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Monache in rosso

Monache in rosso

Società/ Il premio “Casato prime donne” - Alle missionarie Cabriniane ed al nuovo rosso di Montalcino, va il premio internazionale “Casato Prime Donne”, organizzato da un’azienda vinicola tutta al femminile

Emanuela Irace Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2005

Ha un nome medioevale e colto. Simbolico, come il titolo di un racconto gotico: “Il Drago e le sette colombe”. Si chiama così il nuovo vino rosso di Montalcino prodotto dalla contessa Donatella Cinelli Colombini e presentato lo scorso 17 settembre in occasione della serata dedicata al premio internazionale Casato Prime Donne. “Il drago e le sette colombe”. Un nome che evoca scenari magici, forza e castità, lotte per il potere. E’ stato presentato a Trequenda, pochi passi da Montalcino, nel cuore della Val d’Orcia. Tra colline che sembrano scolpite dal Canova e paesaggi fiabeschi dove tra gli oltre ventitré ettari di vigneto prospera una azienda vinicola tutta al femminile che da sette anni organizza il Premio Casato Prime Donne.
Una occasione unica nel suo genere che mira a dare visibilità, segnalare e premiare, quante si distinguono nella professione. Politica, giornalismo e società le sezioni che nelle ultime edizioni hanno premiato, tra le altre, Carla Fracci, Francesca Sanvitale, Kerry Kennedy. Donne eccellenti, famose e anonime, scovate nelle pieghe della società. Donne che hanno realizzato se stesse con talento, lavoro e creatività riuscendo a vivere fino a realizzare la propria competenza e personalità nel tessuto sociale.
Anche la giuria è tutta al femminile, insieme alla Presidente Francesca Colombini Cinelli madre di Donatella e capostipite di questo modaiolo matriarcato vinicolo, ci sono Ilda Bartoloni, Rosy Bindi, Anselma dell’Olio, Dacia Maraini, Marialina Marcucci e Anna Pesenti.
Una giuria che per questa settima edizione ha premiato la Superiora Generale delle suore missionarie del S. Cuore di Gesù. Un ordine religioso, ben noto ai potenti, che opera nelle zone più povere del mondo. Una scelta in linea con la nouvelle vague dell’attuale femminismo teocon che dalle adunate di Comunione e Liberazione continua a fare proseliti allargando le sue maglie a dismisura. Era ovvio che succedesse anche a Montalcino, nel cuore della Toscana di sinistra e di un premio che fino a ieri esprimeva l’etica di una società laica. Qui, le donne, aristocratiche e non, hanno sempre lavorato la campagna mischiandosi alle lotte dei contadini per salvare questa terra dalla povertà e dall’emigrazione forzata.
Era nell’aria che anche il Casato Prime donne lasciasse spazio ai suoi lacchè dall’accento americano che a sorpresa quest’anno hanno messo sul podio insieme al nuovo rosso di Montalcino dal nome medievale, le suore Cabriniane care al Presidente del Consiglio. In epoca di conversioni celebri, tutto è lecito. Anche un nome che sembra il titolo di un racconto gotico. E tra sacro e profano, suore e damigelle vince lui, “il Drago e le sette colombe” che farà da sfondo alle nuove lotte di potere, tra femministe teocon.

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