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Miss Sloane - Giochi di potere

Miss Sloane - Giochi di potere

E’ Jessica Chastain a indossare i panni della donna che non stacca mai e non ha una vita privata a parte qualche distrazione erotica a pagamento-Solo una cosa le interessa: vincere.

Lunedi, 11/09/2017 - Miss Sloane - Giochi di potere

di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



Miss Sloane - Giochi di potere si specchia dentro la sua protagonista, colonna portante di una storia dedicata solo a lei e a lei soltanto.



Una Jessica Chastain superlativa,attuale, che gioca duro rimanendo morbida.



Con mano ferma e mai davvero invadente, Madden gira attorno ad una Jessica Chastain a cui bellezza, intelligenza e acume non bastano per apparire ammirevole o accogliente.



La sua Sloane respinge, brama la solitudine, allontana tutto e tutti per rinchiudersi dentro una gelida corazza di efficace pragmatismo. Il che dà ancora più valore e peso a quella scena iniziale, quasi un indizio sui bisogni frustrati di questa donna complessa, abile manipolatrice ossessionata dai suoi obiettivi.



Per quanto getti ombra su una realtà affollata, piena di uomini e donne d'affari, politici e potenti, Miss Sloane è un'indagine personale, il tentativo di perforare quella spessa armatura e captare tracce sparse di umanità.



Perché in un mondo dominato da grandi interessi, sembrano esserci soprattutto persone piccole piccole. Il merito di Miss Sloane è quello di essere severa senza mai risultare giudicante, di mostrare tanto marcio senza per forza sbilanciarsi nel prendere le parti.



Se ci riesce, è proprio grazie ad una Chastain spiazzante dotata di un esplosivo fascino femminile, ora carica di un'inedita mascolinità.



A volte stracolma di energia, altre scarna e quasi svuotata.



Di spiazzante c'è anche il netto cambio di rotta di John Madden, un regista che prima di oggi aveva dedicato il suo cinema all'amore poetico di cui qui non vi è traccia. Illuminato da una fotografia fredda come la sua protagonista e ambientato soltanto dentro spazi chiusi e anonimi senza uno spiraglio di luce naturale o un po' di ossigeno, Miss Sloane è pieno di disincanto ma mai davvero arreso all'etica machiavellica del lobbismo americano. In mezzo a tanto buio, forse, uno spiraglio di luce esiste.



Il film di Madden racconta le lobby come microcosmi a parte dove si decidono le sorti del mondo occidentale, e soprattutto dove ognuno è parte di un ingranaggio che non conosce né soste né scrupoli. Miss Sloane non fa della parola il suo punto di forza, la sua fonte di potere primario.



Grazie a dialoghi serrati e affilati, questo thriller politico mette in scena una guerra dove dire o non dire qualcosa è la mossa decisiva. I "giochi di potere" del sottotitolo rimandano così ad una grande scacchiera dove non tutti si schierano col bianco o col nero, colori evidenziati nella locandina.



Elizabeth Sloane nella sequenza finale, guarda in camera per rivolgere a noi un dilemma intimo, in bilico tra disillusione e coraggioso idealismo.



Elizabeth Sloane, non ha famiglia, nessun legame sentimentale e nel mondo dei power-broker e dei mediatori politici, dove le poste in gioco sono altissime, è famosa per la sua astuzia e una lunga storia di successi.



Lavora, ottenendo ottimi risultati, per un'agenzia lobbistica legata all'area conservatrice. Decide però di andarsene quando si cerca di farla aderire a una campagna di supporto alle aziende che producono armi.



Si vuole infatti contrastare una proposta di legge, che ne avvii la regolamentazione dell'uso, promuovendo una campagna che solleciti le donne ad armarsi per difendere i propri cari. Sloane porta con sé la sua squadra (con qualche importante eccezione) con l'intento di agire sul fronte opposto.



E’ Jessica Chastain a indossare i panni della donna che non stacca mai e non ha una vita privata a parte qualche distrazione erotica a pagamento-decide di cambiare campo quando si tratta di discutere al Congresso una legge sulla limitazione del possesso di armi. È una sfida professionale, contro un gruppo di pressione e interessi potentissimi, più che una conversione etica o ideologica. Solo una cosa le interessa: vincere.



Quella dei lobbisti è forse la categoria più odiata a Washington. Questo thriller politico racconta con un po' di cinismo quello che i lobbisti sono in grado di fare per raggiungere un obiettivo



Un primo piano stretto su occhi verdi, freddi, fermi come smeraldi incastonati in un viso bianchissimo di gelida porcellana. Elizabeth Sloane ci guarda negli occhi. Ci guarda e si confida. Sembra parlare proprio con noi, quasi a cercare un complice con cui sfogarsi, a cui rivelare finalmente quella cosa chiamata verità.



Si apre così Miss Sloane - Giochi di potere, con una donna che guarda in camera per svelare il modus vivendi di ogni buon lobbista che si rispetti: pianificare, studiare, stare sempre un passo avanti ai propri avversari.



Il volto ipnotico di Jessica Chastain è teso, quasi inespressivo e attraversato da una vena di persistente apatia. Lo sguardo rivolto verso lo spettatore è un richiamo esplicito a quanto stiamo per vedere, perché Miss Sloane ha imparato la lezione di Frank Underwood e sa che niente ti isola più delle stanze del potere.



Tutto parte da un interrogatorio, con la lobbista Sloane messa sotto torchio dalla l'anima di Commissione degli Stati Uniti d'America. L'accusa è quella di corruzione. Ha così inizio un lungo e accurato percorso a ritroso, alla ricerca di colpevoli, ma soprattutto di un po' di moralità dentro una donna enigmatica.



Oscillando con buon ritmo tra il ritratto di una figura professionale borderline e ambigua e la cifra dello spy-thriller politico, con tanto di tecniche di sorveglianza, pedinamenti, doppiogiochismi e via dicendo, il film procede spedito verso l’obiettivo.

Un intrattenimento di ottimo livello, con tanto di ribaltamento finale e chiusura surprise .



“Questa è una delle prime scene del film, e vediamo Elizabeth Sloane che sta per rivelare una notizia esplosiva” dice John Madden regista lavora nel mondo dei lobbisti di Washington. “Volevamo che sembrasse una scena western, una di quelle in cui si raduna la mosse prima di lanciarsi a cavallo verso i cattivi”.

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