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Milena Vukotic fa rivivere Emilie du Châtelet al teatro Off/Off di Roma

Milena Vukotic fa rivivere Emilie du Châtelet al teatro Off/Off di Roma

Una lettura ricca di sfumature espressive restituisce la complessità e le molte sfaccettature di Emilie: coraggiosa, spavalda, spiritosa, intelligente, ambiziosa e anche dolce, passionale e deliziosamente irrazionale

Venerdi, 27/01/2023 -

Il teatro Off/Off di Roma propone fino al 29 gennaio 2023 la preziosa riscoperta di un personaggio femminile che la storia ha ingiustamente lasciato ai margini. Si tratta di Emilie du Châtelet, matematica e fisica vissuta nella Francia del XVIII secolo. Una scienziata a pieno titolo che in passato è tristemente stata spesso soltanto citata in quanto amante di Voltaire. Triste destino di molte donne del passato, quello di essere state ricordate solo come “mogli di”, “madri di”, “amanti di”, figure di secondo piano, puntelli di carriere altrui.

Emilie, il cui nome completo era Gabrielle Emilie Le Tonnellier de Breteuil, marchesa du Châtelet, è stata una studiosa importante e questo intenso monologo ce la restituisce come il personaggio geniale che era: una giovane di ceto elevato che si ribella al destino riservato alle ragazze del suo tempo, cioè quello del matrimonio imposto o del convento. Una giovane donna ambiziosa che voleva poter coltivare le sue passioni, studiare la matematica, la fisica e la geometria. Intelligente, arguta, parlava numerose lingue europee, oltre a conoscere il latino ed il greco, si è dedicata ai suoi studi con serietà e professionalità, anticipando i tempi con molte interessanti scoperte. Nella maturità si è dedicata all’arduo compito di tradurre gli scritti di Newton, noti per essere di difficile interpretazione, ad opere di divulgazione di altri autori importanti, ma inaccessibili ai più, come Leibniz, ma ha anche al suo attivo una ricca bibliografia di suoi saggi di argomento scientifico. Emilie ha sfrontatamente camminato in territorio considerato prerogativa maschile, quello delle scienze e del lavoro intellettuale, e lo ha fatto a testa alta, senza farsi intimidire, in tempi in cui questo era impensabile.

Milena Vukotic sapientemente tratteggia anche gli altri aspetti della biografia di questa donna straordinaria: l’abilità nella scherma (altra attività considerata inadatta per una giovane), la passione per il gioco d’azzardo con le carte, in cui riusciva spesso vincitrice grazie alla velocità ed accuratezza dei suoi calcoli delle probabilità, il suo spirito salottiero e mondano. E le sue numerose liaisons, da lei definite “amicizie amorose”, in cui tentava di non farsi travolgere dalla passione o di farsi tarpare le ali da legami troppo stretti, ma di assaporare semplicemente il piacere dell’intimità e della condivisione. Piccoli “scandali” che il marito tollerava, di cui era al corrente e che, con lungimiranza, intuiva non avrebbero alla fine intaccato il loro lungo rapporto coniugale, da cui nacquero tre figli. Del resto, Lei aveva sempre pensato al matrimonio come a una forma di schiavitù per le donne e non avrebbe mai accettato nessuna imposizione o divieto da parte del marito. Anche nel saper organizzare la sua vita affettiva e sentimentale è stata dunque una pioniera, vivendo in effetti una situazione di coppia aperta ante-litteram.

Giustamente, viene messa in risalto anche la fatica del suo essere stata una pioniera, un’assoluta eccezione. Non mancarono gli ostacoli, i commenti sgradevoli, le umiliazioni, gli ammiccamenti fastidiosi. Emilie non si arrese mai. L’ingresso nel caffè parigino che era luogo d’incontro degli intellettuali dell’epoca le fu negato perché la presenza di una donna da sola non era prevista. Ebbene, non si perse d’animo e tornò, questa volta vestita da uomo. Pare che fu in quella occasione che incontrò Voltaire, con cui ebbe una duratura relazione, finita poi per disinteressamento e progressivo distacco da parte del filosofo francese. Tra i due restò però sempre una profonda amicizia e stima reciproca. Alla prematura scomparsa di Emilie, Voltaire scrisse parole appassionate e nostalgiche per ricordare questa sua ex amante, ancora da lui molto amata.

Emilie morì all’età di 43 anni, subito dopo la morte della sua bimba, figlia della passionale relazione con un uomo di 10 anni più giovane di lei di cui si era invaghita. In questa contraddizione tra la scienza e quindi la razionalità, da un lato, e la passione e l’abbandono ai sentimenti, dall’altro, sta la chiave di lettura del personaggio e dello spettacolo di Francesco Casaretti, per la regia di Maurizio Nichetti. Molti e calorosi gli applausi per la “mattatrice” Milena Vukotic, che sa aggiungere leggerezza e ariosità all’aspetto combattivo del personaggio. La sua lettura, così ricca di sfumature espressive, riesce a farci intuire la complessità e le molte sfaccettature di Emilie: coraggiosa, spavalda, spiritosa, intelligente, talentuosa, esigente, ambiziosa e anche dolce, passionale e deliziosamente irrazionale.

Milena ovvero Emilie du Chatelet_Milena Vukotic_ph Fiorenzo Niccoli


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