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Moda. Da sogno a realtà

Moda. Da sogno a realtà

Moda, Ecuador - Un evento-spettacolo di moda, musica e cibo ecuadoriano del Consolato dell'Ecuador al SIAM di Milano

Melchiorri Cristina Lunedi, 02/05/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2016

Tutto è cominciato con un progetto di riscatto sociale rivolto a donne fragili fortemente voluto dalla Console dell’Ecuador a Milano, Narcisa Soria Valencia, da sempre impegnata nel sostegno della popolazione ecuadoriana all’estero, soprattutto delle donne. Tema dell’evento-spettacolo, che si è tenuto l’otto marzo e voluto dal Consolato dell'Ecuador al SIAM di Milano, è stata la sfilata di moda delle stiliste ecuadoriane Rosario Jumbo e Mariana Veintimilla Casillas del gruppo "Da donne vulnerabili a donne imprenditrici", che anch’io ho supportato con un percorso di valorizzazione delle loro risorse personali e professionali. Le modelle, professioniste e alcune scelte fra le stesse donne del progetto, erano truccate sapientemente dallo staff di Backstage Academy. L’architetta Pierina Correa ha illustrato le politiche del governo ecuadoriano a sostegno delle donne e si è esibita come cantante in una travolgente performance. Giulio Gallera, Assessore regionale alle Pari Opportunità e all’Inclusione Sociale e Patrizia Bisio, dell’assessorato Moda e Design del Comune di Milano, hanno portato il saluto delle istituzioni. 



Abbiamo chiesto a Rosario Jumbo ‘chi è Rosario’?

Sono prima di tutto una donna, una mamma, anche una nonna. E sono una persona che ama l’arte!

Perché sei qui?

Il mio sogno era venire a Milano, nella citta della moda! E nel 2000 sono venuta come turista. Mi è piaciuto tutto, la gente, l’ambiente e mia cugina dell’Ecuador poteva ospitarmi. Così ho deciso di restare!

Come è stato l’impatto con Milano?

Quando sono arrivata non sapevo l’italiano e ho cominciato a fare la baby sitter. Mi piaceva, perché era come essere a casa, in famiglia. Ho provato a fare corsi all’Accademia della Moda, ma tutti mi dicevano ‘non hai bisogno di fare corsi, sei già capace…’. Quindi per tutte le persone che conoscevo cucivo i vestiti, dalle cose più semplici a quelle più eleganti. La signora per la quale lavoravo un giorno mi ha chiesto: ‘qual è il tuo hobby?’ Io ho risposto: ‘cucire!’ e lei mi ha regalato una macchina per cucire….

Poi cosa è successo?

La signora Console ha organizzato un gruppo di donne leader. Mi sono detta, bello! Chissà cosa significa…Mi interessa.. Nel gruppo sono poi arrivate alcune donne maltrattate, alle quali avevano portato via i figli. Sono entrata in crisi, pensando che avrei dovuto lasciare il posto a chi aveva più bisogno di me di un supporto. Ma il posto per me nel progetto c’è stato, potevo insegnare a cucire ad altre ragazze! 

Come ti sei ispirata?

Vedo una donna e immagino con quale vestito potrebbe stare bene…La donna che lotta la vestirei di leopardo… La donna creativa la vestirei con i colori. Il nero è perfetto per la donna elegante e classica.

Se tu dovessi dare un consiglio ad altre donne che vogliono seguire la tua strada?

Direi studia tanto… Come l’artista prepara la tela per il quadro, sceglie i colori e si lascia ispirare, anche tu puoi farcela! Se hai un sogno non perderlo mai, anche se non va bene subito… E se una ragazza ha bisogno di un aiuto io ci sono!








Abbiamo chiesto a Mariana Ventimiglia ‘chi è Mariana’? 

Sono nata a La Tacunga in Ecuador, sono la sesta di dodici figli. E in Ecuador mi sono diplomata come maestra in taglio e cucito ed ho avviato una micro impresa. Nel 1999, la crisi economica in Ecuador mi ha portato ad emigrare lasciando l’impresa che avevo aperto e due figli. Quando sono arrivata all’aeroporto di Linate avevo paura di essere rimandata in Ecuador insieme alla mia valigia piena di debiti ma con un sogno, quello di potermi realizzare anche in Italia come imprenditrice. Appena atterrata all’aeroporto è stato un shock! Sono stata sottoposta ad una perquisizione da parte dell’ufficio immigrazione. Ho sentito i due addetti dell’ufficio immigrazione, parlando tra di loro, dire ‘lasciala andare intanto finirà sulla strada come tante’. Invece ce l’ho fatta! Ho trovato una sistemazione presso una conoscente che aveva un bilocale dove vivevano altre otto persone che non conoscevo. Mi mancava l’aria! Poi ho trovato lavoro presso la sartoria Tincati. Da quel momento per me è iniziata una nuova esperienza di vita e di lavoro nella moda. Dalla collaborazione con questo imprenditore sono nate tante opportunità, fino ad aprire tre punti vendita di abiti su misura di alta moda, finché è arrivata la mia terza figlia Elisabetta. Ho Lavorato duramente, anche come domestica il sabato e la domenica. Grazie a questi lavori, dopo sei mesi mi sono potuta comprare una macchina per cucire manuale, per poter preparare la mia prima collezione in Italia, per lo stilista ComEsthor che aveva uno Showroom in Duomo. Ho potuto realizzare la mia prima collezione grazie ad un luogo ricavato da uno scantinato che mi ha messo a disposizione una mia conoscente di nome Angela, per me è stata una grande soddisfazione professionale. Ho visto realizzare il mio sogno! 

Se dovessi definire con una parola le tue collezioni cosa diresti?

Che sono “speciali” e un po’ di lusso .

Se dovessi dare un consiglio ad altre donne che vogliono seguire la tua strada?

Direi: grandi soddisfazioni e grandi sacrifici! Ma la passione e l’amore per ciò che fai i sacrifici non te li fa pesare.

 

 

Foto gentilmente concesse da SIAM 1838,  Ente Storico di Formazione e Sviluppo Culturale

 

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