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Napoli ricorda le donne di Pechino 95: la mostra fotografica e il libro

Napoli ricorda le donne di Pechino 95: la mostra fotografica e il libro

Giovedì 28 aprile presentazione del libro “La Cina degli anni '90. Reportage fotografico” di Luisa Festa e a cura di Michele Miscia, nell'ambito della mostra “Le Donne a Pechino"

Martedi, 26/04/2022 -

La presentazione di “La Cina degli anni '90. Reportage fotografico” di Luisa Festa e a cura di Michele Miscia, raccolta delle fotografie scattate nel 1995 in occasione della IV Conferenza Mondiale delle donne di Pechino, si tiene giovedì 28 aprile (ore 16, Sala Rari, Biblioteca nazionale di Napoli), nell’ambito della mostra fotografica “Le Donne a Pechino. Uno sguardo sul mondo a più di 25 anni dalla IV Conferenza Mondiale sulle Donne” (23-29 aprile 2022).
“Il libro è dedicato ad Annamaria Palermo, illustre sinologa e professoressa all’Università degli Studi Orientale di Napoli, nonché Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino dal ‘93 al ‘96, scomparsa nel 2017. Fu lei che rese il soggiorno della delegazione italiana molto accogliente” spiega Luisa Festa illustrando l’evento. Le abbiamo rivolto alcune domande.

Come nasce l’idea del libro e della mostra?
Il libro è un reportage fotografico del 1995 sulla vita delle donne cinesi mai pubblicato e che ho realizzato in occasione della mia partecipazione al Forum delle ONG alla IV Conferenza Mondiale delle Donne. Ho fotografato alcuni tratti della vita quotidiana cinese degli anni ‘90, mille volti di un paese in trasformazione cogliendo con il mio obiettivo la coesistenza di linguaggi antichi e moderni. Le donne e le bambine, figlie di una nuova cultura contro la millenaria preferenza per il figlio maschio. I mercati di Xian e Pechino, dove è proprio in quei luoghi che l’umanità dei popoli si universalizza e le differenze si annichiliscono completamente nei comportamenti e negli usi analoghi in ogni parte del globo, dimostrando inequivocabilmente che nella sinfonia umana le assonanze superano abbondantemente le dissonanze. Mentre fotografavo diventava in me sempre più chiara la memoria dei luoghi: non mi poteva certamente sfuggire una familiarità tra Napoli e Pechino. La Mostra “ Le Donne a Pechino. Uno sguardo sul mondo a più di 25 anni dalla Conferenza”, che ha avuto come titolo “ Uguaglianza, Sviluppo e Pace” l’ho riproposta alla Biblioteca nazionale di Napoli in occasione della presentazione del libro. La Mostra, nel 1996, documenta i dieci giorni del Forum delle Organizzazioni non governative delle donne. Una importante testimonianza della partecipazione delle donne di 189 paesi che hanno ribadito che quella delle donne è una politica trasversale e che non c’è sviluppo senza la piena attuazione dei diritti e dell’empowerment delle donne. Un filo conduttore ripreso recentemente dal W Women20 durante il G20. Per la prima voltata i diritti delle donne sono stati riconosciuti diritti umani, inalienabili e indivisibili. La Mostra è stata presentata in alcune città italiane per alcuni anni ma oggi, a distanza di più di 25 anni da Pechino, mi è sembrato importante far conoscere anche ai giovani quell’atmosfera di allegria, di solidarietà, di costruzione di pace e di reti che le donne sono state capaci di costruire guardando finalmente il mondo con gli occhi di donna. Ho voluto dare visibilità alla testimonianza delle tante donne venute da tutto il mondo e in particolare alle donne italiane per tenere viva la memoria di Pechino.


Quali ricordi ti sono ancora oggi particolarmente cari di quell’esperienza?
La Conferenza di Pechino è stata la più importante esperienza della mia vita: anche se eravamo diverse per razza, culture, esperienze e religioni c’era una volontà di tessere reti e di contribuire a un politica globale delle donne. Sono rimasta in rapporto con molte donne conosciute a Pechino – penso a Morena Viciani, Laura Cima, Tilde Capomazza, Bianca Pomeranzi, Maria Rosa Cutrufelli, Marisa Rodano, Daniela Carlà, Raffaella Lamberti, Luisa Gnecchi, Liviana Zagagnoni dell'Udi di Ferrara e tante altre - che sono raffigurate anche nella Mostra. Il filo da Pechino non l’ho mai interrotto. E poi il ricordo della serata interculturale che organizzò Annamaria Palermo presso l’Istituto della Cultura Italiana a Pechino, regalandoci una atmosfera con musica ed un’ottima cena, l’incontro presso l’Ambasciata Italiana e la conferenza presso l’Hotel Scheridon dove le ONG si incontrarono con la delegazione italiana del Governo per stabilire i punti per la Dichiarazione.


A distanza di tanti anni, quale bilancio fai anche alla luce dell’esperienza di Consigliera di Parità?
È stato proprio a partire da quell’appuntamento internazionale che è nata in me la volontà di fare la Consigliera di Parità: fui nominata nel 2001 Consigliera di parità effettiva della Provincia di Napoli e attualmente sono Consigliera di parità supplente della Regione Campania. Ero affascinata dal pensiero di mettere in pratica la mia passione per la giustizia, di contrastare le discriminazioni e aiutare le donne nel mondo del lavoro contribuendo al cambiamento delle istituzioni dal punto di vista di genere. In alcune cose ci sono riuscita, come la divulgazione delle politiche di conciliazione, dei Piani Triennali di azioni Positive, l’Osservatorio per le dimissioni delle lavoratrici madri nel primo anno di vita, i rapporti biennali delle aziende. A distanza di più di 25 anni dei traguardi sono stati raggiunti rispetto alle 12 aree critiche, penso ad alcuni campi dell’imprenditoria, dell’istruzione, della salute, oppure alla riforma della pubblica amministrazione con qualche percentuale in più di donne nella politica e nelle istituzioni. Ma c’è molto ancora da fare sull’occupazione femminile, sulla parità salariale, sul welfare, sulle discriminazioni sessuali e sulla violenza sessuale, anche se molte leggi sono state ottenute manca la cultura del rispetto e della non violenza. A Pechino, inoltre, i Governi si erano impegnati sulla pace, sui conflitti armati e contro gli stupri di guerra. Mi auguro che oggi la cultura della pace, del disarmo e della libertà dei popoli possa ritornare ad essere al primo posto nell’Agenda dei governi.


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