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Mina vagante

Mina vagante

Recital -

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006

Sarà stato anche venato di ingenuità e privo delle scintillanti sofisticazioni dei musical, ma 'Mina, che cosa sei?!', una produzione argentina, giunta in Italia infiocchettata di numerosi premi e di infervorati applausi dopo tre anni di successi a Buenos Aires, ha il merito innegabile di averci riportato un tempo pieno di luce e di belle canzoni mai più eguagliate. Il tributo alla più bella voce femminile della musica leggera italiana è nato da un’idea di Elena Roger e Valeria Ambrosio (anche regista) con l’interpretazione di Ivanna Rossi e Dan Breitman.
Da un immenso e sontuoso involucro - un abito su trampoli sovrastato da un’altrettanto smisurata acconciatura di paillettes e fili d’oro - si è staccata l’interprete, piccola e graziosa, diversissima dalla tigre di Cremona. Accompagnata da un buon complesso, da un pianoforte e da un violino vagante, molto elettrizzata, la si è vista nella comporre una ghirlanda di canzoni che Mina Mazzini aveva tradotto in perfetta forma e pura emozione: ben trentaquattro titoli (di Mogol, Don Backy, Battisti, Gaber…). Il concerto, animato da una lieve teatralizzazione, riporta ad un clima irrepetibile anni Sessanta, quando tutto sembrava sorridere spensieratamente sullo slancio del boom economico e di certezze rassicuranti. Nello spettacolo non c’è imitazione, il musical è solo un omaggio a Mina di una gentile interprete, dotata di talento, che mantiene la sua identità. Non appare l’eleganza venata di distaccata sofisticazione dell’artista a cui si riferisce, né l’inconfondibile gestualità che solo lei poteva sfoggiare senza ombra di stucchevolezza; mentre il suo sorriso venato di mistero, di timidezza e da un pizzico di alterigia si trasforma in una franca, allegra risata nell’espressività traboccante di Ivanna Rossi, che canta in italiano e in napoletano con inflessioni spagnole, non con timbri cristallini, né modulazioni squisite. Ma la cantante italo-argentina ha una innegabile potenza vocale che ha chiamato applausi, forse anche diretti a Mina, un simbolo, un mito, un incanto a cui nessun termine di paragone può essere accostato.
(13 novembre 2006)

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