Venerdi, 01/11/2019 - Il 30 ottobre è stato rappresentato a Ravenna lo spettacolo: “Nasrin Sotoudeh. Una vita per difendere”.L’evento è stato organizzato dal comitato pari opportunità dell’ordine degli avvocati di Ravenna. Lo spettacolo è stato messo in scena dalla compagnia teatrale “Attori e convenuti” di Firenze, da un’idea drammaturgica di Gaetano Pacchi, con la lettura delle lettere scritte da Nasrin dal carcere interpretata da Patrizia De Luca e Grazia Doni.
Sul palco si sono succedute le immagini che ritraggono Nasrin nella sua attività di avvocata e difensora dei diritti umani e in particolare dei diritti delle donne. Con questo sfondo le interpreti hanno letto alcune delle lettere che Nasrin ha scritto dal carcere al capo della magistratura che l’ha ingiustamente condannata, a suo marito, ai suoi due amati bambini, ai colleghi e alle colleghe che da tutto il mondo la sostengono. Dalle sue parole emerge la rabbia per le ingiustizie subite da lei stessa e da tutti e tutte coloro che rivendicano il proprio diritto di dissentire contro l’ordine costituito in Iran; eppure contemporaneamente emerge una forte sete di speranza, speranza che l’Iran cambi, che il mondo cambi, che ovunque vengano garantiti il diritto di manifestazione del pensiero e la libertà da ingiuste condanne, che ovunque vengano garantiti i diritti umani delle donne, perché non ci sarà mai una vera democrazia, se i diritti delle donne non verranno riconosciuti e rispettati. “Mia figlia”, scrive Nasrin, “ha diritto di vivere senza il timore di subire punizioni.” Al suo figlio più piccolo si chiede in che modo sia possibile trovare le parole per spiegargli cosa sta succedendo, cosa le sta impedendo di tornare da lui, si chiede in che modo sia possibile spiegargli il vero significato di parole come censura, ingiustizia, libertà. È proprio per proteggere l’avvenire dei suoi figli che ha deciso di difendere i suoi clienti, colpevoli di aver manifestato pacificamente contro le ingiustizie del proprio Stato.
Nasrin Sotoudeh è stata condannata ad un totale di 33 anni di reclusione e 148 frustate – oltre al divieto di esercitare la professione forense - per una serie di reati: cospirazione e propaganda contro la repubblica islamica, induzione alla corruzione dei costumi e alla prostituzione, essere comparsa in pubblico senza indossare l’hijab, attentato alla sicurezza della repubblica islamica, turbativa dell’ordine pubblico e per aver manifestato contro la pena di morte. Dovrà scontare 12 anni di reclusione, pari alla pena prevista per il reato più grave, che significativamente è quello di induzione alla corruzione dei costumi e alla prostituzione per aver sostenuto le “ragazze di via della rivoluzione” che manifestano pacificamente contro l’obbligo di portare il velo in pubblico. Ciò vuol dire che mantenere le donne in silenzio e sotto controllo è molto più importante per lo Stato rispetto a reati come la cospirazione e la turbativa dell’ordine pubblico. Perché si teme così tanto la libertà delle donne, non solo in Iran, si badi, ma in tutto il mondo? Perché qualunque piccolo passo in avanti fatto dalle donne viene visto con sospetto, osteggiato, punito? È davvero così pericolosa la nostra libertà?
“Il mio unico obiettivo è sempre stato quello di difendere i miei assistiti. Sono stata condannata per aver criticato le decisioni giudiziarie”. Ne è orgogliosa, è fiera di aver difeso il diritto di critica dei propri assistiti. Sa, Nasrin, di non essere la prima ad essere ingiustamente condannata per questo, ma spera di essere l’ultima, anche se sa che è improbabile. “Presto il sole della giustizia splenderà anche su questa terra”.
Dopo lo spettacolo, la giornalista Federica Ferruzzi ha dialogato con Tiziana Ciavardini e Barbara Spinelli.
Tiziana Ciavardini è scrittrice, antropologa culturale e giornalista. Ha conosciuto Nasrin e suo marito in Iran, ed è proprio perché si è occupata della loro vicenda che è stata minacciata. “Stai attenta, questi non sono affari tuoi” le è stato detto. E invece sono affari nostri, sono affari di tutte e tutti noi. Perché la questione del velo è importante? È importante perché è una sottomissione subita dalla donna, una sottomissione imposta dalla legge degli uomini, e un’imposizione non può mai essere una scelta libera. Non è una questione di poco conto, come spesso la si vuole liquidare, è una fondamentale questione di libertà.
Barbara Spinelli è avvocata e osservatrice internazionale dei processi penali in Turchia, respinta dalla frontiera turca nel 2017, perché anche lei attivista per i diritti umani, attenta testimone delle violazioni di questi diritti nel territorio e nei tribunali turchi, che quindi ha vissuto sulla propria pelle l'ingiusta violazione del suo diritto di parola. Ha raccontato la sua toccante testimonianza e la sua risposta all'agente che l’ha condotta fuori dalla Turchia dicendole che non avrebbe mai più rivisto quel paese: “Un giorno quando ci sarà la democrazia in questo paese io tornerò qui per celebrarla.” La difesa dei diritti umani, dice, deve essere radicale: non ci può essere discrasia tra teoria e pratica, non è possibile se si vuole avere un avanzamento effettivo nella tutela dei diritti umani. Nasrin ha scelto, in nome dei suoi principi e ideali, in nome della sua interpretazione della professione forense, di essere madre, moglie e avvocata in assoluta sintonia, educando così i propri figli a conoscere ed amare non una madre sacrificata, succube di regole discriminatorie e ingiuste, ma libera di perseguire ciò in cui crede.
Non cediamo però all'illusione di credere che l’Iran e la Turchia siano tanto lontani da noi. Non crediamo che da noi, in Europa, in Italia certe cose non potrebbero mai accadere. Dobbiamo sorvegliare con attenzione i nostri diritti, soprattutto oggi, perché non sono acquisiti, non sono inalienabili, non sono mai scontati. E ci sarà sempre chi aspetta solo un nostro attimo di distrazione per toglierceli.
Nasrin Sotoudeh nel 2012 ha ricevuto dal Parlamento Europeo il premio Sakarov per la libertà di pensiero; in quell'occasione ha scritto a chi la premiava che “la democrazia deve ancora compiere una strada lunga e difficile”.
Lascia un Commento