Torino, il restauro - Il recente restauro ha donato alla città un gioiello che unisce l'antico e la tradizione alle più avanzate tecnologie
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006
Dopo il suo primo restyling, ha una vesta ancora più fastosa e festosa il Museo Nazionale del Cinema di Torino: il recente rinnovamento si deve ancora a François Confino, l’artefice principale di questa meraviglia di vetrina. Il suo estro come una bacchetta magica ha distribuito in ogni area e in tutti i livelli del percorso esistente nuovi allestimenti, tracciati di visita ridisegnati, sistemi video all’avanguardia, filmati di montaggio proiettati con perfetta qualità di visione. Completa la serie delle novità – tutte da scoprire - una mostra fotografica intitolata Immagini del silenzio, che illustrando la storia avventurosa del cinema muto torinese, mette in rilievo il valore di un capitale prezioso, personaggi, documenti e fotografie di film storici. Fra questi Cabiria, di cui si annuncia per il 15 marzo in prima visione mondiale uno spettacolare e perfetto rifacimento in duplice versione, muta e sonora.
Avviandosi nel percorso espositivo che si avvolge intorno alle pareti altissime della cupola ogivale dell’edificio, là dove si ammirano gli antichi, incantevoli strumenti della storia del cinema, due aree sono state rinnovate con postazioni individuali per la visione di immagini d’epoca stereoscopiche. L’Aula del Tempio, trafitta dal velocissimo ascensore, decorata con grandi statue, particolari bizzarri e disparati, fornita di poltrone sdraio foderate di velluto davanti agli schermi, ospitava già ambientazioni ispirate ai generi cinematografici, perfettamente ricostruite e popolate di fantasmi, angoli suggestivi come il bar umbertino o lo spazio con l’alcova cremisi circolare e rotante, rivestita di cuscini e trine e allietata da film d’amore e di morte proiettati sul soffitto. Ora nuove cappelle si schiudono magicamente realistiche accanto al salotto per il cinema di animazione: un angolo sfolgorante di richiami di musical famosi, un altro trasformato nel saloon di un villaggio USA di frontiera, un terzo, percorso da correnti da brivido di film orripilanti. Procedendo sulla rampa elicoidale, alcuni segreti sulla realizzazione di un film si svelano in un gustoso percorso didattico che spezzettando un breve cortometraggio e con una sintesi ben narrata, mette in vista elementi del linguaggio cinematografico, dal sonoro al montaggio, dalle riprese agli effetti speciali.
Qui dentro, dove tutto è fascino e perfezione estetica e tecnologica, si vive un’esperienza particolare di ricordi di straordinaria intensità. In questa vertigine che non stanca, non assorda e non aggredisce, accompagna la nuova rete di comunicazione interna che fornisce le sue indicazioni in italiano e in inglese: sono 60 paline informative dotate di bottoni luminosi che indicano percorsi, temi, oggetti, e la storia dello splendido edificio (in origine concepito dall’Antonelli come sinagoga) diventato oggi un luogo unico al mondo per le meraviglie che racchiude, le suggestioni che sprigiona e anche le emozioni che solleva.
(11 maggio 2006)
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