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Napoli / Denuncia di interruzione del servizio IVG - di Stefania Cantatore e Simona Ricciardelli

Napoli / Denuncia di interruzione del servizio IVG - di Stefania Cantatore e Simona Ricciardelli

E' interruzione di pubblico servizio. L’Amministrazione del Secondo Policlinico, presidio ospedaliero della Federico II di Napoli ha sospeso gli interventi e chiuso le prenotazioni per la IVG ....

Sabato, 17/03/2012 - Nella già drastica riduzione dei luoghi deputati al servizio di interruzione volontaria di gravidanza, l’Amministrazione del Secondo Policlinico, presidio ospedaliero della Federico II di Napoli, ha sospeso gli interventi e chiuso le prenotazioni.

Si tratta di un’interruzione di pubblico servizio, in contrasto con le finalità di una legge dello Stato, la 194.

Una decisione inaccettabile, frutto della sostanziale deroga ad una responsabilità precisa: quella di prevenire il ricorso a pratiche clandestine, con particolare riguardo alla già difficile cittadinanza delle donne migranti.

Nel contesto regionale degli accorpamenti, con l’aumento delle distanze causato da queste per il trasferimento di interi reparti maternità, il secondo Policlinico, rimane il più noto ed affidabile presidio in materia di IVG nella Provincia e nella Regione. La sospensione del servizio e la prospettiva di una chiusura anche temporanea sono inaccettabili ed improponibili.

Il ricorso all’obiezione di coscienza assume nella nostra Regione livelli tali da indurre l’intelligenza che tale scelta da parte del personale medico possa costituire un elemento di incentivo alla carriera. Inoltre l’estensione di questa facoltà, estensione a dir poco fantasiosa ed al limite della legalità, al personale paramedico e ad altre figure presenti nei luoghi di cura, conferma che quest’anomalia tutta italiana (solo nel nostro paese i medici ospedalieri possono rifiutare di svolgere il servizio, ove presente nel settore d’impiego) assume la dimensione di una pratica vessatoria verso le pazienti. Più volte avviamo dovuto verificare quanto aperta fosse l’ostilità di certi ambienti sanitari verso la libertà femminile. Nelle aziende ospedaliere il ricorso massiccio all’obiezione non costituisce però valido motivo per sospende o addirittura negare il servizio, che va comunque garantito, per legge. Il personale disponibile va comunque reperito, al di là degli incoraggiamenti più o meno aperti verso questa pratica che rappresenta un vero e proprio danno per l’azienda ospedaliera, oltre che per le utenti.

L’UDI di Napoli e il comitato Legge 194 nello sporgere denuncia per interruzione di pubblico servizio verso l’amministrazione dell’ AOU Federico Secondo, e denuncia verso il Presidente Caldoro, in qualità di commissario alla Sanità per la disapplicazione diffusa della 194, si trovano a ripetere un atto che si rende ciclicamente necessario per l’imprevidenza e la negligenza, ormai usuali in Campania, di fronte ai diritti delle donne.

La Regione ha operato il rientro dal debito sanitario riducendo l’accesso alla salute delle donne anche in materia oncologica, oltre che per quanto riguarda la sfera materna. La nostra denuncia è l’ennesima per disservizi subiti dalle donne in momenti tra i più dolorosi della loro vita.

In assenza di un deciso e decisivo provvedimento per il ripristino ottimale del servizio, la denuncia verso l’amministrazione dell’AOU Federico II, sarà depositata presso la Procura di Napoli lunedì 19 Marzo dall’Avv. Maria Pia de Riso, in occasione della denuncia vs il Presidente Caldoro.



* Stefania Cantatore e Simona Ricciardelli

(UDI e Comitato legge 194)

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