Sabato, 02/03/2013 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Secondo i dati ufficiali del Ministero della salute, i ginecologi obiettori di coscienza sulla legge 194 sono il 65% al Nord, il 69% al centro, il 77% al Sud e il 71% nelle isole. La media in Italia sarebbe del 69%.
Da indagini svolte sul campo risulta invece che la percentuale di ginecologi ospedalieri non disponibili a praticare le interruzioni volontarie di gravidanza è molto più alta; ciò obbliga il sistema sanitario a compensare con gettonisti e consulenti che costano di più e non sempre possono effettuare gli aborti terapeutici. Un'indagine su un campione di province lombarde rileva che la percentuale degli obiettori di fatto è dell'83%, otto punti in più di quella ufficiale. Secondo la LAIGA (Libera associazione italiana ginecologi per l'applicazione della legge 194), in Lazio la forbice tra i ginecologi obiettori ufficiali (80%) ed effettivi (91%) è di undici punti. Risulta inoltre che i medici non obiettori si concentrino nella fascia di età tra i 35 e i 50 anni, mentre l'obiezione è diffusissima tra i più giovani e le più giovani.
E' purtroppo evidente che questo crescendo di obiezioni di coscienza, unito a una strategia politica che ha sempre fatto della libertà femminile un terreno di controllo e di scontro ideologico, a breve renderà quasi impossibile applicare la legge 194.
Di questo si parlerà nel convegno "Legge 194: cosa vogliono le donne", promosso dal Comune di Milano con Usciamo dal Silenzio, Libera Università delle Donne e i Consultori privati laici, che si terrà sabato 9 marzo a Milano, alle 14 presso l'Acquario civico, in via G.B. Gadio 2.
L'obiettivo è di rilanciare l'iniziativa in difesa della legge 194 e garantirne un'effettiva e corretta applicazione a partire dai bisogni delle donne, racchiusi in alcune parole chiave attorno alle quali ragioneremo con ginecologhe, giuriste, filosofe, bioetiche: rispetto della scelta, accoglienza e informazione, sicurezza ed efficacia.
E' la ripresa della battaglia che il 14 gennaio 2006 portò in piazza a Milano duecentomila donne (e anche molti uomini) in difesa della libertà di scelta.
Nel corso del convegno verrà presentato un Manifesto di proposte rivolto agli attori politici e sociali, per assicurare alla legge 194 un futuro migliore di questo problematico presente.
Fra le proposte, quella che ogni struttura, pubblica o del privato accreditato, sia obbligata ad applicare la legge. Solo in tal caso l'accreditamento potrà essere concesso. Allo stesso modo le strutture che svolgono il servizio di diagnosi prenatale dovranno garantire, se richiesto della donna, l'aborto terapeutico in caso di anomalie fetali.
Il convegno e il Manifesto delle proposte verranno presentati nella conferenza stampa che si terrà presso la sala Brigida di Palazzo Marino, in Piazza Scala, giovedì 7 marzo, alle ore 13.
Il trailer del video che aprirà il convegno è su questolink http://www.youtube.com/watch?v=jCjdWAqKjIA&feature=youtu.be
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