Mostre - La fascinazione di un viaggio tra arte e scrittura nella mostra 'Alfabeti' a Milano dal 9 al 30 giugno, appuntamento da non perdere per chi si interessi di sconfinamenti tra linguaggi e culture differenti
Prota Giurleo Antonella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2006
La nostra amica Antonella è curatrice di Alfabeti. Lei stessa artista, ci regala la presentazione di questa iniziativa di livello internazionale visitabile presso la, Biblioteca Gallaratese (Via Quarenghi 21, testi di ). "Sono un’ artista dai mille desideri. Desideri che talvolta litigano con il tempo ma che generalmente convivono in armonia e spesso si incontrano con quelli di altre ed altri rendendo possibile la realizzazione di progetti. Mi interessa riflettere sulle specificità di genere, mi piace proporre l’arte in luoghi inconsueti per offrirne l’opportunità di fruizione a chi altrimenti non ne godrebbe, mi sta a cuore permettere la possibilità, per ciascuna persona, di crearsi un gusto autonomo attraverso l’offerta di un diverso ventaglio di opportunità, desidero realizzare un confronto tra esperienze e linguaggi differenti, in specifico tra i linguaggi visivo e scritto.
Dall’incontro di desideri condivisi nasce la proposta fatta ad artisti ed artiste italiane e latinoamericane di ragionare sul rapporto tra arte e scrittura, realizzando opere da proporre al pubblico che frequenta la biblioteca di un quartiere periferico della città di Milano, la mitica e splendida Biblioteca Gallaratese.
Una mostra pensata e realizzata per esprimere il simbolico del linguaggio attraverso l’interpretazione di alfabeti reali e fantastici e che, come scrive Donatella Airoldi nel testo critico di presentazione, “ci conduce tra segni e simboli, scritture improbabili e immagini. Artisti a confronto con i loro enigmatici alfabeti carichi di senso e di verità nascoste.”
Ho invitato a partecipare artiste ed artisti che, alla luce di un proprio pensiero sul mondo, sanno trasformarlo, all’interno di una personale ricerca espressiva, in un fare visivo che fa della restituzione di senso l’obiettivo del proprio lavoro artistico. Dal confronto è nata una mostra che ritengo interessante per chiunque subisca il fascino della curiosità culturale e per chi si interessi di sconfinamenti tra linguaggi e culture differenti.
I lavori restituiscono una complessità di pensiero e di azione difficile da sintetizzare. Mi soffermerò qui sul lavoro delle artiste, accomunate dal desiderio della ricerca di un proprio dire sul mondo a partire da sé.
Tra le opere bidimensionali quelle di arte digitale di due artiste brasiliane, Leci Bohn e Mara Caruso, il cui lavoro Donna costituisce un omaggio alle pittrici Artemisia Gentileschi e Frida Kahlo; l’elaborazione di un ex libris sul tema degli angeli, tema caro alla mail artista argentina Iris Perez Ulloa; il collage di Zulema Estela Pecchi Barrientos, giovanissima artista peruviana, che accosta alla pittura elementi naturali; la poesia visiva e di denuncia sociale dell’argentina Graciela Gutierrez Marx, che termina spesso i suoi messaggi con l’esortazione:”Hasta la victoria de la poesia, siempre”.
Tre le sculture la Barchetta del sapere di Luca Rendina, il Libro d’artista di Giuseppe Strano Spitu e il Mare di parole di Mavi Ferrando che, come è sua consuetudine, gioca con ironia tra forme essenziali e barocche utilizzando segno e disegno per circoscrivere il vuoto sino a farlo diventare protagonista.
Diverse le installazioni. Donatella Berra rivisita in modo ludico il mito della torre di Babele mentre Gretel Fehr, alla quale è stato anche affidato l’allestimento della mostra, gioca con ironia con i dadi, dadi che riportano lettere di alfabeti di lingue diverse e una nota musicale, possibile linguaggio universale. Nadia Magnabosco basa il suo lavoro sulla ricerca dei mutamenti dell’identità femminile, rintracciando nell’iconografia dell’infanzia il nodo centrale della costruzione dell’essere e Sandra Mazzon realizza un’opera “ da leggere” utilizzando parole, frasi, poesie riprese da più contesti che incolla su due manichini per descrivere il suo pensiero in continua crescita. In Quipus, la mia installazione, il filo, strumento di lavoro tipicamente femminile, intreccia e annoda elementi eterogenei, libri e collages, restituendoli insieme ciascuno nella propria integrità.
Clara Luiselli dissemina tra i libri destinati all’utenza i frammenti di un proprio autoritratto; nessuno potrà avere né vedere l’intera immagine, così come è impossibile possedere l’interezza del sapere.
Importanti e serie anche le opere degli artisti. Oltre a quelle già citate, gli inediti alfabeti di Franco Tripodi, di Stefano Soddu e di Franco Marongiu; i paesaggi astrattivi di Antonio Sormani e i ritratti/pittogramma di Alfredo West Ocampo; il ragionamento sulla memoria di Gianni Ottaviani, quello sul sapere di Ruggero Maggi e quello sulla riproducibilità di Giannetto Bravi.
Opere varie e differenti, modi diversi per comprendere e fare mondo. Spettatori e spettatrici potranno abbandonarsi alla fascinazione di un viaggio tra arte e scrittura. E, se lo desiderano, potranno, attraverso la visione di un DVD, sapere qualcosa di più circa la poetica e il lavoro delle artiste e degli artisti".
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