Napoli / Mariarca Terracciano è morta - di Stefania Cantatore *
La ASL non pagava gli stipendi e lei, per difendere un diritto, aveva iniziato lo sciopero della fame e si è fatta togliere il sangue per quattro giorni. Era un'infermiera dell'opsedale San Paolo di Napoli
Giovedi, 20/05/2010 - Mariarca Terracciano è morta, lascia dolore a chi l’amava e molte domande a noi.
È morta pochi giorni dopo essersi sottoposta a quattro salassi ed allo sciopero della fame, lo faceva per protestare contro il mancato pagamento dei suoi stipendi. Ed è morta sul lavoro.
È avvenuto all'Ospedale S.Paolo di Napoli, ASL Napoli 1, dove i lavoratori scioperano per gli stessi motivi della protesta ormai conclusa di Mariarca Terracciano.
L’immagine che resta stampata nel web è quella di una donna bella e determinata, non a suicidarsi.
Tra i tanti dubbi non c’è quello sulla possibilità di un suicidio.
Gli occhi di Mariarca attraverso il video comunicano sicurezza e determinazione nell’uso di una protesta estrema, e fiducia. Fiducia che la spettacolare eclatanza dei suoi gesti avrebbero richiamato i media, sempre affamati di scoop.
Non è stato così, perché il paese ha appreso della sua vicenda solo per la sua morte: la sua protesta, il suo sacrificio è stato inutile. Non si può pensare mai alla morte di un essere umano “come sacrificio utile”, e tuttavia la stampa forte usa, e ci ha abituato a subire cinicamente, quest’idea che la morte possa essere utile. Nonostante ciò mi è difficile credere che realmente Mariarca volesse sacrificarsi.
Tra i tanti dubbi ci sono anche un paio di certezze: la stampa forte è stata indifferente alla sua protesta, e la seconda è che qualcuno l’ha aiutata a prelevarsi il sangue.
Il video la presenta in un letto che sembra di ospedale e sono inquadrate mani esperte che “l’aiutano” nel prelievo.
Il video è dell’unica testata, Julie TV, che se n’è occupata, e forse i redattori pensavano di aver diffuso, offerto una notizia. Ma come tutti ormai sanno questo servizio, quest’offerta non rispondeva alla presunta fame di scoop dei media forti. L’interrogativo su chi e quanto abbia contribuito alla protesta, sul dove sia stata messa in atto, ci auguriamo venga assunto dalla Magistratura, che dovrà assumersi anche quello di indagare sulla riammissione al lavoro di una, si presume, donna debilitata. I responsabili, come noi erano all’oscuro di tutto?
Mariarca Terracciano era un’infermiera, e lavorava in maternità, forse gomito a gomito anche con qualche obiettore, barelliere o medico, poco importa, ma sempre autoproclamato tutore della vita . Non era in coma profondo, il suo corpo non si prestava all’ accanimento terapeutico. Questo lo sappiamo. Forse non è morta per l’essersi salassata, ma quella che certamente è stata uccisa è la sua protesta. Come sappiamo che femminicidio non è un nuovo reato, ma un atto previsto nell’ordine delle cose, che si consuma con l’indispensabile complicità di chi, per mestiere, nasconde.
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