Sabato, 09/10/2021 - Alla FONDAZIONE MAGNANI-ROCCA di TRAVERSETOLO di PARMA – quest’anno CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA - si è appena aperta una mostra organizzata dalla stessa Fondazione in collaborazione con Fundación MAPFRE, col contributo di studiosi spagnoli e italiani. “Miró. Il colore dei sogni” è il titolo dell’esposizione che rimarrà aperta fino al 12 dicembre 2021.
“Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”: così Jacques Prévert descriveva Joan Miró, celeberrimo artista spagnolo vissuto in una delle epoche più intense della storia dell’arte.
Arte, la sua, fondata non tanto sull’immagine tradizionale, quanto su sensazioni, emozioni immediate e suggestioni: colori brillanti e forti contrasti, linee sottili e soggetti allucinati e onirici – insomma un’Arte fatta di quella ‘stoffa’ di cui son fatti i sogni – si potrebbe dire, parafrasando Shakespeare e le Muse Gemelle – e la loro trama.
“ Ed infatti – come spiega il curatore, Stefano Roffi - Miró dipinge ispirandosi alle forme della natura, ma anche alla Musica; per un periodo compone inoltre poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Egli aspirava chiaramente al divino e la musica e la poesia erano le sue fonti di ispirazione. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura. Un rapporto fra ‘pittura-musica-poesia’ che ben si accorda con gli interessi e la sensibilità di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca ”.
La mostra, attraverso cinquanta opere eseguite fra gli anni Trenta e gli anni Settanta, per la maggior parte a olio su tela, propone un percorso che, orchestrato come una partitura musicale, evidenzia la sfida continua operata dall’artista nei confronti della pittura tradizionale.
La pittura di Miró tende all’astrazione; tuttavia nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, permane quasi sempre una traccia del reale: un occhio, una mano, la luna. Alcuni quadri presenti in mostra fanno pensare a cieli stellati, come "Personnage, oiseau, ètoiles" del 1944 o "Après les constellations" del 1976 ad oltre 30 anni di distanza uno dall’altro.
Ad essere particolarmente documentati in parete son gli ultimi decenni di attività di Miró, con tele di grande formato e poetica bellezza come "Personnage et oiseaux devant le soleil" e "Personnage devant la lune", ed i temi ricorrenti che egli reinventa con frequenza - con l'uso costante di simboli come le stelle, gli uccelli o la donna, e le fantasiose rappresentazioni di teste - nello stesso tempo sottolineando influenze così diverse come la tradizione popolare, la calligrafia asiatica o i graffiti urbani.
Insomma la sua cosiddetta ribalderia catalana, la sua vitalità oltremisura si son esplicate fino alla fine dei suoi giorni e della sua sognante arte...infinita.
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