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Nasrin Sotoudeh

Nasrin Sotoudeh

Human Rights International 2008 - Il premio alla giornalista ed avvocata iraniana impegnata nel movimento per la tutela dei diritti di donne e bambini

Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009

Anche se non ha potuto ritirare di persona il Premio Human Rights International 2008, perché le autorità iraniane non le hanno consentito di lasciare il paese per venire in Italia, Nasrin Sotoudeh, la giornalista ed avvocata iraniana impegnata nel movimento per la tutela dei diritti di donne e bambini, è stata idealmente presente attraverso la voce del marito, Reza Khandan, che ha deciso di partire comunque accompagnato dalla figlia Mehraveh, per ritirare il premio in vece della moglie. Istituito dall’Associazione di volontari e sostenitori dei diritti umani Human Rights International (HRI) di Bolzano, in collaborazione con il Museo della Donna di Merano, sotto la tutela della rete dei Musei delle Donne "womeninmuseum”, il Premio è alla sua prima edizione. E’ stata Shirin Ebadi, vincitrice del Premio Nobel per la Pace nell´anno 2003, ad indicare il nome di Nasrin Sotoudeh, sulla base del suo impegno in favore dei diritti delle donne e contro ogni discriminazione. Nota per aver difeso i diritti delle minorenni e dei bambini maltrattati ed i minori di 18 anni condannati a morte, Sotoudeh si è distinta anche per l’impegno costante in difesa delle attiviste in lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne: di recente è stata arrestata per aver aiutato, nella capitale, alcune donne accusate di aver partecipato ad un incontro di protesta contro le leggi iraniane discriminatorie per le donne. “Non ci ha colti di sorpresa l’improvviso divieto delle autorità di far partire mia moglie - ha detto Reza ad un incontro tenutosi presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma, al quale doveva partecipare Nasrin Sotoudeh prima di andare a Merano per la consegna del Premio - infatti Sotoudeh è in attesa di processo ed è libera momentaneamente solo per allattare il figlio piccolo. Inoltre lei parla ogni volta che può con i giornalisti stranieri e racconta loro cosa avviene nel nostro Paese, così come hanno fatto le attiviste arrestate nel 2006 raccontando all’estero come il diritto di famiglia (eredità, proprietà, affidamento dei figli) non funzioni affatto per le donne. Alcune parlamentari in Iran lavorano per cambiare le cose ma si tratta di un processo molto lento. Mia moglie vuole che la voce dei nostri attivisti, delle donne iraniane e dei movimenti femministi si diffonda in tutto il mondo ed è per questo motivo che ho deciso di partire ugualmente”. Ma la consegna del premio a Reza, avvenuta a Merano nel mese di dicembre in occasione della giornata internazionale dei Diritti Umani (come dichiarati nel dicembre 1948 dall´Assemblea Generale dalle Nazioni Unite) ha reso ancora più urgente la necessità dell’azione. "E’ importante che l’Occidente - ha affermato Reza Kandhan - ci aiuti a combattere la situazione che c'è in Iran in relazione ai diritti umani e di donne, noi non ci stancheremo di lottare per il perseguimento di questo obiettivo”. Come gesto concreto, per cominciare, è possibile aderire alla Campagna “One Million Signatures” (campagna di raccolta per un milione di firme), iniziata nel 2006 durante una manifestazione di donne riunitesi per celebrare la giornata di solidarietà femminile e terminata con un pestaggio delle manifestanti da parte della polizia. Nello stesso anno è stato varato lo Statuto della Campagna finalizzata all’abolizione delle leggi discriminatorie nei confronti delle donne. Le attiviste chiedono in particolare: il riconoscimento della donna come soggetto giuridico; uguali diritti nel matrimonio e abolizione della figura del tutore; l’abolizione della dote e dei diritti che i mariti vantano sulle mogli; la custodia dei figli; uguali diritti al momento del divorzio, nel godimento del diritto di proprietà e nell’eredità;l’innalzamento della maggiore età che per le donne attualmente è stabilita a nove anni. La campagna intende anche innalzare il livello di consapevolezza delle donne sui propri diritti. Nel corso di soli due anni la campagna ha coinvolto centinaia di donne, ha organizzato corsi di formazione per le attiviste e aggiorna regolarmente due siti internet: Change for Equality (http://www.changeforequality.info/english/) e The Feminist School (http://www.femschool.org/english/spip.php?article6).

(17 febbraio 2009)

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