 24 ore). Secondo l'ultimo rapporto Cedap (Certificato di Assistenza al parto), solo il 2,4 % dei nati morti, quindi un numero molto basso, deriva dall'essere nato prematuro. Tante dunque le storie a lieto fine, ma sono comunque molte le famiglie che si trovano a vivere questa esperienza difficile e complessa. E lì dove c’è un bisogno forte e autentico nasce anche, spesso, la soluzione. Tanti i genitori che insieme hanno fondato associazioni sul territorio nazionale, vere e proprie reti solidali per far sentire meno soli i genitori che si trovano a guardare, talvolta per mesi, i figli dal vetro di un’incubatrice. Con questo scopo è nata l’associazione Piccino Picciò Onlus a Firenze, presieduta da Monica Ceccatelli Collini, che ricopre anche la carica di Vicepresidente di Vivere Onlus.
“Vivere è un coordinamento di associazioni, nato nel 2004 dalla volontà di unirsi per portare avanti le tematiche che ci riguardano e ci interessano. Insieme all’Istituto di Neonatologia abbiamo redatto la Carta dei diritti del bambino prematuro, per primi al mondo, tanto che gli articoli sono stati poi tradotti e presentati dalla Fondazione europea EfSi. Siamo partiti in sette e adesso siamo trentaquattro associazioni e l’obbiettivo più importante è riuscire ad ottenere un congedo di maternità più lungo per le mamme di bimbi nati prematuri, che spesso restano più di cinque mesi (tra parto e post parto) in ospedale”. Ovviamente non si tratta dell’unica esperienza positiva. A Pisa, l’Associazione Pisana Amici del Neonato, A.P.A.N. opera dal 2000 con iniziative di promozione, solidarietà ed aiuto ai nuclei familiari che vivono l’esperienza della gravidanza interrotta bruscamente, ed il conseguente disagio emotivo e materiale del lungo ricovero del proprio bambino.
“Sono tredici anni che abbiamo aperto una casa alloggio per genitori di bimbi nati prematuri e abbiamo ospitato finora circa mille e seicento famiglie. Alcune mamme sono state da noi anche per lunghi periodi, sette-otto mesi. Quello che facciamo è dare loro un sostegno psicologico e sociale, accompagnandoli in tutto e per tutto”, ha raccontato la Presidente Cristina Galavotti. La forza con cui le famiglie affrontano un’esperienza inaspettata e dolorosa, che spesso si protrae per un lungo periodo, è incredibile e la rete di solidarietà e di ascolto è un approdo sicuro dove condividere ansie, dubbi e anche le gioie per i traguardi raggiunti. Una rete di auto aiuto che lavora affinché aumenti la sensibilizzazione della società e della comunità scientifica e l’attenzione delle istituzioni.
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