NAPOLI-Il PRESEPE VIVENTE CHE HA RICHIAMATO AL LAVORO DELLE DONNE
NAPOLI-Il PRESEPE VIVENTE CHE HA RICHIAMATO AL LAVORO DELLE DONNE
TRA PRESENZE DI ANIMALI ORMAI SCONOSCIUTI AI RAGAZZINI CITTADINI,
INNO ALLA SACRALITA’ DELLA SEMPLICITA’ NEL QUOTIDIANO
Lunedi, 09/01/2012 - NAPOLI-Il PRESEPE VIVENTE CHE HA RICHIAMATO AL LAVORO DELLE DONNE
TRA PRESENZE DI ANIMALI ORMAI SCONOSCIUTI AI RAGAZZINI CITTADINI,
INNO ALLA SACRALITA’ DELLA SEMPLICITA’ NEL QUOTIDIANO
Grande afflusso di presenze a Napoli al Presepe Vivente di via Colonnello Lahalle, organizzato dall’ Associazione La Fenicia -Volontari nel Mondo con le parrocchie S Alfonso e S Attanasio ed il Gruppo Scout Na xx AGESCI.
Animali veri, bue, asino, pecore, galline, hanno attirato l’attenzione di bambini e ragazzini, che, abituati alla città, osservavano tali presenze come un mondo strano, visto solo su libri. Il bue e l’asinello e gli altri animali non erano di plastica, o, nella migliore delle ipotesi, di terracotta, come quelli visti nella tradizionale Via dei presepi, a San Gregorio Armeno. Molti scoprivano con grande meraviglia che il latte veniva munto dalle capre e non proveniva dall’industria del cartone o della plastica, mentre veniva loro spiegato che quelle uova lì poggiate erano state depositate dalle galline, non “costruite” con contenitori sempre di tali materiali!!! Piacevole meraviglia istruttiva, ma, per alcuni di noi ambientalisti, tristissime le considerazioni sulla vita innaturale che si svolge tra grandi edifici di cemento ed inquinamenti vari, dove le altre forme di vita animali e vegetali sono rare e sempre meno conosciute!
Tre mesi di preparazione sono stati necessari, tanti figuranti, coordinati da uno staff formato da Don Raffaele, Anna Zimmermann, Ciro Adamo, ma tanta la soddisfazione raggiunta. In particolare interessante la messa in evidenza di uno spazio “gineceo”, dove tante donne in costume d’epoca erano intente ai più svariati lavori a mano, dal filare la lana al lavoro dei ferri, dell’uncinetto, dei ricami, tutte sorridenti in un silenzioso inno corale che evidenziava il lavoro femminile da sempre di grande importanza! Era un simbolico, silenzioso richiamo alla necessità attuale di maggiori gratificazioni e posti di lavoro per questo emisfero femminile troppo spesso bistrattato. In questo momento difficile ed in questa discussa città, anche il Presepe può divenire un interessante discorso che va oltre la celebrazione del Sacro Evento! La grande sinergia che si è creata è stata prova di quanto si può fare in un’unione di intenti, come quindi l’Associazionismo riesce spesso a far superare l’individualismo diffuso.
Quel grande calderone di rame sul trepiedi ricordava il semplice pasto consumato in armonia in una comunità unita, mentre la bottega del pane dalle varie tipologie ridava a questo elemento la sacralità del pane spezzato all’ultima cena da Gesù, pane consacrato che diviene ostia, in armonia con quella grotta della sacra famiglia che rafforza il simbolico significato con il nome del luogo, Betlemme, ovvero “casa del pane”. Tutto sembrava essere un richiamo alla sacralità del quotidiano, dell’insieme, ancor prima di quella dell’oltre!!
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