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Nasce l’Osservatorio nazionale

Nasce l’Osservatorio nazionale

Parità/ Donne e territorio - L’Osservatorio delle politiche di genere, per mettere in rete le esperienze positive a favore delle donne, è promosso da Arianna Censi

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2005

Verrà esteso a tutte le province italiane il progetto milanese “Donne e territorio”, promosso dalla consigliera alle politiche di genere, Arianna Censi, per dare più forza alle 750 donne elette nei 189 Comuni della Provincia di Milano. L’idea è quella di utilizzare il lavoro svolto sul territorio milanese come un’esperienza pilota per la creazione di un Osservatorio nazionale delle politiche di genere, con l’obiettivo di costruire una grande rete capace di valorizzare tutte le esperienze positive e le migliori pratiche realizzate a favore delle donne sul territorio italiano. E’ un modo per non disperdere i progetti locali, dare valore alla presenza delle elette all’interno delle istituzioni e creare le basi per un percorso nazionale all’interno delle pari opportunità. La proposta è stata presentata da Arianna Censi alla conclusione dei lavori della “Prima Assemblea Nazionale delle elette e delle amministratrici delle Province d’Italia”, organizzata dal Comitato Pari Opportunità dell’Upi (Unione delle Province d’Italia). “Il progetto, che si chiamerà La rete delle reti, si pone l’obiettivo di creare delle sinergie tra tutte le elette delle diverse Province per rafforzare il ruolo e il peso delle donne nei luoghi delle decisioni pubbliche -spiega Arianna Censi, consigliera della Provincia di Milano - ma anche per costruire progetti di cooperazione inter-istituzionale, cogliendo al meglio tutte le opportunità di finanziamento disponibili. Verrà attivato un Osservatorio Nazionale dei progetti in corso e verranno organizzati dei Workshop territoriali su temi strategici, per fare crescere competenze specifiche a sostegno della sperimentazione di genere. Sarà un percorso lungo, ma che se sarà realmente condiviso da tutte le province servirà a rafforzare le risorse e le competenze esistenti, per non disperdere i saperi delle donne e rendere più forte la presenza delle femminile nelle istituzioni”. Intanto, a Milano il lavoro delle donne elette sta procedendo a passi spediti. A novembre si sono riuniti i primi tre gruppi di lavoro e le donne elette hanno iniziato a ragionare sui grandi temi delle “Politiche di genere e sul Mainstreaming”, gli “Statuti e la Partecipazione”, la “Comunicazione”. Il primo laboratorio ha discusso sulle risorse destinate dalle amministrazioni comunali alle pari opportunità, approfondendo gli strumenti di promozione del mainstreaming di genere all’interno dei bilanci e delle politiche comunali. Alla fine del percorso, le elette elaboreranno delle proposte concrete nell’ambito dei servizi, per non disperdere le risorse e dare avvio ad una svolta nelle politiche di genere. Il worhshop sulla Partecipazione è partito da una riflessione sul ruolo degli statuti all’interno dei comuni, per capire quali effetti possano avere, in termini di partecipazione, sulle donne presenti nei luoghi delle decisioni pubbliche e sulle politiche di mainstreaming. L’obiettivo sarà quello di definire alcuni punti chiave sui quali costruire una proposta da veicolare nei diversi consigli comunali. Un gruppo di consigliere e amministraci hanno invece iniziato con una discussione sull’importanza della comunicazione nella gestione delle relazioni con i diversi interlocutori, che siano cittadini, politici o mass media. Hanno analizzato gli strumenti utilizzati nei comuni e cercheranno di approfondire gli aspetti strategici della comunicazione per lo sviluppo del territorio in un’ottica di genere. Ai seminari di lavoro erano presenti amministratrici di tutti gli schieramenti politici e, proprio questa trasversalità della partecipazione, dà un valore aggiunto all’intero progetto. “Nella politica è importante utilizzare i talenti femminili –aggiunge Arianna Censi- ed è indispensabile fornire degli strumenti di lavoro e di conoscenza che aiutino le elette a superare gli ostacoli, sviluppare le proprie potenzialità e valorizzare la loro presenza all’interno degli organi decisionali. Donne e territorio serve proprio a questo. Aiuta le elette a condividere le esperienze fatte sul territorio, fornisce strumenti normativi e le aiuta ad elaborare dei piani di azione concreti in grado di gettare le basi per delle politiche di genere più efficaci”. Avviato nel corso del 2005, finora il progetto ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di donne amministratrici e consigliere comunali, ma la soglia di attenzione è in continua crescita.

Risorse più efficaci con il gender budgeting
Lo strumento utile agli amministratori locali per uno sviluppo locale a misura di donna
Sostenere i Comuni a sviluppare una programmazione più mirata delle politiche locali, per rispondere in modo più efficace ai bisogni di genere dei cittadini, composti da donne, uomini, bambine e bambini. E’ quello che sta facendo la Provincia di Milano, che proprio nelle scorse settimane ha dato avvio ad un progetto sul Bilancio di genere. Aiuterà gli amministratori locali a studiare un bilancio che tenga realmente conto delle diverse necessità delle donne e degli uomini, per poter pianificare servizi e politiche più mirate e, quindi, più efficaci. Sarà come tarare le spese in modo più preciso, perché diffondere di servizi generalizzati, che non tengano conto delle reali esigenze di chi li dovrà utilizzare, è come disperdere le risorse che i Comuni hanno a disposizione. Spendere male equivale a spendere di più, perché alla fine i servizi non arrivano a destinazione e le politiche non riescono a sostenere uno sviluppo locale pensato sia per le donne che per gli uomini. Arianna Censi, consigliera alle Politiche di genere della Provincia milanese, ha quindi dato inizio ad un percorso sperimentale con alcuni Comuni pilota, che presto inizieranno a realizzare i primi Gender Budgeting del Milanese. “Credo molto nel Gender Budgeting, perché è uno strumento che serve ad utilizzare meglio le risorse pubbliche e ad individuare i reali bisogni di chi dovrà utilizzare i denari pubblici” spiega Arianna Censi, che insieme a Fiorella Ghilardotti, la parlamentare europea appena scomparsa, ha studiato le migliori pratiche europee con l’obiettivo di portarle sul territorio. “E’ importante tenere conto delle persone alle quali sono indirizzate le risorse per aumentarne l’efficacia, perché le donne e gli uomini, ma anche le bambine e i bambini hanno aspettative e necessità differenti. Il Gender Budgeting fornisce agli amministratori uno strumento per fare tutto questo e li costringe a guardare i bisogni con occhi più attenti, per centrare meglio l’obiettivo”. Ma non solo. “Forse il risparmio non è immediato ma, su un percorso più lungo, un utilizzo più intelligenze delle risorse disponibili riesce a determinare una diminuzione della dispersione”. Il Bilancio di genere è nato in Australia negli anni Ottanta e, nel corso degli ultimi decenni, si è sviluppato soprattutto nei paesi del Commonwealth. Nel Duemila la Comunità Europea ha iniziato a considerarlo uno degli strumenti delle politiche economiche comunitarie necessario al raggiungimento delle pari opportunità tra i generi. Sono tre i Comuni del Milanese entrati nella sperimentazione che, attraverso una comunicazione più efficace e un’analisi dell’impatto che le azioni dell’ente hanno sulle donne e sugli uomini, potranno dialogare in modo più diretto con i cittadini dei propri territorio.
In Italia, dove si sta sviluppando un forte interesse a livello locale, i primi bilanci di genere sono stati realizzati nelle province di Genova (nei comuni di Sestri Levante e Genova), Modena e Siena, ma anche nelle Regioni Emilia Romagna e Valle d’Aosta.

Il Bilancio di genere
Il Bilancio di genere è nato in Australia negli anni Ottanta, si è sviluppato nei paesi del Commonwealth e solo nel 2000 la Comunità Europea ha cominciato a considerarlo tra gli strumenti delle politiche economiche comunitarie per il raggiungimento delle pari opportunità.
In Italia si è sviluppato un forte interesse a livello locale. I primi bilanci sono stati condotti dalla Provincia di Genova sul bilancio

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