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Moda come cultura

Moda come cultura

Tradizione, artigianato, ma anche come attenzione alla natura. Il mix vincente di Samanta Panetta, stilista emergente nel panorama romano e internazionale.

Lunedi, 18/01/2016 - “Un abito deve trasmettere emozioni, messaggi, ma anche rispecchiare la personalità di chi lo indossa”

Incontro con la stilista Samanta Panetta

A cura di Alma Daddario



La ricerca e l’innovazione, sapientemente armonizzate con una cura artigianale del particolare, e un occhio alla tradizione sartoriale nostrana, i colori e un design che si ispirano alla natura, sono le caratteristiche di una tra le più promettenti stiliste del panorama romano. Samanta Panetta, figura delicata con grandi occhi espressivi, ci accoglie in un atelier-laboratorio dove fanno bella mostra stoffe di vario genere, abiti da sposa e da sera, ma anche pret à porter adatti a tutte le età e situazioni. Colpisce l’attenzione l’accuratezza per le rifiniture, particolari caratteristici di una sartoria che origina da una tradizione che privilegia la cura per il dettaglio.



Quando hai capito che avresti voluto fare la stilista?

Sin da bambina mostravo interesse per tutto ciò che riguardava la moda. Mi appassionavo a programmi e riviste del settore. Far parte del mondo della moda è stato da sempre il mio sogno, già dalle elementari. Sogno rimasto nel cassetto per molti anni: la paura di non farcela e la

vita, con le sue dure prove, mi hanno costretta ad aspettare sino a 4 anni fa. Poi decisa a riprendere in mano il mio sogno e la mia vita, ho iniziato a studiare figurinismo e design, prima da autodidatta e poi in Accademia. Per realizzare un’ intera collezione, la prima, Elena (le ho dato il nome di mia figlia), ho dovuto attendere, ma ne è valsa la pena; la collezione, interamente dedicata alle spose, ha avuto subito grande approvazione dal pubblico, e questo successo mi ha incoraggiata ad andare avanti.



Quanto è importante la natura, per la tua ispirazione?

Per uno stilista, come per tutti gli artisti credo, l'osservazione della natura è fondamentale. Per me lo è senz’altro. Osservare l’ambiente, immergermi nel verde, vivere a contatto con gli animali tutte le volte che posso, è qualcosa che influenza la mia creatività. La mia prima collezione è ispirata al volo di una farfalla, che poi è diventato anche il marchio distintivo del mio brand.



Quali sono le stoffe e i materiali che preferisci utilizzare?

Adoro la seta, come lo chiffon, utilizzo molto il taffetà ed il macramè, soprattutto nelle mie creazioni per l 'alta moda. Credo molto anche nel riutilizzo dei materiali. Molte stoffe si prestano ad essere riciclate. Ma per il momento si tratta di uno dei progetti a cui sto lavorando, quindi preferisco non parlarne...per scaramanzia! Mi piacerebbe utilizzare più spesso il riciclo dei materiali. Ho appena finito di lavorare, ispirandomi a questo progetto, alla linea pret à porter uomo/donna/bambino, che porterò a Londra il 19 Febbraio prossimo, per una sfilata al Royal Fashion Days, un evento internazionale cui tengo molto.



Che importanza hanno le tradizioni e i ricordi d’ infanzia nelle tue creazioni?

Come dico sempre le mie creazioni sono frutto di emozioni positive e negative provate sulla mia pelle. Il coraggio e la forza di realizzare il mio sogno l'ho trovato una notte, mentre inquietata con la sorte che mia aveva tolto i due uomini più importanti della mia vita: mio padre prima e qualche anno fa anche mio marito, decisi di realizzare il mio Atelier, e di dedicarlo a loro che avevano sempre creduto in me, nel mio talento, nella mia forza e sensibilità, spronandomi e incoraggiandomi.



Come definiresti oggi il tuo stile?

Rifacendomi al logo del mio marchio: Samanta Pan Couture, che è la farfalla. Un essere palpitante e delicato che ai miei occhi rappresenta la femminilità, la leggerezza e l’eleganza che non deve essere ostentazione.



Com’è il tuo rapporto con le clienti, ti senti libera di proporre oppure ti capita di avere…qualche problema?

Le mie clienti in genere sposano il mio stile, e devo ammettere che è la cosa che mi gratifica di più. Un esempio è l’attrice Antonella Salvucci, che spesso mi fa da testimonial nelle sfilate più importanti. In ogni caso, parto dall’idea che ogni donna è diversa, con una propria personalità, e questo mi aiuta a creare abiti originali, unici.



Che importanza ha la parte artigianale, nelle tue realizzazioni?

Le mie creazioni sono totalmente Made in Italy, tengo a precisarlo, e realizzate da mani d'artigiani doc, quindi direi che per me è fondamentale. La moda è un mix di cultura, tradizione, natura e arte. E oggi non può non essere anche sostenibile.



Trovi che nella tradizione sartoriale, a proposito di artigianato, le donne abbiano una marcia in più?

Le donne hanno una marcia in più ovunque e in qualunque settore! Scherzi a parte, in merito all’artigianato credo che il sesso non c’entri: è il

talento, la creatività e l'estro dell'individuo che ne fanno un professionista!



Hai del tempo libero, e se si cosa ti piace fare?


Di tempo libero ne ho davvero poco, e da mamma confesso che ogni secondo della mia vita che non mi vede a lavoro, mi trova tra le braccia di mia figlia Elena…piccola aspirante stilista!

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