Login Registrati
NASA: DONNE 'DILIGENTI'

NASA: DONNE 'DILIGENTI'

Le donne debbono assumere la responsabilità degli incarichi prestigiosi senza sottovalutare l'importanza di assumerla in proprio. Per esempio delle scienziate delle missioni spaziali...

Sabato, 03/08/2019 - Quando in Parlamento si discuteva di obiezione di coscienza al servizio militare, si era formato un gruppetto di parlamentari che non solo avevano presentato, insieme o ciascuno per proprio conto, proposte di legge per ampliare le modeste concessioni della legge 772.
C'era bisogno di fissare una strategia comune e li interpellai per chiedere che qualcuno si facesse carico di mantenere i contatti. Carlo Fracanzani disse "Potresti farlo tu, voi donne siete più diligenti". Si meritò la risposta: "Carlo, non dovevi dirlo! Adesso non posso più farlo".
Bisogna ogni tanto dare qualche esempio, perché non c'è il diritto di essere negligenti.
Oggi riprendono le imprese spaziali e non si deve dimenticare che il 16 luglio 1969, quando Neil Armstrong stava per mettere piede sulla Luna, Joan Morgan fu la prima donna che fu ammessa - e ci rimase - nella sala di controllo del Kennedy Space Center: nessuna donna che non fosse una dattilografa o una moglie di astronauta c'era mai entrata e lei era stata ammessa perché rapida nell'individuare i problemi e risolverli. Ciò non impedì l'ostilità dei colleghi e le telefonate oscene. Negli anni Sessanta la programmazione era considerata “un lavoro da donne”, come la dattilografia. Come disse a Cosmopolitan ("The computers girls") l’ammiraglio Grace Hopper “In fondo programmare è come preparare una cena. Bisogna pianificare tutto in anticipo, perché sia pronto quando serve. E le donne sono più pazienti e attente ai dettagli”. Il ruolo unico "paritario" significa togliere valore al "secondo" genere, il cui metodo sarebbe un metodo, se anche gli uomini lo praticassero. A proposito dell'operazione Apollo, la scienziata Margaret Hamilton, dell'Engineering Division del Mit, sviluppò il software di bordo del modulo del comando Apollo di Armstrong, Collins e Aldrin e della discesa sul suolo lunare. Raccontò che "la programmazione era ancora un mistero per i piani alti, così avevamo libertà e fiducia assoluta. Eravamo le persone più fortunate del mondo: non avevamo altra scelta che essere pionieri".
A Houston c’era anche Frances Poppy Northcutt: “Sentivo di essere costantemente osservata. Dovevo fare bene o gli altri l’avrebbero notato. Un giorno scoprii di avere un telecamera puntata solo di me. Ma tutto sommato ero riuscita a farmi rispettare. I miei colleghi sapevano che la parte del ritorno sulla Terra era la più critica del programma. Avevano bisogno di qualcuno che fosse preparatissimo”. “I knew my shit”, sapevo il fatto mio".
C'era anche Katherine Johnson, che tra le donne che hanno reso possibile l’allunaggio, ebbe la carriera più travagliata, costretta a lavorare ai coloured computer, segregata in uffici, mense e bagni separati, così competente in geometria analitica che "si dimenticarono di farmi tornare nel mio vecchio team”.
Su queste scienziate uscì nel 2017 l film Il diritto di contare di Theodore Melfi (trailer). Giusto riconoscimento.
Ma partendo dall'aneddoto autobiografico iniziale, è necessario ricordare che, in quanto genere "altro", le donne debbono assumere la responsabilità degli incarichi prestigiosi senza sottovalutare l'importanza di assumerla in proprio. Tuttavia, finché sono troppo poche rispetto all'altro genere, non debbono essere riduttive nel valorizzare il proprio ruolo. Perché il loro stile informale è certamente non solo più giusto, ma più produttivo; tuttavia finché non diventa costume, non deve prestarsi allo sfruttamento.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®