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Mirabello, crollati i vecchi simboli

Mirabello, crollati i vecchi simboli

Terremoti in Emilia - I cittadini sceglieranno come ricostruire il paese, a partire dalla piazza. Intervista alla sindaca Angela Poltronieri

Maria Fabbricatore Mercoledi, 19/09/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2012

I“Abbiamo perso tutti i nostri simboli, abbiamo perso il municipio, abbiamo perso la chiesa, abbiamo perso la piazza, abbiamo perso le sedi delle associazioni e l’idea che tutto debba essere ricostruito ex novo, e probabilmente non nello stesso sito, non è una cosa semplice”. Abbiamo raggiunto telefonicamente la sindaca di Mirabello Angela Poltronieri, uno dei paesi più colpiti dal terremoto del 20 maggio scorso, per farci spiegare come evolve la situazione una volta superata la fase dell’emergenza. “Si sta pensando a un nuovo modo di creare il proprio paese di ricondurlo intorno a dei simboli nuovi. In queste scelte così importanti si terrà conto del parere dei cittadini anche da un punto di vista pratico su come ricostruire la piazza e tutto il resto”.



Quale attività avete fatto per essere vicino alle persone nei momenti immediatamente successivi al sisma?

Noi siamo stato colpiti il 20 maggio in maniera significativa e poi anche dalle scosse del 29. Abbiamo avviato la procedura di accoglienza delle persone nei centri disponibili soprattutto nelle scuole, senza creare tendopoli anche tendendo conto del fatto che il nostro centro è piccolo ha 3.540 abitanti e senza frazioni. Dopo un mese dal 20 maggio tutte le persone hanno trovato una sistemazione poiché la rete familiare e amicale è molto forte, in attesa delle valutazioni sui danni subiti dalle case e dalle strutture. I primi di luglio abbiamo attivato i centri estivi nel territorio per dare accoglienza ai bambini e alle famiglie per permettere il ritorno al lavoro, ma soprattutto per dare assistenza a chi secondo noi era stato colpito dal sisma da un punto di vista psicologico e cioè i ragazzi.



Secondo la nuova legge sui terremoti i sindaci gestiranno direttamente i soldi che arriveranno dalla stato senza intermediari, come vi state organizzando?

Si è così, ma ovviamente sulla base di una normativa che si sta costruendo, è un passaggio importante politicamente perché è una responsabilità che fa capo direttamente alle amministrazioni, ma che permette tramite regolamenti opportuni di controllare quello che succede direttamente nei territori utilizzando strumenti che noi avevamo già, le discipline dei servizi sociali, le nostre conoscenze rispetto all’organizzazione negli istituti scolastici sulla base delle necessità effettive che ogni sindaco conosce bene.



Per quanto riguarda gli aiuti economici avete già avuto finanziamenti?

Abbiamo ricevuto una prima tranche di disponibilità economica per quanto riguarda le spese dell’emergenza, in particolare quelle sostenute nelle prime 72 ore dopo il sisma che ha permesso alle amministrazioni comunale di far fronte alle situazioni di emergenza: la messa in sicurezza di alcuni edifici pubblici, ma anche privati, delle strade, delle aziende che si trovavano in una situazione di pericolosità. Questi sono già arrivati e passeranno dai bilanci del comune, è stato un segnale immediato che ha permesso di affrontare spese sociali appunto per la messa in sicurezza piuttosto importanti.



Come hanno reagito i cittadini di fronte all’emergenza?

Se posso parlare del mio territorio, ma credo che sia condivisibile con tutti gli altri territori con cui mi sono confrontata, immediatamente si è sentito molto forte il senso della comunità. C’è stato una partecipazione molto forte dei privati cittadini che sono messi nella disponibilità di chi ne aveva più bisogno, ma soprattutto hanno partecipato attivamente alla ricostruzione, perché non ci dimentichiamo che dopo la fase di emergenza dovrà ricominciare ed è cominciata la fase della ricostruzione. Insomma una forte partecipazione davvero encomiabile.



È vero che bisogna spostare geograficamente il vostro paese?

Sì perché noi abbiamo avuto il fenomeno della frattura e della liquefazione che prevede che per ogni nuova costruzione si debba fare il carotaggio. Le indagini geologiche, per esempio, le abbiamo dovute fare per la costruzione delle nuove scuole temporanee, previste appunto per l’apertura del nuovo anno scolastico 2012/13. Si è dovuto trovare una localizzazione all’interno del comune, fare la valutazione geologica e dare la disponibilità per le nuove strutture.



C’è molto lavoro da fare?

Si c’è molto da fare anche inaspettato, perché non eravamo preparati da un punto di vista pratico: pensi che l’ultimo terremoto risale a 475 anni fa e non c’è neanche documentazione a supporto.



Cosa dice la Protezione civile e i geologi, c’è pericolo ancora oppure no?

Le valutazioni ci dicono che lo sciame sismico sta andando in diminuzione sia per numerosità che per entità delle scosse. Per quanto riguarda l’aspetto geologico noi siamo nel paleo alveo del fiume che è stato deviato nel corso dei secoli, avevamo stratificazioni di sabbia e argilla che con il sisma si sono modificati e si vedrà nel corso dei mesi e degli anni quale sarà la nuova situazione geologica. È una fase di studio anche per chi ha una formazione di tipo geologica, per valutare gli affetti nell’immediato, ma anche per il futuro.



Sono state danneggiate strutture economiche importanti?

Assolutamente sì, abbiamo tutta la zona della piccola e media industria che è interessata da questa frattura con liquefazione. Tutte le aziende, chi più chi meno, hanno avuto dei danni. Alcune stanno ripensando a una modalità ricostruttiva, altre hanno cercato di riavviare la produzione tenendo conto della sicurezza dei lavoratori.

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