Candidata 2010 - Presidenza della Regione Toscana -
Venerdi, 26/02/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2010
Inizia la carriera politica nel 1998, come assessora comunale alla Cultura e ai Servizi Sociali a Grosseto e da allora il percorso non si è mai interrotto. Monica Faenzi, laureata in Giurisprudenza con 110/110, è anche vice presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Toscana e presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Coeso (Consorzio per la Gestione della Politiche Sociali tra i Comuni della Zona Socio Sanitaria Grossetana). Nel 2001 è eletta sindaca di Castiglione della Pescaia, confermata nel 2006. Nel 2008 è stata eletta alla Camera dei Deputati, nel gruppo del PDL.
Lei si propone quale presidente della Regione Toscana partendo da una solida esperienza amministrativa. Quali sono secondo lei i problemi più rilevanti della Regione? Quali gli obiettivi principali del programma che propone?
Risvegliare la Toscana, questo è il mio principale obbiettivo.
Il potenziale di questa regione è immenso, ed è incredibile constatare come, negli ultimi anni, proprio qui si registrino le più basse percentuali di crescita economica e di qualità di vita del nostro Paese. La politica che ha governato da sempre questa terra è il vero problema: le strategie della sinistra sono fallimentari e la Toscana ne è un esempio tangibile. Questa amministrazione stanca, ottusa, clientelare attenta solo a far tornare I bilanci interni e non ai reali bisogni dei cittadini toscani, ha portato alla deriva il nostro patrimonio. Io voglio invertire questa tendenza, voglio fare della Toscana una regione dinamica, propositiva, attiva.
La sua esperienza di sindaca si è caratterizzata nella difesa dell’ambiente e nella lotta alle speculazioni edilizie. Non pensa che nell'individuazione di queste priorità ci sia una visione femminile del potere?
La parola potere è tipica di un modo tutto maschile di fare politica che non mi appartiene. Le battaglie che ho fatto a favore dell’ambiente e contro gli abusi edilizi sono state dure, strenue, faticose, ma non ho mai mollato. Credo che sia proprio questa la forza delle donne impegnate politicamente: il coraggio di non arrendersi mai e di lottare per raggiungere obbiettivi, cambiare le cose e migliorare la vita di tutti, senza strumentalizzazioni.
Lei ha fatto della legalità la cifra della sua azione amministrativa. Ravvisa o no contraddizioni tra le sue scelte e alcuni dei provvedimenti dei Governi Berlusconi (pensiamo allo scudo fiscale o alle stesse sanatorie urbanistiche) ?
Non ravviso nessuna contraddizione. I Governi guidati da Silvio Berlusconi hanno adottato queste misure nel pieno rispetto della
legalità e con il primario intento di colmare il deficit dello Stato senza gravare ulteriormente sulle tasche degli italiani.
Non dimentichiamo che il centrodestra si è trovato alla guida del nostro Paese nel bel mezzo di una crisi economica mondiale senza precedenti, per di più ereditando lo scomodo testimone di una gestione delle casse dello Stato, da parte del centro sinistra, quantomeno scellerata.
In generale lei crede che ci sia differenza tra donne e uomini nelle modalità di intendere e praticare la politica e l'amministrare?
Sì, credo che la differenza sia sostanziale. Noi donne siamo più dirette, più limpide e anche più determinate. Utilizziamo la politica come mezzo e non come fine, combattiamo le nostre battaglie affrontando l’avversario occhi negli occhi, senza mai tirarci indietro. Un esempio? Rossi, il mio avversario alla Presidenza della Regione Toscana, non risponde mai personalmente ai miei attacchi, replica solo tramite il suo comitato elettorale. Mi domando se questo atteggiamento sia dovuto alla mancanza di contenuti oppure ha soltanto problemi con le donne?
Quali sono, se ritiene ci siano, i contenuti del suo programma elettorale riconducibili al suo essere donna?
Seguendo i criteri di meritocrazia che sostengo, combatto il concetto superficiale di quote rosa, puntando sulla donna intesa come singolo, alla pari di un uomo. Infatti, non credo che sia la quantità delle presenze femminili a fare la differenza, sostengo che sia il valore di ognuna di noi ad essere l’essenza della definitiva emancipazione dell’universo femminile.
Cosa non le piace della politica oggi in Italia e, invece, cosa sente aderente alla sua visione del mondo?
Non sopporto la politica fatta di parole, quella dei gossip, volta a distruggere l’avversario invece di migliorare il vivere civile. Respingo con forza la politica gridata, quella della maleducazione e priva di contenuti. Quella politica clientelare, regolata da giochi di potere e non dalla meritocrazia. Credo in uno Stato di Diritto e in una politica al suo servizio, votata ai più alti valori di libertà di pensiero e di democrazia.
Cosa pensa dell'immagine della donna che i media propongono?
Non mi piace questa immagine della donna da copertina legata unicamente ad aspetti puramente estetici. Credo invece nella centralità della donna intesa nel suo complesso, fatta di bellezza, fascino e femminilità provenienti dalla sua storia e dal suo giusto collocamento nella società. Se dovessi pensare ad una icona, ricorderei un mito del nostro cinema, una donna capace e affascinante, intensa e mai scontata: Anna Magnani.
Ci sono delle lotte che le donne italiane devono ancora fare per essere veramente libere oppure tutto è stato conquistato?
Tanto è stato fatto, ma tanto è ancora da fare. Ricordo che negli ultimi anni, il Governo di centrodestra, ha inasprito le pene contro coloro che hanno commesso reati verso le donne, in particolar modo mi riferisco alle leggi riguardanti lo stalking e alla violenza sessuale.
Alle prossime elezioni regionali ci sono ben 8 candidate alla presidenza in varie Regioni e addirittura nel Lazio e in Umbria si confrontano due donne. Cosa è successo?
E’ successo che finalmente la politica si è accorta di noi. Questo mondo fatto di uomini, si è finalmente reso conto del nostro valore e della risorsa che siamo. Il nostro essere schiette, tenaci e sincere colpisce la gente, la nostra attenzione ai bisogni dei più deboli ci avvicina ai cittadini, il nostro modo pulito e determinato di affrontare I problemi e di risolverli ci ha dato quella credibilità che da sempre meritiamo.
Quali sono le differenze, se ce ne sono secondo lei, tra centrodestra e centrosinistra nelle politiche a favore delle donne?
Il centrosinistra ha una politica assistenzialista e di facciata nei confronti delle donne. Io credo invece che sia utile dare loro mezzi, progetti e futuro. Serve una politica capace di tutelare maggiormente il rientro a lavoro dopo la maternità, regolamentare il precariato e una maggiore considerazione delle capacità femminili permettendogli di sedersi su quelle poltrone da sempre ad appannaggio degli uomini. E non ultimo, l’abbattimento di tutte quelle barriere culturali che giudicano le donne impegnate nel lavoro come nella politica “veline” solo perchè di bell’aspetto.
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