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Monitorare la rappresentanza di genere

Monitorare la rappresentanza di genere

Francesca Ragno spiega nel suo libro i motivi della mancata applicazione della legge 215 che prevede equa rappresentanza di genere nelle giunte locali.

Lunedi, 24/02/2014 -
Sedici ministri, otto donne. La prima squadra “paritaria” al Governo. Trattasi di operazione di pinkwashing, come scrive Giovanna Cosenza nel suo blog, o di un evento che cambierà le politiche (e la cultura) del paese? Si dovrà attendere per valutare, e in ogni caso, come scrivono autorevoli giornaliste come Luisa Betti e Loredana Lipperini, le criticità non sono poche già in partenza. Una fra tutte, la scure che si è abbattuta sul Ministero per le Pari Opportunità, mai più ripristinato dopo le dimissioni della Idem, e su quello dell’Integrazione. In sostanza, tagliato fuori dalle priorità il tema dei diritti. Unioni civili e ius soli, già nella lista delle cose da fare del precedente governo, sono tuttavia domande senza una risposta. Di fatto il nuovo Premier ha più volte, in passato, sottolineato l’urgenza dell’intervento pubblico in questo senso, ma senza un ministero ad hoc che si occupi delle politiche di genere, del contrasto alla discriminazione, dell’integrazione, quelle domande – espresse in maniera così forte dalle tante realtà che operan nei territori – otterranno una risposta in termini di finanziamenti e azioni concrete? Questo il punto. E se la composizione al 50% del governo è di certo una notizia, occorre continuare a dibattere del tema della rappresentanza di genere e a monitorare la situazione anche nelle giunte locali.



Le ultime elezioni regionali in Sardegna non rallegrano: 4 donne su 60 eletti. Dunque quello è importante un attento monitoraggio dell’effettiva applicazione della legge 215 del 2012, quella che ha sancito per la prima volta l’obbligo della presenza delle donne negli organismi collegiali degli enti locali, dopo che una serie di sentenze amministrative avevano annullato le giunte di quei comuni tutte al maschile o con una presenza veramente esigua di donne. La giovane giornalista e dottorata Francesca Ragno ha avuto la pazienza e la dedizione di ripercorrere le principali tappe di tante sentenze amministrative, partendo da Taranto, passando per Roma, per la Sardegna, la Campania e tante altre realtà comunali, per arrivare a un dato di fatto: l’articolo 51 della nostra Carta Costituzionale è direttamente cogente e precettivo e tutte le articolazioni territoriali di cui si compone la Repubblica, dalle Regioni ai Comuni, devono adoperarsi per rendere effettivo questo diritto. La bella tesi di dottorato che è scaturita da questa ricerca è stata pubblicata in un libro “Il rispetto del principio di pari opportunità. L’annullamento delle giunte regionali e degli enti locali” pubblicato dal Soroptimist International d’Italia, di cui è Presidente Anna Maria Isastia. Il libro è stato presentato lo scorso 23 gennaio presso la Sala Aquiro del Senato della Repubblica, durante il convegno organizzato dal Soroptimist e dalla Rete per la Parità, presieduta da Rosanna Oliva, a cui hanno partecipato le senatrici Valeria Fedeli, Elena Fattori, Stefania Giannini (oggi Ministro dell’Istruzione) e Monica Cirinnà. 





In vista della discussione sulla nuova legge elettorale, l’Italicum, l’impegno della Rete per la Parità e dell'associazione Aspettare Stanca continua. Parteciperanno alla tavola rotonda organizzata da AFFI- Power&Gender e AzioneCivica, domani martedì 25 febbraio 2014 dalle 15.30 presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma. Durante l’incontro, la prima parte sarà dedicata all’approfondimento sulla riforma mentre la seconda coinvolgerà elettrici ed elettori.



Foto e video-interviste di Rosangela Petillo. 



 

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